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news]
• 30
GIUGNO 2015 Intrigo
panchina: Magi in pole. Per la Lega Pro la società
spera. Bucchi, verso Macerata
Un
vero e proprio intrigo per la panchina rossoblù.
Si viaggia nel più totale silenzio, non trapela
nulla dalla stanza dei bottoni. Un silenzio talvolta
assordante perchè la comunicazione è
stata sempre un po' limitata nella stagione appena
conclusa, ma dopo la retrocessione avvenuta il 30
maggio scorso si parla molto poco o per niente.
Un dato di fatto che preoccupa e non poco il popolo
eugubino. Finora ci sono state poche parole, che
oltretutto non hanno fatto per niente chiarezza
(dopo la retrocessione c'è stato solo un
rimpallo di colpe, ma nessuno si è preso
la briga di prendere le proprie responsabilità)
e soprattutto ancora niente fatti. Perciò
andiamo avanti solo con le voci di corridoio. Il
candidato numero uno per sedersi sulla panchina
del Gubbio è Giuseppe Magi, 44 anni, vincitore
del campionato di serie D con la Maceratese. Curiosità:
la squadra marchigiana ha concluso il campionato
imbattuta. Inoltre viene fuori un'altra curiosità.
Un ex rossoblù, Christian Bucchi, sarà
l'allenatore della Maceratese in Lega Pro: prenderà
il posto proprio di Giuseppe Magi che ora sta facendo
il corso di Coverciano per Allenatore Professionista.
Tuttavia Magi - come spiega il sito web Cronachemaceratesi.it
- è seguito in maniera assidua dalla Sambenedettese.
Insomma, come dicevamo, per l'allenatore è
un vero intrigo e non sono escluse sorprese. In
quanto c'è un dato di fatto. La società
eugubina spera ancora di tornare in Lega Pro attraverso
la "riammissione" perchè molte
società sono a rischio per non iscriversi
al prossimo torneo. Perciò un lumicino di
speranza potrebbe aprirsi. Tuttavia ci sono diverse
società di serie D che sperano nel ripescaggio
in Lega Pro perchè effettueranno la domanda
di iscrizione con il versamento della fatidica cifra
di 500 mila euro: sono il Seregno, Taranto, Altovicentino
e si parla del Fondi. Ma per saperne di più
bisogna aspettare il 30 giugno (oggi), data conclusiva
per l'iscrizione.
• 29
GIUGNO 2015 Ingoiato
il rospo: dopo la retrocessione in serie D, la mancata
domanda di ripescaggio...
Si
è ingoiato il rospo. Dopo la bruciante e
inaspettata retrocessione in serie D, il Gubbio
deve anche rinunciare al ripescaggio. In molti ci
speravano, ma noi in questo portale siamo stati
sempre cauti e realisti. La tassa di 500 mila euro
imposta dalla Lega Pro (più la fideiussione
di 600 mila euro) per fare la domanda di ripescaggio
è stata considerata troppo onerosa e perciò
si pensa ora a costruire una squadra per la serie
D. D'altronde, a tutti gli effetti, sul campo la
squadra è retrocessa nei dilettanti (dopo
17 anni di professionismo) e quindi va guardata
in faccia la realtà. Tuttavia sembra chiaro
che la città ancora non riesce a digerire
questa umiliante retrocessione, soprattutto per
come è avvenuta, maturata e per dirla tutta
per come si è manifestata. Ancora oggi la
tifoseria è incredula e non si capacita di
disputare un torneo nei dilettanti. Forse perchè
c'è ancora un lumicino di speranza
per tornare in Lega Pro, ma solo attraverso una
"riammissione" nel caso in cui la Lega
Pro deciderà di riammettere qualche team
dai dilettanti. Al momento però questo discorso
è superfluo perchè ci sarà
da aspettare almeno un mese o addirittura due mesi
per affrontarlo in modo concreto. Per questo motivo
adesso la società eugubina deve darsi da
fare per allestire un organico competitivo per la
serie D. Punto e basta. Per il resto ci si penserà
a tempo debito. In primis si deve puntare su un
allenatore. Su questo argoemento viene scartata
definitivamente la carta Galderisi: sarebbe venuto
in rossoblù solo nel caso in cui il Gubbio
fosse ripescato in Lega Pro. Adesso l'attenzione
si sposta su altri elementi. In vantaggio al momento
ci sarebbe Giuseppe Magi, tecnico di Pesaro, che
ha appena vinto il campionato di serie D con la
Maceratese (nel girone F dove c'erano pure Fano e Sambenedettese).
Sempre in auge la candidatura di Federico Nofri,
reduce dall'esperienza di Gavorrano, sempre in serie
D. Spunta a sorpresa anche il nome di Marco Alessandrini,
ex tecnico dei rossoblù, che è reduce
dall'ottima stagione condotta sulla panchina del
Fano, sempre in serie D. Ma era venuto fuori pure
il nome di Lamberto Magrini, un ex calciatore dei
rossoblù, che ha sempre manifestato il desiderio
di allenare il Gubbio, però dovrebbe restare
alla guida della Recanatese, sempre nei dilettanti.
Malgrado ciò sono solo ipotesi, pertanto
non è escluso che venga fuori un nome a sorpresa.
Come del resto c'è da costruire una squadra
diremmo molto competitiva per la serie D, ma non
sarà semplice. Altre news. Il retrocesso
Forlì (nei dilettanti) ha ingaggiato un nuovo
allenatore: si tratta di Massimo Gadda (e si tratta
di un ritorno). Sandro Cangini invece sarà
il nuovo direttore sportivo della squadra forlivese.
In casa Gualdocasacastalda invece è lotta
a due: sul taccuino i nomi di Riccardo Bocchini
(ex Castel Rigone) e Andrea Mosconi (ex Samb). Colpo
grosso del San Giovanni Valdarno (ex Sangiovannese):
ingaggiato l'allenatore Gennaro Ruotolo (ex tecnico
di Treviso, Sorrento, Savona e Livorno).
• 27
GIUGNO 2015 Lega:
tassa a 500 mila euro, ripescaggio addio! Si pensa
alla serie D e la riammissione...
Come
purtroppo si prevedeva. Come si era scritto e temuto
in prospettiva. La tassa di iscrizione per il ripescaggio
che deve essere versata alla Lega Pro a fondo perduto
è pari a 500 mila euro. Cifra che è
stata stabilita dal Consiglio Federale di venerdì.
Da stabilire la cifra per la fideiussione che serve
per fare per la stessa iscrizione, ma dovrebbe essere
pari a 600 mila euro, salvo sorprese. Ma non è
tutto. Il Consiglio Federale ha preso un altro provvedimento:
già ora è stato stabilito che per
la stagione che verrà (2016-2017) ci sarà
il blocco dei ripescaggi. A questo punto per il
Gubbio è piovuto addosso un macigno. La domanda
di iscrizione per il ripescaggio in questi termini
numerici economici diventa un peso troppo grande.
Per questo motivo la domanda di ripescaggio in Lega
Pro non si farà. Al momento si penserà
a regolarizzare l'iscrizione entro il 10 luglio
per partecipare al campionato di serie D. Ma è
anche vero che la società eugubina spera
in una eventuale riammissione in Lega Pro, in concomitanza
con gli scandali scoppiati del calcioscommesse,
nella speranza inoltre che diverse società
(che sono in difficoltà) non si iscrivano
al prossimo campionato. Tuttavia l'ipotesi di una
riammissione avrà per dovere di cronaca i
suoi tempi lunghi. Perciò al momento diventa
una possibilità molto remota. Per questo
motivo la società dovrà cambiare i
suoi piani sul fronte dell'allenatore da scegliere.
A questo punto il tandem da sogno formato da Galderisi
allenatore e Sandreani vice allenatore non avrà
quasi sicuramente un seguito: categorico era il
vincolo di essere ripescati in Lega Pro. A questo
punto si potrebbe puntare su altri nomi. In primo
luogo c'è l'emergente Giuseppe Magi che ha
appena vinto il campionato di serie D con la Maceratese.
Ritorna in auge il nome di Pierfrancesco Battistini,
che è un ex tecnico di Reggiana e Perugia.
Come quello di Federico Nofri, ex Gavorrano. Ma
è chiaro che per ora sono tutte voci di corridoio.
La realtà è questa, nuda e cruda.
Il Gubbio è retrocesso in serie D: a quanto
pare al momento deve pensare solo a costruire una
squadra competitiva e degna per poter disputare
un campionato di dilettanti apparentemente facile
mentre invece è pieno di insidie. Si deve
partire a programmare fin da subito perchè
è basilare la preparazione estiva. E se poi
arrivasse in modo reale la riammissione? Anche se
fosse bisognerà aspettare agosto o la fine
di agosto. Se per davvero avvenisse questo miracolo,
in quel preciso istante si potrebbero fare degli
innesti mirati per il professionismo. Ma adesso
questi discorsi lasciano il tempo che trovano. Il
Gubbio sul campo è sceso nei dilettanti e
deve pensare ai dilettanti. Non è il momento
di fare voli pindarici. Ci sarà tempo.
• 25
GIUGNO 2015 Quel
duo per riavvicinare i tifosi. Ma solo in Lega Pro.
Tandem con Galderisi e Sandreani
Una
ipotesi suggestiva, forse unica. Ma senz'altro sarebbe
una soluzione che piacerebbe molto a tutta la tifoseria.
Una probabilità di una accoppiata che potrebbe
catalizzare la fantasia di molti. É quella
che vorrebbe intraprendere la Gubbio Calcio. Da
un lato ingaggiare come allenatore Giuseppe Galderisi
che ha lasciato un ottimo ricordo nel 2004. Un tecnico
che è carismatico, la sua squadra forniva
un buon calcio e piaceva alla gente. Quel bel gioco
tra l'altro che si è visto nella stagione
appena passata a Lucca, quando la sua Lucchese pareggiò
per 1-1 contro il Gubbio di Acori, e in quella gara
furono determinanti le parate di Iannarilli per
salvare il risultato. Inoltre Galderisi (per chi
ha avuto modo di conoscerlo come noi a livello di
stampa) è quella persona schietta, sincera,
che sa coinvolgere e ti sa parlare di calcio. E
l'accoppiata potrebbe essere fantastica se al fianco
ci potrebbe essere un vice allenatore come Alessandro
Sandreani. Un uomo, una bandiera, che non ha mai
scordato i colori della maglia rossoblù e
che farebbe di tutto per aiutare il Gubbio per risalire
la china. Sandreani ha i colori rossoblù
cuciti sulla pelle, tutti lo sanno, tutti lo conoscono.
E lo sa pure la società. In questo preciso
momento servono figure essenziali per riavvicinare
la gente allo stadio. Servono persone che amano
veramente i colori rossoblù. Non servono
persone di facciata, ma persone vere. Ma è
chiaro che c'è un importante ostacolo. Dipende
dalla categoria. Questo matrimonio si potrebbe fare,
o per dire meglio potrebbe essere possibile, solo
se il Gubbio verrà ripescato in Lega Pro.
Su questo punto è stato categorico il parere
di Galderisi. Ma se il Gubbio resta in serie D?
L'idea la forniamo noi, visto che ci siamo. Visto
che Sandreani ha preso il patentino da allenatore,
potrebbe essere lui stesso la prima scelta per dirigere
la panchina del Gubbio in serie D. Facciamo questa
precisazione perchè l'ex capitano dei rossoblù
può allenare solo nei dilettanti (o nei campionati
giovanili) mentre in Lega Pro può fare solo
il secondo allenatore. Gli altri nomi circolati?
Sono solamente ipotesi che sinceramente si possono
definire dei sondaggi. Dino Pagliari è difficile
che venga e semmai solo in Lega Pro. Spunta pure
il nome dell'emergente Giuseppe Magi che ha appena
vinto il campionato di serie D alla guida della
Maceratese nel girone F (ben 78 punti totalizzati
davanti a Fano e Sambenedettese): l'allenatore pesarese
ha avuto un contatto con la società eugubina.
Tuttavia per fare ogni ulteriore discorso c'è
da aspettare la data del 26 giugno quando si riunirà
il Consiglio Federale dove si dovrebbero definire
per l'appunto i criteri di ripescaggio: da quel
momento in poi si potrebbe già capire se
il Gubbio potrebbe usufruire di questa ipotesi,
ma è chiaro che bisognerà aspettare
il 30 giugno per sapere effettivamente quante società
si iscriveranno al campionato di Lega Pro. Riceviamo
e pubblichiamo una iniziativa di un collega giornalista
di Pisa: Luca Barboni ha redatto l'annuario (di
400 pagine) che riepiloga tutti i dati del campionato
di Lega Pro 2014-2015. Tutti gli interessati possono
richiedere una copia (gratis) in formato pdf inviando
una richiesta all'indirizzo email: luca.barboni@tin.it
(l'unica richiesta che viene fatta, affinchè
venga esaudita la richiesta, è comunicare
la fonte dove è stata letta questa notizia).
• 24
GIUGNO 2015 C'era
un volta il Parma e quel "legame" con
Gubbio. Da quella sinergia ad oggi: il resoconto
Era
il 4 agosto 2013. Il Gubbio gioca il suo Memorial
Mancini contro una squadra di lusso: si trattava
del Parma allenato da Donadoni e tra le sue fila
aveva un certo Cassano.
Quella partita naturalmente fu vinta dagli emiliani
per 3-0 con le reti di Sansone, Palladino e Okaka
su rigore. Una gara che consolidò il rapporto
che si era istaurato tra il Gubbio e la società
ducale. In quellla stagione (2013-2014) c'era il
trainer Christian Bucchi e dalla società
gialloblù arrivarono in estate addirittura
16 calciatori dal Parma. Riguardando nell'archivio
news del nostro portale web, questo accordo fu accolto
come una manna dal cielo. In pratica il 6 giugno
2013 l'allora presidente Fioriti disse: "L'accordo
con il Parma è un progetto di prospettiva
e strategico: al di là dell'aspetto economico,
questo accordo sarà prettamente tecnico".
E in quell'occasione (curiosamente) si parlò
anche delle dimissioni del vice presidente Sauro
Notari (attuale presidente del Gubbio), e proprio
Fioriti a riguardo affermò: "Questo
è il neo peggiore: di sicuro per noi è
una grande perdita". Dimissioni che poi
furono smentite in realtà il 12 giugno 2013
dallo stesso Notari che disse: "Il sottoscritto
non si è mai dimesso. Ma sul treno che parte,
non dico che vorrei essere il macchinista della
locomitiva, ma almeno vorrei stare al fianco del
guidatore e non voglio salire su un vagone qualsiasi".
La data fatidica: il 7 giugno 2013, l'accordo fu
ufficializzato. In conferenza stampa in sede questo
accordo fu definito così. Il patron Fioriti
disse: "É un progetto storico".
Il diesse Giammarioli disse: "É un
accordo importante: la nostra collaborazione sarà
molto più stretta con il Parma, invece di
prelevare più calciatori da altre parti d'Italia.
Ci saranno delle valorizzazioni con i calciatori
che arriveranno dal Parma". Delle valorizzazioni
che fruttarono un milione
e 500 mila euro circa per le casse eugubine. Ma ora
si arriva
ai giorni nostri e la differenza è piuttosto
notevole. Data 22 giugno 2015: il Parma è
fallito.
Non c'è alternativa, resta solo la serie
D. Chi se lo sarebbe mai aspettato? In poco tempo
sono cambiate tante cose. Il Parma ripartirà
dai dilettanti e quindi quel filo conduttore che
legava il Gubbio alla società ducale si è
così completamente dissolto. Pure in casa
Gubbio sono cambiate tante cose rispetto ai quei
tempi. Ora il presidente è Sauro Notari.
E secondo alcuni rumours, al suo fianco potrebbe
entrare l'imprenditore eugubino Filippo Barbetti.
Per il resto Marco Fioriti si è dimesso da
amministratore delegato ma resta come consigliere.
Ci si attende cosa sarà del futuro. Ma soprattutto
c'è da capire ancora in quale serie giocherà
il Gubbio. Intanto venerdì 26 giugno si terrà
la prossima riunione del Consiglio Federale: ci
pare ovvio sottolineare che è attesissima
soprattutto per quanto riguarda le nuove norme da
stabilire sui ripescaggi nei campionati professionistici.
Questa riunione interessa in maniera diretta il
Gubbio Calcio. Ex rossoblù. Alla Cremonese
l'ex Dt degli eugubini Gigi Simoni è stato
confermato anche per la prossima stagione come presidente.
Stefano Giammarioli resta il direttore sportivo, però
ricoprirà anche il ruolo di direttore
generale. In grigiorosso invece è approdato
come allenatore Fulvio Pea.
• 23
GIUGNO 2015 Contatto
con Galderisi: summit con la società di lunedì.
L'ex Torrente alla Salernitana in B
É
un ex rossoblù. Ha allenato il Gubbio nella
stagione 2004 quando subentrò a Ruggiero
Cannito: in sette partite conquistò quattro
vittorie (compresa la vittoria a Gualdo per 3-1
con reti di Bruni, Ferrari e Cipolla), due pareggi
e una sconfitta. Quel Gubbio così raggiunse
i playoff ma venne sconfitto all'epoca dalla Sangiovannese
di Baiano allenata da Sarri. Nell'ultima stagione
è subentrato il 14 novembre 2014 a Lucca
con la squadra in piena zona playout: i rossoneri
alla fine del campionato hanno centrato il decimo
posto. Stiamo parlando di Giuseppe Galderisi, classe
1963. L'allenatore di Salerno ha avuto un concreto
contatto lunedì con la società eugubina.
C'è stato un vero e proprio summit dove Galderisi
ha potuto incontrare direttamente il presidente
Sauro Notari. Le due parti si sono ripromesse di
risentirsi tra una settimana e anche più
in là perchè sarà fondamentale
la data del 30 giugno quando si potranno sapere
con precisione i parametri per un possibile ripescaggio
in Lega Pro e si sapranno le società che
riusciranno ad iscriversi al campionato (anche se
hanno poi una proroga fino al 17 luglio). Infatti
Nanu Galderisi potrebbe accettare la panchina rossoblù
solo nell'eventualità che il Gubbio venga
subito ripescato (oppure riammesso) in Lega Pro.
Qualora si trattasse di restare in serie D, allora
la società eugubina sarà costretta
a prendere altre strade. Questo è un punto
fermo. Perciò la società eugubina
sta continuando a fare dei sondaggi, ma per le notizie
certe c'è ancora da aspettare. Ma per
fare una statistica completa sugli allenatori, possiamo
dire quanto segue. Ad esempio Leonardo Acori durante
la scorsa stagione fu ingaggiato il 5 luglio 2014.
Nella stagione precedente invece Christian Bucchi
fu ufficializzato il 12 luglio 2013. Mentre Andrea Sottil
fu tesserato già nel mese di giugno,
precisamente il 22 giugno 2012. In serie B invece
Fabio Pecchia fu addirittura ufficializzato il 18
giugno 2011. Mentre con Torrente si fece molto presto
e combacia una data: fu ufficializzato il 17 giugno
2009 e l'anno dopo fu confermato il 17 giugno 2010.
Una data, lo stesso destino, perchè in entrambi
le stagioni il Gubbio ha vinto il suo campionato
di appartenenza passando dalla Seconda Divisione
(vecchia C2) alla serie B. Tornando all'attualità,
si sta parlando che se Galderisi diventasse davvero
il nuovo allenatore del Gubbio, potrebbe essere
Alessandro Sandreani ad affiancarlo come vice. Secondo
alcuni rumours si parla pure che Sandreani potrebbe
arrivare in ogni modo. Sarebbe un bel segnale per
riportare davvero una figura rappresentativa per
i colori della Gubbio Calcio. Altre notizie. Adesso
è ufficiale: Vincenzo Torrente è il
nuovo allenatore della Salernitana in serie B. Si
parla che potrebbe raggiungerlo un altro ex rossoblù,
il portiere Eugenio Lamanna, ma è probabile
che rimanga ancora in serie A con il Genoa.
• 22
GIUGNO 2015 Gubbio,
per adesso tutto in stand by. Situazione complicata.
Bisogna aspettare il 30 giugno
Sono
passati 23 giorni dalla retrocessione in serie D.
Ancora tutto tace. L'unico comunicato stampa ufficiale
della società è arrivato lo scorso
venerdì che riportava quanto segue. Cioè:
«La Corte Sportiva d'Appello Nazionale ha
discusso il ricorso del Gubbio verso le sanzioni
dell'inibizione fino al 31 ottobre e dell'ammenda
di 3000 euro inflitte al presidente Sauro Notari
a seguito del match contro il Savona del 23 maggio
scorso. Il ricorso è stato parzialmente accolto
e per l'effetto la sanzione dell'inibizione è
stata rideterminata al 31 luglio, mentre è
stata confermata l'ammenda». Per il resto
niente. In effetti prima di tutto c'è un
nodo da sciogliere e prima del 30 giugno è
proprio impossibile da sciogliere. In quella data
infatti si radunerà il Consiglio Direttivo
della Lega Pro per decidere quali saranno in maniera
definitiva i parametri precisi per fare domanda
di ripescaggio. Oltre alla fideiussione di 600 mila
euro, bisognerà vedere se serviranno altri
600 mila euro da versare a fondo perduto alla Lega
Pro (come si è paventato), oppure la cifrà
rimarrà inalterata a 200 mila euro (come
nella passata stagione). In quella data è
prevista anche la domanda di iscrizione di tutte
le società che disputeranno la Lega Pro,
però anche se un club non ha i requisiti
richiesti è previsto un ulteriore step che
permette di presentare il ricorso alla CoViSoc entro
il 14 luglio. In questo caso il termine fissato
è perentorio e la decisione di concedere
o meno la Licenza Nazionale verrà presa dal
Consiglio Federale durante la riunione del 17 luglio.
Però ci sarebbero anche 20 società che rischiano
di non iscriversi, come spiega in maniera dettagliata questo articolo di Calcioweb.eu.
Ma nonostante ciò, come si può notare,
per sapere se c'è una concreta possibilità
di ripescaggio, i tempi sono piuttosto lunghi. E
forse ci vorrà diverso tempo. Eppure, secondo
alcuni rumours, gli esponenti dell'A.S. Gubbio 1910
sono convinti che ci sarà un ripescaggio
o addirittura una riammissione in Lega Pro. Questo
è l'augurio di tutti, sia chiaro, ma noi
restiamo cauti perchè in fin dei conti bisogna
essere realisti e bisogna proseguire a piccoli passi
perchè non vogliamo mandare del fumo negli
occhi ai nostri lettori. Intanto scatta il totoallenatore.
E adesso inizia il dilemma. Dopo il diniego
di Tasso che è stato confermato vice allenatore
(con accordo triennale) dell'Ancona al fianco del
tecnico Cornacchini, il Gubbio va avanti nel silenzio
più assoluto. Ma il motivo è molto
semplice. Allenatori del calibro di Braglia, Pagliari
(con i quali servono contratti esosi) o Torrente,
non verranno mai per disputare un campionato di
serie D, ma solo se si farà con certezza
la Lega Pro (questo sembra scontato). Inoltre Torrente
sembra molto vicino a sedersi sulla panchina della
Salernitana, appena approdata in serie B. Perciò
al momento gli unici allenatori papabili sono Battistini
(ex Perugia) o Nofri (ex Gavorrano) per essere ingaggiati:
entrambi potrebbero accettare di sedersi sulla
panchina rossoblù anche in caso di un campionato
di serie D. Mentre l'ipotesi di un ritorno di Galderisi
è tutta da valutare, ma possibile. Inoltre per formare
una rosa di calciatori in questo momento non è
per niente facile. Ma il discorso è un altro:
ma quanto si può ancora attendere? Ogni squadra
inizia la preparazione a luglio, perciò non
si può esitare tanto o troppo. Un'idea di
squadra ci deve essere già in testa, anche
se si capisce ampiamente che non è poi facile:
non sapere in quale categoria si giocherà
sta diventando un grosso ostacolo per una idea ben
precisa per costruire un vero organico. In attesa di
lumi, che ci auguriamo siano propositivi e positivi,
è giusto camminare a fari spenti. Per non
illudere nessuno. Per non illudere una tifoseria.
Aspettando notizie concrete.
• 20
GIUGNO 2015 Acori:
"É ora di chiarire, ecco tutta la
verità! Poi adesso la colpa è solo
mia? E nel mercato..."
Diritto
di replica. Il nostro portale web è stato
sempre aperto ad una informazione libera, nel rispetto
dei ruoli e delle parti. Per questo accettiamo e
pubblichiamo le parole del tecnico Leonardo Acori.
In primo luogo replica all'articolo pubblicato nel
nostro portale lo scorso 12 giugno con la relativa
intervista a Simone Guerri (che si trova nell'archivio
news). Acori dice: "Vorrei chiarire: dei
calciatori mi ci hanno pure chiamato. C'è
stata sempre educazione nel nostro spogliatoio e
il rispetto delle regole. Solo una volta c'è
stato un ritardo: in inverno Tutino, Caldore ed
Esposito hanno trovato per strada un incidente vicino
Roma e sono arrivati in ritardo, per questo motivo
sono stati multati da regolamento interno. Per il
resto le consegne sono state sempre rispettate:
rispetto, disciplina, non hanno mai sgarrato. A
fine campionato ho visto dei ragazzi un po' impauriti
come dicono in molti e gli sono stato ancora più
vicino. Con me c'è stato per molto tempo
Tasso e quindi gli si può chiedere a lui
come gestisco io lo spogliatoio. Rispetto dei ruoli
sempre: staff tecnico, calciatori e società.
Non sono stato permissivo, ma ero vicino ai calciatori
per aiutarli". Ma Acori vuole aggiungere
un altro fatto. Eccolo: "Ora sembra che
la retrocessione è solo colpa di Acori. Naturalmente
anche io ho sbagliato, ma mi prendo le mie responsabilità:
non sono stato infallibile altrimenti non si retrocedeva.
Però mi sono preso una forte avventura: sapevo
le difficoltà che c'erano all'inizio, ma
le sfide mi piacciono. L'allenatore dei 27 punti
dell'andata era sempre il sottoscritto. Poi è
vero come dice il presidente (Notari ndr) che aveva
parlato con Borghese, ma non so se sarebbe venuto.
Però io dissi che con il recupero di Galuppo,
quattro difensori centrali potevano bastare. Volevamo
una punta centrale come Plasmati, però non
è potuto venire: altri non me servivano perchè
Regolanti fino a gennaio aveva fatto 8 gol, ma poi
è stato molto disturbato da queste chiacchiere
della ricerca di un attaccante. Ma bisogna dire
tutto per fare venire fuori la verità. Ad
esempio Bariti aveva già firmato, l'avrei
preso volentieri, ma poi non fu più preso
e non certamente per colpa di Acori. Nel mercato
di gennaio feci il nome di sette/otto esterni, ma
non siamo riusciti a prendere nessuno di quei nomi".
Acori prosegue: "Purtroppo poi la squadra
è calata, ma molti non avevano fatto la preparazione
e molti di quei ragazzi non hanno mai fatto un campionato
intero. Quando sono arrivato c'erano Laezza e Malaccari.
Dei calciatori sono arrivati grazie al direttore
sportivo (Pannacci ndr), ma molti sono stati presi
perchè io allenavo il Gubbio: Loviso non
sarebbe mai venuto a Gubbio, idem Lasicki e tanti
altri. Abbiamo pagato il fatto che abbiamo preso
dei rigori sciocchi e tanti gol su calcio d'angolo.
Le quattro vittorie tra novembre e dicembre forse
ci hanno tolto un po' di umiltà. Dopo la
Carrarese è stato destabilizzante l'attacco
del presidente nei miei confronti sui giornali,
senza chiamarmi in sede: semmai dovevo essere esonerato
in quel istante e non a fine campionato. A San Marino
abbiamo toppato la partita. Ma ho visto una partita
più brutta di quella, ma non ero più
l'allenatore: nei playout a Savona dove nel primo
tempo poteva vincere il Savona per 5 o 6 a 0. E
sono rimasto male anche delle dichiarazioni di Bonura
dopo la partita di ritorno. Per non parlare del
modulo: questa squadra poteva giocare solo con il
4-3-3, altrimenti Loviso andava in difficoltà
e gli esterni erano adatti solo a questo modulo".
E conclude: "Mi dispiace per la città
di Gubbio. Era una missione difficile. Ho le mie
responsabilità, ma ho la coscienza pulita
perchè ho dato tutto".
• 18
GIUGNO 2015 L'osservazione.
Quei successi... costruiti da lontano! E si scopre
che non vengono a caso...
Paradossale.
Ma certi fatti a distanza di tempo fanno capire
che quando si programma in tempo e con serietà,
si raggiungono i risultati. É bastato sbirciare
nell'archivio news del nostro portale web. Prima
data: 4 giugno 2009. Già nei primi giorni
di giugno fu ufficializzato il neo allenatore del
2009-2010: si trattava di Vincenzo Torrente. Riportiamo
le parole dette proprio in quell'occasione dal direttore
sportivo dell'epoca Stefano Giammarioli: "Torrente
viene a Gubbio con grande entusiamo. Era la nostra
prima scelta. Già lo conoscevo, ma determinante
è stata la presenza di Gigi Simoni. Lo staff
tecnico così è proprio al completo".
Sì, perchè in quell'occasione furono
ufficializzati pure il preparatore atletico che
era Mengoni e il preparatore dei portieri che era
Pascolini. Sei giorni più tardi (il 10 giugno
2009) parlò lo stesso Torrente che disse:
"Sono motivatissimo, l'ambiente mi piace
e d'altronde mi trovo in una piazza passionale".
Poi ci fu la presentazione ufficiale il giorno dopo
(11 giugno 2009). Fanno un certo effetto sentire
quelle parole pure oggi. Eccole. Infatti il Dt Gigi
Simoni disse: "Arrivare tra le prime 5 del
campionato. Budget ridimensionato? Non ci spaventa.
L'importante è fare acquisti mirati e cercare
dei calciatori motivati". L'allenatore
Torrente aveva aggiunto: "Non nego che puntiamo
a fare un torneo di vertice. La crisi (economica
ndr) c'è ovunque, l'importante è centrare
gli acquisti e voglio una squadra di combattenti".
Quanto fanno riflettere quelle parole ad oggi! Anche
perchè lo stesso Torrente disse subito: "Pratico
il 4-3-3, difficile che cambio schieramento, sono
gli altri che si devono adattare a noi".
Insomma, c'erano idee chiare fin da subito. Non
a caso a fine stagione è arrivata poi la
promozione in C1 in quel fatidico spareggio datato
13 giugno 2010 davanti a 2624 tifosi eugubini al
seguito allo stadio di San Marino. Ma fanno sensazione
pure altre operazioni. Ad esempio il bomber Alessandro
Marotta (autore poi nel torneo di 20 reti), fu ingaggiato
e quindi ufficializzato già il 17 giugno
2009. Mentre il 3 luglio 2009 toccò al portiere
Eugenio Lamanna (ora in serie A con il Genoa) e
il giorno dopo venne l'ora della presentazione di
Giacomo Casoli (fu protagonista di una stagione
esaltante con il gol risolutivo ai playoff). Senza
dimenticare che furono confermati delle pedine cardine
come Sandreani, Briganti, poi Farina e Anania. In
pratica la programmazione fu costruita da lontano,
cioè in largo anticipo. In poche parole quei
successi sono stati costruiti da lontano. Ma successe
la stessa cosa anche nella stagione seguente (2010-2011),
quella fatidica della promozione in serie B. La
Triade (Simoni, Giammarioli e Torrente) fu confermata
dopo appena quattro giorni dallo spareggio di San
Marino: il 17 giugno 2010. Nei primi di luglio arrivarono
tanti giovani promettenti: Donnarumma dal Catania
(ora al Teramo), poi Galano dal Bari e fu confermato
Gomez Taleb dall'Hellas Verona (adesso giocano con
le squadre di appartenenza). Altra curiosità
di quella stagione. Nei test estivi il Gubbio di
Torrente si impose per 2-0 nel Memorial Mancini
del 29 luglio 2010 contro il Torino allenato da
Lerda (reti di Testardi e Bertinelli). Ironia della
sorte. Poi il destino vuole che un anno dopo, in
campionato, in serie B, il 22 ottobre 2011, il Gubbio
riesce a sconfiggere di nuovo il Torino (allenato
questa volta da Ventura) per 1-0 con quella rete
decisiva di Daniel Ciofani (ora in serie A con il
Frosinone). Tutto ciò serve per raccontare
una pagina epica del calcio eugubino e resterà
nella storia. Ma certi successi non sono mica venuti
per caso!
• 17
GIUGNO 2015 Sandreani:
"Ho sofferto pure io come un tifoso. Dagli
errori saper ripartire. E i più esperti..."
Quando
il malessere di una retrocessione viene trasportata
fuori Gubbio. Da colui che ha vestito con vera devozione
la maglia del Gubbio. Stiamo parlando di Alessandro
Sandreani che nell'ultima stagione ha collaborato
con il diesse Stefano Giammarioli alla Cremonese
e in questo lasso di tempo ha preso il patentino
di allenatore con il quale può allenare in
serie D, nei settori giovanili e può fare
il vice in una squadra di Lega Pro. Prima domanda.
Come ha visto questa retrocessione del Gubbio? "Nonostante
sono di Cantiano, nondimeno lavoravo da un'altra
parte, ho vissuto questa retrocessione come un vero
tifoso. Perciò ho sofferto. Una retrocessione
che fa male. Ora ci deve essere la forza di ripartire".
Da esterno che idea si è fatto? "Ho
visto giocare la squadra alcune volte e talvolta
ha giocato bene. Dico che a mio avviso è
arrivata la paura che ha avuto un'escalation. La
squadra era giovane ma credo che siano mancate pure
delle
certezze caratteriali all'interno dello spogliatoio.
Di sicuro sono mancati degli uomini carismatici
a livello di spogliatoio. D'altronde questo è
il calcio. Quando si comincia a perdere diventa
tutto più difficile perchè il campionato
era così livellato: è bastato incassare
alcune sconfitte che hanno portato una insicurezza
che ha trascinato tutti". Parlava di figure
carismatiche. Diciamo forse che sono mancate pedine
come Boisfer, Bartolucci o lo stesso Sandreani,
che in passato sono state delle presenze importanti
nello spogliatoio? "Della squadra di quest'anno
conoscevo solo Simone Guerri e posso dire che lui
è una figura importante. Per il resto non
so che dire. Di sicuro è mancato qualcosa.
Ma adesso non serve a nulla rivangare il passato.
Come ad esempio quando si rivangava la retrocessione
dalla serie B. Da certi errori bisogna saper ripartire
per non commetterli più". Lo stesso
Guerri in una recente intervista al nostro portale
web ha detto che quest'anno nello spogliatoio c'era
troppo permissivismo e poche regole. Lei che ne
pensa? "Le regole sono importanti, assolutamente.
Le regole, il gruppo e gli allenamenti sono fondamentali.
Certo: appare strano che il Gubbio aveva fatto bene
con Acori nel girone di andata e poi non so capire
cosa può essere successo. Purtroppo la situazione
stava precipitando ma si è capito troppo
tardi, e credo che i calciatori più esperti
dovevano parlare prima e alzare la voce prima. Così
facendo ci hanno rimesso tutti, ci ha rimesso il
Gubbio". Adesso Sandreani che consiglio
può dare al Gubbio? "Sinceramente
non me la sento di dare consigli. Sono vicino alla
gente, soprattutto ai quei 1500 che erano presenti
in C2 quando giocavo fino a dieci anni fa ed erano
presenti pure nella finale di ritorno dei playout
contro il Savona: capisco che ci stanno male e in
particolar modo saluto i ragazzi della curva. Ci
hanno sofferto tanto e mi dispiace per tutto l'ambiente,
per il presidente e per la società che immagino
abbiano dato il massimo. Ma credo che queste batoste
servano per il futuro". E il futuro di
Sandreani? "É aperto a tutto, è
aperto a qualsiasi evenienza. Ho preso pure il patentino
di allenatore. Perciò sono disponibile a
fare tutto. Mi trovo nella situazione come quando
uno è chiamato alle armi: sono pronto a tutto".
In poche parole, il guerriero non si arrende mai.
Era una lottatore in campo. Di sicuro lo sarà
anche da allenatore. Garantito.
• 16
GIUGNO 2015 Focus.
Si prevede una lunga estate calda! Ma non è
il titolo del film! E spunta un nome...
La
lunga estate calda. Era il titolo di un film drammatico
targato Stati Uniti d'America del 1958. Regia di
Martin Ritt. Ed un cast di attori importanti: Paul
Newman, Orson Welles, Joanne Woodward, poi Anthony
Franciosa e Lee Remick. Ma quello che aspetterà
tutti gli sportivi eugubini non sarà un film.
Sarà una lunga estate calda. Il problema
principale che si trova davanti ora il Gubbio è
il ripescaggio. Perchè di problema si tratta.
Per fare un esempio: l'Arezzo nella passata stagione
fu ripescato in Lega Pro, ma dovette aspettare addirittura
il 4 settembre 2014 (prese il posto del Vicenza
ripescato a sua volta in serie B). E in poco tempo
dovette costruire una rosa competitiva per la Lega
Pro: ma la società amaranto non ha badato
a spese. Vennero presi a suon di quattrini in pochi
giorni calciatori del calibro di Dettori, Morga
ed Erpen. Tutto ciò è per fare capire
che un ripescaggio per essere operativo
avrà di sicuro i suoi tempi molto lunghi e occorrono
tanti quattrini (e non noccioline) poi per potenziare
la squadra. Insomma, la strada non è semplice
quanto si crede (tutt'altro). Le tappe sono lunghe.
Infatti in primo luogo bisognerà aspettare
il 30 giugno quando si terrà il consiglio
direttivo della Lega Pro a Firenze. In quella data
si saprà con certezza quali saranno i criteri
economici ben precisi per portare avanti la domanda
di ripescaggio. Si parla di oneri finanziari lievitati.
Le società infatti dovranno farsi carico
della fideiussione prevista per l'iscrizione fissata
in 600 mila euro, contro i 400 mila euro richiesti
ai club già confermati nella categoria. Inoltre
sarebbe previsto un versamento a fondo perduto pari
a 600 mila euro (contro i 200 mila euro della passata
stagione). Si cerca di rivedere al ribasso questa
cifra, ma potrebbe rimanere tale: per una risposta
definitiva bisogna aspettare il 30 giugno (appunto).
In materia di iscrizioni però si prevede
un'estate ancora più calda del solito in
rapporto sia alla delicata situazione economica
finanziaria di molti club e sia allo scandalo del
calcioscommesse (e qui si sta parlando pure di riammissioni).
Ma visto e considerato quanto è successo
in passato, difficilmente le squadre coinvolte verranno
retrocesse all'ultimo posto, al massimo potrebbero
essere penalizzate nel prossimo campionato di appartenenza.
Infatti tutte le società coinvolte si sono
costituite parte civile. Adesso non sarà
semplice programmare e costruire una squadra perchè
non si sa nemmeno in quale campionato potrà
giocare il Gubbio. Sul campo infatti il Gubbio è
retrocesso e quindi il suo campionato di appartenenza
al momento è la serie D. Se ci sarà
un ripescaggio, ci pare ovvio che questa macchia
(quella della retrocessione) resta e questa macchia
deve servire per programmare il futuro in maniera
più chiara, più seria e più
trasparente (altrimenti si potrebbe verificare una
ulteriore retrocessione). É chiaro che non
sarà semplice nemmeno individuare un allenatore
che abbia le credenziali (ma anche la voglia) di
poter accettare la panchina rossoblù sia
in serie D che in Lega Pro. Alcuni piccoli sondaggi
la società eugubina in verità già
l'ha fatti. Un nome su tutti: Renzo Tasso, eugubino,
reduce dall'ultima esperienza ad Ancona come vice
di Cornacchini. E un primo approccio tra la società
e Tasso già è avvenuto: bisognerà
vedere adesso se questo contatto avrà un
seguito. In verità Renzo Tasso è stato
contattato anche dal Gualdo Casacastalda del patron
Minelli. Ma non è escluso che potrebbe uscire
fuori un nome a sorpresa. Tutto dipenderà
molto dal progetto. Ogni allenatore non accetterà
il tutto a scatola chiusa. Per ripartire servirà
un progetto serio, per poter risalire la china quanto
prima.
• 15
GIUGNO 2015 La
ricerca dei talenti e il vivaio: l'esempio di Frosinone
e Carpi. Pure a Gubbio in passato...
Parliamo
di due fenomeni del calcio. Frosinone e Carpi che
da quest'anno affrontano per la prima volta il campionato
di serie A. Ma certi successi nascono da lontano.
Lungimiranza, lucidità e umiltà nella
programmazione. Ci sono delle società che
non navigano a vista, ma pianificano ogni dettaglio.
Con una strategia fondamentale: la valorizzazione
del settore giovanile come spinta economica e i
risultati
ne sono la testimonianza tangibile sia sul campo
che nel bilancio. Partiamo dal Frosinone. Proprio
il presidente frusinate Maurizio Stirpe aveva confessato
lo scorso ottobre 2014 a Repubblica.it: "Il
nostro sogno è progetto sostenibile che diventi
autosufficiente. Noi stiamo creando infatti una
società che si autoalimenti". E
fece un esempio: "Stellone fu inserito nel
nostro settore giovanile, dove ha vinto un campionato
Berretti e così poi lo abbiamo inserito in
prima squadra. É giovane, ma se non fa errori
nella gestione personale della carriera potrà
arrivare molto in alto". In pratica è
stato
un buon profeta perchè adesso il Frosinone
targato Stellone è in serie A. Un esempio
lampante sono quei calciatori come Paganini e Gucher
che sono nati proprio nel vivaio gialloblù.
Parliamo anche del fenomeno Carpi guidato dal sanguigno
Fabrizio Castori. Il patron degli emiliani Stefano
Bonacina, lo scorso mese aveva fatto queste dichiarazioni
a Radio Anch'io Sport: "Abbiamo fatto quattro
promozioni in sei anni perchè ho trovato
dei collaboratori validi, di sicuro c'è un
pizzico di fortuna ma principalmente perchè
abbiamo investito giusto". Ma soprattutto
si è puntato sulla scoperta di giovani talenti
nei dilettanti. Un esempio lampante è l'attaccante
Kevin Lasagna, attaccante, classe 1992, prelevato
dalla formazione dell'Este in serie D (dove aveva
realizzato 22 reti) e nel campionato appena concluso
con il Carpi ha totalizzato ben 30 presenze. Per
non parlare dell'esplosione di Jerry Uche Mbakogu,
attaccante nigeriano classe 1992, prelevato dal
Padova in prestito e poi acquistato a "costo
zero" dopo il fallimento della società
veneta: adesso vale 8 milioni di euro ed è
finito nel mirino del Torino. Ebbene, deve tornare
la cultura del vivaio e la voglia di riscoprire i
talenti. D'altronde, chi ha buona memoria, i successi
del Gubbio sono nati proprio da scelte azzeccate.
Nella stagione in cui il Gubbio (2009-2010) vinse
il campionato di Seconda Divisione, il bomber era Alessandro Marotta che riuscì a segnare
20 reti con la maglia dei rossoblù: nell'estate
2009 era stato preso dall'Arrone (serie D) dove
aveva segnato 22 reti. A gennaio 2010 arrivò
pure un certo Juan Inacio Gomez Taleb, esploso con
la maglia rossoblù soprattutto nella stagione
seguente (2010-2011) quando segnò 18 reti
nella magica cavalcata verso la serie B. Oggi è
in serie A con l'Hellas Verona, a quei tempi aveva
fatto alcune presenze con il Bellaria. Per chi ama
le sue performance ecco i gol in video di Gomez
con la maglia eugubina.
Insomma, bisogna tornare a scoprire i talenti. Che
hanno fame, che hanno voglia di sfondare e che hanno
il vero spirito di appartenenza. Non ripetere gli
stessi errori, soprattutto avvenuti nell'ultima
stagione disgraziata.
• 12
GIUGNO 2015 Guerri:
"Troppo permissivismo nello spogliatoio.
Nel ritorno i nodi: quel terrore di giocare..."
É
l'unico calciatore della stagione appena conclusa
che aveva vestito la maglia rossoblù anche
nella stagione 2012-2013 nell'era Sottil. In quell'annata
era arrivata la salvezza mentre quest'anno è
giunta una bruciante retrocessione. Ne parliamo
con il centrocampista Simone Guerri, tra i più
esperti del gruppo: "Quando c'era Sottil
avevo trovato una squadra diversa rispetto a questa
stagione. Direi che era un squadra ben più
esperta. In questa stagione invece, quando sono
stato chiamato a giocare a Gubbio (il 22 settembre
2014 ndr), ho trovato uno spogliatoio composto veramente
da tanti ragazzi giovani e a mio avviso c'era troppo
permissivismo. In uno spogliatoio per fare dei risultati
ci vogliono delle regole, oltre che di calciatori
più esperti. Tanti calciatori erano nuovi
a questo tipo di campionato, perciò ci è
voluto un po' di tempo per indirizzare questi ragazzi.
Quindi c'è stato un problema di prime esperienze
e gioventù". Questo significa che
questa squadra è mancata di esperienza? "Tutt'oggi,
da quando è finito il campionato, ho cominciato
ad analizzare il tutto e ci sto veramente male.
Questa è stata una delusione troppo grande.
Beh, pensandoci bene la squadra era molto giovane.
Quando ci sono stati i risultati è arrivato
l'entusiasmo e questo clima di permissivismo poteva
andare pure bene. Invece da gennaio si è
iniziato a zoppicare e lì si doveva stringere
la corda. In realtà è venuto fuori
il problema vero: nei momenti di difficoltà
siamo crollati. Nelle ultime partite guardavo i
nostri giovani calciatori negli occhi e vedevo che
avevano il terrore di giocare. I tifosi sono stati
eccezionali, ci hanno sempre sostenuto e quindi
il problema non era la pressione della tifoseria.
Noi più esperti dicevamo che si stava giocando
una partita di calcio ma evidentemente il terrore
di sbagliare era elevato. Perciò quando non
sei libero a livello psicologico diventa tutto più
difficile e si fanno degli errori. Nel girone di
andata è girato tutto bene perchè
non eravamo dei fenomeni. Nel ritorno abbiamo sbagliato
tre partite ma in altre ci è girato tutto
storto. Poi c'è stato un periodo dove ci
siamo cullati sugli allori. Dovevamo capire che
i punti si dovevano prendere perchè non cadono
dal cielo. Questo atteggiamento purtroppo ci ha
penalizzato tanto. Quando ce ne siamo resi conto
per me c'era sia il tempo che il margine per poter
rimediare, ma abbiamo avuto degli scontri diretti
dove abbiamo fallito. La verità è
questa". La questione allenatore: esonerato
alla penultima giornata; se la società voleva
prendere questa decisione non andava fatta prima?
"Io sono sempre stato per il rispetto dei
ruoli. Esistono dei calciatori che poi vanno dal
presidente e gli dicono di cacciare l'allenatore.
Non è stato il nostro caso e non è
nella mia indole. La nostra stagione è stata
assai parallela alla Pistoiese: entrambe fino allo
scontro diretto di dicembre eravamo le sorprese
del campionato, poi tutte e due siamo andate in
caduta libera. Loro l'allenatore lo hanno cambiato
prima (era arrivato Sottili al posto di Lucarelli
il 9 febbraio 2015 ndr) e forse la scossa è
cominciata lì per la Pistoiese. Purtroppo
nel calcio contano i risultati". Nei playout,
come si spiega una prestazione inguardabile all'andata
a Savona? "La squadra era carica. Avevamo
due risultati su tre. Ci siamo messi dietro perchè
loro dovevano scoprirsi, ma non siamo mai riusciti
a ripartire. In pratica non è stata giocata.
Nel ritorno tuttavia avevo fiducia, ma nel secondo
tempo non abbiamo avuto più energie e dei
calciatori erano a terra a livello fisico: c'era
tanta tensione". Un ultimo saluto ai tifosi?
"Ero ritornato a Gubbio per una scelta di
cuore. Ringrazio ancora i tifosi perchè per
davvero ci hanno sempre incitato. Spero solo che
il Gubbio venga ripescato perchè se lo merita".
• 11
GIUGNO 2015 Focus.
Capire gli errori per ripartire (per non ripeterli).
Scovare i talenti e serve dialogo...
Dopo
una retrocessione, come affrontare il futuro? Serve
innanzitutto umiltà. Quell'umiltà
fondamentale nel capire dove sono stati commessi
degli errori per non ripeterli più. Le retrocessioni
sono sempre traumatiche. A nostro avviso servono
delle figure basilari nei ruoli cardine per poter
riavvicinare quei tifosi che si sono allontanati
dallo stadio. In città c'è disamore.
Un disamore che a onor del vero non è nato
in coincidenza con questa retrocessione. Sembra
paradossale pensare che fino a tre stagioni fa,
ovvero fino alla promozione in serie B, tutta una
città era partecipe e si potevano notare
allo stadio in maniera marcata intere famiglie,
bambini, donne, insieme a mariti o fidanzati. C'era
un calore sugli spalti coinvolgente. Negli ultimi
anni questo entusiasmo però è scemato,
in maniera esponenziale e radicale. Qualcuno dovrà
porsi una domanda, oppure no? Qualcuno dovrà
capire che forse un qualcosa non ha funzionato e
in qualcosa si è sbagliato, oppure no? Si
è sempre detto: il Gubbio è un bene
per tutta la collettività, per tutta la città.
A parole sì, ma nei fatti in realtà
negli ultimi anni non lo è stato. E non si
è capito (sbagliando) che serve un dialogo
aperto, chiaro e trasparente verso la gente, verso
la città, verso il tifoso. Altrimenti nascono
delle incomprensioni, dei malintesi e logica conseguenza
ne deriva il chiacchiericcio da bar. Non si è
capito che il tramite principale tra la città
e la Gubbio Calcio sono i mass media: in pratica
sono quel filo conduttore che fa dialogare due poli
opposti, ovvero una società di calcio e la
tifoseria della stessa società di calcio.
Tanti silenzi, troppi silenzi stampa (il più
delle volte inspiegabili ma coercitivi), parole dette
a mezza bocca, poca chiarezza, comunicazione ai
minimi termini, hanno senz'altro contribuito a tutto
ciò. É una concausa, non certo la
causa principale. Infatti un altro fattore che ha
allontanato la gente dal Gubbio è il fatto
che non esiste più quello spirito di appartenenza,
cioè quei calciatori che lottano per la maglia
come fosse cucita addosso. Per fare un esempio.
Una figura come Alessandro Sandreani sarà
difficilmente ripetibile. Per un semplice motivo.
Nel bene e nel male lui ci ha messo sempre la faccia,
ha sempre lottato per la maglia e al momento opportuno
ha anche avuto sempre l'umiltà di chiedere
scusa ai tifosi nei casi in cui il Gubbio offriva
delle prestazioni non all'altezza della situazione
oppure arrivavano risultati negativi. Perchè
Sandreani, come tutti quei calciatori che indossano
una maglia con il vero spirito di appartenenza,
è una persona responsabile, umile, ed era
un calciatore con la C (maiuscola). Invece, soprattutto
nell'ultima stagione, abbiamo visto dei calciatori
che sembravano dei trascinatori, in realtà
erano solo di facciata. Da tempo si prendono calciatori
come fossero delle figurine, non si tiene conto
nè dei ruoli nè degli aspetti morali
e caratteriali. In tal senso è necessario
un cambio di rotta drastico. Bisogna tornare a scovare
dei giovani nelle periferie. Lo devono fare soprattutto
quelle società che in primis devono fare
i conti con un budget limitato. E su questo il Carpi
di Castori dei miracoli approdato in serie A insegna:
tantissimi calciatori scovati nei dilettanti, sia
in serie D che in Eccellenza. Poi si deve puntare
anche sui giovani del vivaio, se lo meritano. Un
esempio su tutti: Riccardo Pandolfi (classe 1996),
terzino destro, ha militato nelle giovanili rossoblù;
nella passata stagione ha giocato con il Gualdo
Casacastalda in serie D ed è stato considerato
un vero talento (ha avuto elogi ovunque, compreso
dal Siena poi promosso in Lega Pro). Dulcis in fundo
bisogna puntare su un allenatore che tiene a cuore
i colori rossoblù e vive in città:
uno come Renzo Tasso, oppure la conferma di Marco
Bonura, possono essere delle idee.
• 10
GIUGNO 2015 Mancosu:
"Retrocessione che mi ha svuotato dentro.
Chiedo scusa ai tifosi e al presidente!"
Una
retrocessione, che brucia ancora, a distanza di
undici giorni. Ne parliamo direttamente con l'ala
destra Marcello Mancosu, autore in campionato di
cinque reti. A mente fredda cosa si sta portando
dietro? "Non ero mai retrocesso. Quest'anno
ho giocato quasi tutte le partite e non ero stato
mai a giocare in un'altra città. Questa retrocessione
è un qualcosa di orribile, che mi ha svuotato
dentro. Questa è stata la più grande
delusione della mia vita. Ne ho parlato anche con
i miei fratelli che di calcio ormai ci campano e
ho detto loro che è stata una cosa troppo
brutta. Oltretutto il dispiacere è enorme
perchè a Gubbio mi sono trovato benissimo
e questa è la verità. Perciò
mi pesa ancora di più, detto sinceramente".
Perciò ancora c'è questo macigno?
"Sì, a livello interiore. Voglio
dire: io sono retrocesso con la mia squadra ed è
bruttissimo. É paragonabile al fatto quando
un alunno viene poi bocciato a scuola. Si fa un
anno di sacrifici e poi vieni bocciato".
Sì, ma come si può spiegare quel clamoroso
declino nel girone di ritorno? "É
tutto assurdo". Quindi? "Trovare
una motivazione principale non è semplice
perchè i fattori possono essere tanti. Da
parte nostra ce l'abbiamo messa tutta, cioè
abbiamo cercato di raggiungere la salvezza in tutti
i modi, ma nelle partite decisive abbiamo mancato
delle palle gol importanti. Di sicuro abbiamo peccato
di inesperienza, però non deve diventare
una nostra giustificazione. Forse è subentrata
anche una certa paura dopo tutte quelle sconfitte
di fila nel girone di ritorno. Credo che la squadra
si poteva salvare benissimo". Si parlava
di attriti con l'allenatore Acori, ma tutto ciò
era vero? "Assolutamente no. Con mister
Acori eravano compatti nel seguirlo e non c'era
nessun tipo di problema. Ma è chiaro che
la scossa serviva. L'esonero serviva perchè
ci poteva dare una scossa, anche se in definitiva
l'obiettivo della salvezza non è stato raggiunto
lo stesso". Ha parlato di scossa, questo
significa che l'esonero doveva essere effettuato
molto prima? "Diciamo che con il senno di
poi la scossa probabilmente serviva prima e non
alla penultima giornata. Però anche noi calciatori
che scendevamo in campo dovevamo dare sicuramente
qualcosa in più. Le qualità a mio
avviso c'erano e lo abbiamo dimostrato nella prima
parte di campionato". Perciò la
colpa è di tutti, è questo che vuol
dire? "Assolutamente sì. Dovevamo
assolutamente salvarsi e non è plausibile
una retrocessione così. Perciò la
colpa è di tutti, indistintamente". Quella
contestazione finale con i tifosi come se la ricorda?
"Come dicevo prima, i miei fratelli sono
nel mondo del calcio da molto tempo e mi avevano avvertito
che l'ambiente non sarebbe stato accogliente. Perciò
ero pronto a tutto. Da parte mia non c'è
stata rabbia, ma più che altro ho provato
una certa delusione nell'essere retrocessi e per
aver dato un dispiacere a tutta la città
perchè noi giocavamo anche per loro e sapevamo
quanto ci tenevano. A Gubbio c'è solo la Festa
dei Ceri e la Gubbio Calcio". E ai tifosi
adesso cosa vuol dire? "Voglio ribadire
la mia delusione e mi voglio scusare per quanto
è successo. Vorrei chiedere scusa pure al
presidente (Notari ndr). Non so cosa altro dire.
Ma vi assicuro che se il Gubbio tornasse nei professionisti,
tornei volentieri perchè vorrei sdebitarmi per poter
raggiungere obiettivi più felici".
Una curiosità. L'intervista rilasciata dal
direttore di Gubbiofans.it al portale web Tuttomercatoweb.com
(di livello nazionale) è stata molto letta:
quasi 8100 utenti l'hanno visionata.
• 09
GIUGNO 2015 Primo
summit: Gubbio, si va avanti a piccoli passi. Ma
per farsi un'idea: la serie D com'è...
Prima
riunione ufficiale dopo la retrocessione in serie
D. Primo summit per capire quantomeno quale potrebbe
essere il futuro del sodalizio rossoblù.
Per ora non si parla di resettare, tutt'altro. Infatti
si va avanti a grandi linee come nella passata stagione,
con gli stessi ruoli e nessun avvicendamento. Ciò
è emerso dal primo incontro societario avvenuto
domenica sera. L'unica variante le dimissioni di
Marco Fioriti dal ruolo di amministratore delegato
dell'A.S. Gubbio 1910, ma dovrebbe restare (salvo
sorprese) come consigliere della stessa società.
Perciò non cambierà praticamente nulla
(o quasi). Ma è chiaro che ancora siamo all'antipasto
e prima di completare il pranzo completo si terranno
ulteriori riunioni. Di certo si tenterà il
tutto per tutto per tornare da subito in Lega Pro
passando in primis dalla domanda di ripescaggio.
D'altronde il Gubbio ha tutte le credenziali per
poterci riuscire: 17 anni ininterrotti (senza mai
retrocedere) nei professionisti, nessuna pendenza
economica verso la Lega, nessuna penalità
in classifica in questi anni (a parte quel -1 nella
stagione trionfale del 2010-2011) e oltretutto l'impianto
sportivo "Pietro Barbetti" ha tutti i
requisiti per essere in regola con le norme vigenti
(d'altronde è una struttura agibile anche
per la serie B, disputata appena tre anni fa proprio
dai rossoblù). Insomma le prerogative ci
sono, ma l'ostacolo (come scrivevamo ieri) sono
quei paletti che la Lega Pro potrebbe imporre per
tutti coloro che vorranno fare la domanda di ripescaggio:
ovvero servirà una fideiussione di 600 mila
euro e altri 600 mila euro da versare a fondo perduto.
E a tal proposito è molto interessante leggere
un editoriale di Tuttolegapro.com che spiega nei
minimi termini perchè la Lega Pro è
orientata ad alzare la tassa a 600 mila euro: nessuno
potrebbe accettare tale decisione e così
scatterebbe in maniera automatica la riduzione degli
organici. Tuttavia la Lega Pro ha fatto già sapere
che i gironi resteranno tre e non ci sarà
nessun rimaneggiamento numerico. Insomma bisogna
aspettare il 30 giugno per saperne di più.
E bisognerà attendere pure in casa Gubbio
per sapere quale sarà il nuovo allenatore.
D'altronde il Gubbio ancora non sa se giocherà
in Lega Pro (ipotesi plausibile, ma al momento alquanto
remota) o in serie D dove ci sarà tutto un
altro campionato. Siccome noi, per primi, non vogliamo
illudere nessuno, mostriamo ai nostri lettori come
potrebbe formarsi (ad oggi) il girone del Gubbio
se ripartirà (come da risultato sul campo)
dalla serie D. La squadra rossoblù con ogni
probabilità verrà inserita nel girone
E dove sono presenti tante formazioni toscane: Poggibonsi,
Ponsacco, Massese, Pianese, San Giovanni Valdarno
(ex Sangiovannese), Gavorrano, Colligiana e la vicina
Sansepolcro. Poi le laziali Civitacastellana e Rieti.
Inoltre tanti scontri con squadre umbre: cioè
Gualdo Casacastalda, Foligno, Voluntas Spoleto e
il neo promosso Citta di Castello. Nell'ipotesi
in cui invece il Gubbio venga inserito nel girone
F, ci sono tante squadre marchigiane: ovvero Fano,
Matelica, Sambenedettese, Civitanovese, Jesina,
Fermana e Recanatese. Tutto ciò serve per
farsi un'idea dove il Gubbio giocherà nella
prossima stagione. Se poi arriverà il ripescaggio...
sarebbe un miracolo!
• 08
GIUGNO 2015 Gubbio,
si ma adesso quale futuro? Perchè tante le
incognite! E lo scaricabarile continua...
Dopo
la bruciante, evitabile e inaspettata retrocessione,
sorge spontanea subito una domanda: ora per il Gubbio,
quale futuro ci sarà? É una domanda
da un milione di dollari. Infatti le incognite sono
tante. In primis ha pesato enormemente in tutta
la città la retrocessione nei Dilettanti.
La gente ha digerito molto male questo tragico epilogo.
Tuttavia il patron Notari aveva subito rassicurato
la piazza, subito dopo il pareggio decisivo per
la retrocessione contro il Savona, che avrebbe fatto
il possibile per poter fare subito la domanda di
ripescaggio. Ma a tal proposito inizia un giallo.
Il motivo è molto semplice. Arrivano delle
notizie allarmanti di fronte alle regole dei ripescaggi
per la Lega Pro. Si parla infatti di una fideiussione
pari a 600 mila euro, in aggiunta servirebbero 600
mila euro da versare alla Lega Pro come tassa a
fondo perduto (si parla che questi soldi potrebbero
servire come fondo previdenziale per quei calciatori
svincolati a seguito di vari fallimenti di società
calcistiche). Si può ben capire che per una
società come il Gubbio potrebbe diventare
un esborso molto considerevole, nel caso in cui
davvero venissero confermati tali requisiti per
conquistarsi il ripescaggio. Probabilmente si saprà
a fine mese se questi requisiti saranno attuati
nel concreto. Inoltre, una volta inoltrata la richiesta
di ripescaggio, bisognerà aspettare non prima
di fine luglio o addirittura a metà di agosto,
per sapere in maniera del tutto definitiva se la
domanda verrà accolta. Perciò la società
sarà costretta a costruire una squadra e
quindi cercare un allenatore che abbiano i requisiti
per disputare sia un campionato di serie D oppure
di Lega Pro. Come si può ben capire, non
sarà cosa per niente facile perchè
bisognerà trovare degli elementi che sono
disposti a disputare entrambi i campionati. Un'altra
incognita è la seguente ed è il futuro
proprio della società. Il patron Notari ha
fatto capire che azzererà tutto. Lo aveva
fatto capire già prima che finisse il campionato.
E lo sfogo del post match contro il Savona è
stato piuttosto esplicito quando Notari aveva detto:
"Mi prendo le mie colpe, ma su altre cose
non ho colpe perchè la squadra non l'ho costruita
io e strada facendo sono stato male consigliato
da quelli (collaboratori ndr) vicino a me".
Perciò ci sarà un azzeramento delle
cariche tecniche? Questo, per ora, è difficile
dirsi. Anche se i rumours dicono di Battistini come
possibile allenatore e di Arcipreti come probabile
direttore sportivo (entrambi ex Perugia). Ovviamente
sono solo voci per adesso che lasciano il tempo
che trovano. Poi ci sono da vedere se ci saranno
dei cambiamenti anche a livello societario: non
è infatti escluso che l'ex presidente dei
rossoblù, attuale amministratore delegato
del Gubbio, Marco Fioriti, lasci in maniera definitiva
qualsiasi incarico dirigenziale: secondo alcune
indiscrezioni si parla di possibili dimissioni,
ma di ufficiale ancora non c'è nulla, perciò
anche questa voce per adesso lascia il tempo che
trova. In poche parole, la retrocessione è
stata traumatica ma a quanto pare ha lasciato degli
strascichi assai pesanti. Nessuno finora si è
preso le proprie responsabilità, anzi c'è
stato uno scaricabarile continuo. Lo definiamo lo
«scaribarile delle responsabilità».
Situazione che ha lasciato attonita un'intera città.
• 05
GIUGNO 2015 L'amaro
scorre sul web: tweet di Lamanna e Nazzani; e Borghese
e Gomez spesso in visita
Quando
una retrocessione diventa un grande rammarico anche
per chi ha indossato la maglia rossoblù in
passato. Non sono passati inosservati due messaggi
nel muro dei tifosi di Gubbiofans.it. Partiamo da
Giuseppe Nazzani, centrocampista, che ha vestito
la maglia del Gubbio (8 presenze) nella stagione
trionfale del salto in serie B (2010-2011). Queste
le sue parole nel nostro guestbook: "Che
dispiacere vedere una piazza così nei Dilettanti.
Io porterò sempre nel cuore i colori e la
gente di questa città. Bisogna ripartire
dalla società e portare gente che capisca
cosa vuol dire giocare con la maglia rosso e blù
addosso. La fede non ha categoria. Pagherei io per
poter giocare con quella maglia. Forza Gubbio".
Ha scritto pure Cosma Lamanma, padre di Eugenio
Lamanna (portiere del Genoa) che ha indossato la
maglia rossoblù nel bienno vincente di Torrente
dal 2009 al 2011. Cosma scrive così: "Carissimi
tifosi, gentilissima redazione, vi ho sempre seguito
con orgoglio e affetto, e continuerò a farlo
per sempre! Assieme, abbiamo avuto la fortuna di
vivere due degli anni più belli del Gubbio
calcio. Un abbraccio e un prestissimo ritorno tra
i professionisti. Cosimo". Ma guarda caso
di quella fantastica truppa, ci sono ancora dei
calciatori che fanno visita volentieri a Gubbio.
Martedì scorso, di mattina, in Piazza Grande davanti
al Palazzo dei Consoli, poco prima dell'Alzata dei
Ceri Piccoli, abbiamo incontrato il difensore centrale
Martino Borghese (protagonista nella stagione 2010-2011,
reduce dalla stagione in serie B a Varese).
Ci ha detto: "Per me è sempre un
piacere tornare in questa città dove ancora
ho degli amici. Dispiace per la retrocessione. Se
è vero che il presidente Notari mi aveva
contattato come possibile rinforzo di gennaio? Sì,
è vero". Insomma il contatto concreto
c'è stato, ma poi evidentemente non si è
fatto più nulla. Pure l'argentino Gomez Taleb
aveva fatto visita il giorno di Pasqua a Gubbio
dove per devozione ha preso Messa nella Basilica
di San'Ubaldo. E domenica scorsa con il suo Hellas
Verona è riuscito a segnare alla quotata
Juventus per il secondo anno consecutivo, diventando
un vero incubo per Buffon.
Gubbio porta bene. Infatti l'ultima notizia
riguarda Fabio Pecchia, allenatore del Gubbio in
serie B, poi esonerato dopo la decima giornata.
Nelle ultime stagioni è stato vice allenatore
di Rafael Benitez al Napoli. Adesso Benitez è
stato ingaggiato dal Real Madrid e ha portato con
sè come collaboratore lo stesso Pecchia.
Dopo quattro anni, dallo stadio Barbetti al Santiago
Bernabeu di Madrid: che salto!
• 04
GIUGNO 2015 Iannarilli:
"Non ho dormito per tre notti. Nel ritorno
un punto in 6 gare: lì siamo retrocessi..."
Di
sicuro è uno dei pochi calciatori che si
è salvato in questa stagione disgraziata.
Anzi, le sue parate spesso e volentieri hanno salvato
il risultato in diverse occasioni, come nella gara
di andata dei playout con il Savona. E pure adesso
ci mette la faccia. Intervistiamo in esclusiva il
portiere Antony Iannarilli e non usa giri di parole
perchè d'altronde ci dice: "Sono
sincero e risponderò con la massima sincerità".
E allora passiamo alla prima domanda. Questa retrocessione,
come la sta vivendo? "Noi calciatori ci
siamo salutati subito, perchè dopo quello
che è successo (la contestazione ndr) non
c'è stato modo nemmeno di parlare. Personalmente
sono rimasto in contatto con Luciani e Galuppo:
da parte mia non ho dormito per ben tre notti di
seguito, e pure loro non hanno dormito. Luciani
ha pianto per due giorni. Preferivo di fare meno
bene a livello personale e salvare il Gubbio perchè
retrocedere diventa poi una macchia che non va più
via. Posso solo dire che se ci penso ci sto ancora
molto male". A fine partita tuttavia non
si è vista tanta disperazione in campo, lei
che ne pensa? "Sinceramente io non piango
mai. Magari però caratterialmente sto male
dentro. Perciò se uno non piange può
stare anche peggio. Non voglio nemmeno minimamente
pensare che a qualcuno in squadra non gli frega
niente di quanto è successo. Credo che a
tutti dispiace. Anche se c'è da fare un appunto".
Ovvero? "Ma credo che tutti quanti, compresa
la società, si poteva e si doveva fare meglio.
Però purtroppo indietro non si torna".
É singolare che a distanza di giorni nessuno
si è degnato di chiedere scusa alla città.
Chiedere scusa non è segno di debolezza,
bensì è segno di responsabilità
e umiltà. Lei che ne pensa? "Non
posso mettere bocca sulla società perchè
loro sapranno come agire. Da parte nostra (dei calciatori)
non c'è stato il tempo di chiedere scusa
ai tifosi perchè a Cais è stata distrutta
l'auto e quindi la società ha deciso di mandarci
via in anticipo, altrimenti erano in programma ulteriori
allenamenti. Dispiace perchè ci è
andato di mezzo un ragazzo come Davide che quando
è sceso in campo ha dato il massimo, poi
se ha fatto bene o male non sta a me giudicare".
Sembra un film thrilling perchè ad un certo
punto del campionato il Gubbio si trovava addirittura
ad un punto dai playoff. Incredibile vero? "Fermi
un attimo: io mi sono guardato sempre dietro alle
spalle. Altre squadre stavano meglio di noi e di
sicuro erano ben più attrezzate di noi: non
potevamo competere con la Reggiana, per fare un
esempio. L'obiettivo era la salvezza, sempre. Nei
playoff non ci ho mai creduto". Ma questo
declino nel girone di ritorno come si spiega? "Purtroppo
c'è stato un calo: un solo punto in sei partite
e lì siamo retrocessi. É vero che
non ci siamo salvati per un punto, ma siamo andati
troppo male: nel girone di ritorno 16 punti sono
stati troppo pochi. Ai playout non dovevamo finirci:
eravamo in discesa libera e poi in effetti è
stata tosta". Eppure Iannarilli ha fatto
una grande stagione, segnando pure un gol di testa
al Grosseto: "Quel gol non lo scorderò
mai. Ma io ringrazierò sempre Gubbio perchè
venivo da una stagione travagliata: mi è
stata data fiducia e devo dire grazie a Giovanni
Vecchini che mi ha fatto crescere e maturare. E
dico grazie anche ai tifosi che mi hanno trattato
sempre bene, pure nell'ultima partita dove non ho
preso neanche un insulto, anzi mi hanno detto grazie".
Un ultimo saluto? "Saluto tutta la città
e ringrazio i tifosi. Ho cercato sempre di dare
il massimo per questa maglia. E tornerò a
visitare Gubbio". Voci di mercato dicono
che Iannarilli nella prossima stagione giocherà
con il Pavia.
• 02
GIUGNO 2015 L'editoriale.
Dalla B alla serie D in tre anni, che scempio! E
nessuno chiede scusa: perchè?
Ho
ricevuto tanti sms in questi giorni, pure dai tifosi.
Ma uno in particolare mi ha colpito. Eccolo qua:
«il Gubbio non è un gioco, il calcio
non è per tutti. Hanno voluto cancellare
il passato per entrare nella storia, ci sono riusciti».
Sentire queste parole sono uno schiaffo in faccia.
Come diventa uno schiaffo in faccia il titolo che
ha fatto il giornale nazionale Repubblica.it: «Gubbio
in tre anni dalla B alla D». Una vera mazzata.
Ormai il dado è tratto. É stata un'impresa
salire nella cadetteria quattro stagioni fa. Ma
credetemi, pure adesso ci è voluta un'impresa
(in negativo) per poter retrocedere nei dilettanti.
Che la squadra era modesta e inesperta si era capito
fin da subito. Che mancava una vera punta lo avevano
capito anche i muri. Che il gioco ad un certo punto
è diventato prevedibile lo avevano capito
tutti (pure gli avversari), tranne chi aveva tutti
i giorni sotto osservazione la squadra e tranne
chi aveva in mano il timone della nave. Che andavano
presi dei provvedimenti quando il Gubbio stava affondando,
ormai è cosa detta e ridetta. Ma è
chiaro che è successo anche qualcosa di strano,
di imprevedibile, qualcosa che sfugge anche all'occhio
più attento quando si cerca di approfondire
e si cerca di dare un perchè di questa assurda
retrocessione. Girone di andata: 27 punti conquistati.
Girone di ritorno: 16 punti in 19 partite, con sole
tre vittorie ottenute. Un declino illogico, impensabile,
incredibile. Di certo qualcosa è successo,
ma nessuno si è degnato di dare una risposta
sensata in questi mesi da parte degli addetti ai
lavori. Ma più che altro fa una certa sensazione
un altro fatto. Dopo questa retrocessione, finora
nessuno si è degnato di chiedere scusa alla
città o alla tifoseria. Sarebbe un segnale
pur piccolo, ma importante. In certi frangenti serve
la massima umiltà: spargersi la cenere sulla
testa e dare risposte serie ad una intera comunità.
Invece per ora tutto tace. Come quell'inspiegabile
e prolungato silenzio stampa imposto ai calciatori
per quasi tutta la stagione: forse venivano considerati
come delle statue di cera e al primo contatto potevano
rompersi. In realtà le statue di cera si
sono viste a Savona nella partita di andata dei
playout, nella partita decisiva per la salvezza.
Calciatori immobili mentre gli altri calciatori
(avversari) correvano. Segno evidente di un gruppo
senza una guida nello spogliatoio. Segno di una
squadra senza nerbo e senza attributi nei momenti
che contano. Una squadra che sul campo ha meritato
ampiamente la retrocessione. Si è perso lo
spirito di appartenenza. Ogni calciatore non pensa
alla maglia che indossa. Quest'anno non c'è
stato nemmeno un calciatore che ha indossato la
maglia del Gubbio con orgoglio e sacrificio (salviamo
solo Iannarilli). Quelle lacrime "finte"
che abbiamo visto in campo sabato dopo il novantesimo
sono a "immagine e somiglianza" di un
gruppo di persone che non hanno minimamente capito
che dolore hanno dato ad un'intera città.
Sabato hanno pianto e non hanno dormito tutta la
notte (mi ci metto pure io e non me ne vergogno)
solo chi veramente tiene a cuore a questi colori.
Quei colori gloriosi che brillano da 105 anni e
sono stati ridotti in frantumi in un attimo. In
poche parole, una indecenza. Ora c'è da rimettere
a posto i cocci, ma sarà molto dura. Una
intera città è stata tradita. Uno
smacco indecifrabile. (Editoriale Direttore Gubbiofans.it)
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