SERIE C - GIRONE B
VENTESIMA GIORNATA
SAB. 21 DICEMBRE 2024
STADIO GIUSEPPE SIVORI
ORE 17:30

SESTRI LEVANTE

2

GUBBIO

1

VENTUNESIMA GIORNATA
SAB. 4 GENNAIO 2025
STADIO PIETRO BARBETTI
ORE 15

GUBBIO-LUCCHESE

> Calendario completo: (vedi)

Clicca le immagini rossoblu!

CLASSIFICA
GIRONE B SERIE C
2024-2025

Pescara
Ternana (-2)
Entella
Torres
Vis Pesaro
Arezzo
Rimini
Campobasso
Pineto
Ascoli
Pianese
Carpi
Perugia
Gubbio
Pontedera
Spal (-3)
Lucchese
Milan Futuro
Sestri Levante
Legnago

41
41
41
36
35
35
29
25

25

25
25
25
23
22
20

19
19
16
16

13

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Risultati Calcio...

VENTESIMA GIORNATA
DOM. 22 DICEMBRE 2025

Ascoli
Spal

1
1

Campobasso
Arezzo 

0
1

Lucchese
Pineto

3
3

Milan Futuro
Entella

1
2

Perugia
Pianese

1
1

Pescara
Ternana 

0
0

Pontedera
Legnago

0
0

Rimini
Carpi

0
0

Vis Pesaro
Torres

1
3

Marcatori 2024-2025
Serie C - Girone B

Cicerelli Ternana
Corazza Ascoli
Bruzzaniti Pineto
Cianci Ternana

12
11
11
9

Vedi lo stadio Barbetti!

Marcatori Gubbio
2024-2025

Tommasini
D'Ursi
Rosaia
Corsinelli
Fossati
Rocchi
Rovaglia
Tozzuolo

3
2
2
2
2
2
1
1

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VENTUNESIMA GIORNATA
SAB. 4 GENNAIO 2025

Gubbio-Lucchese

Arezzo-Vis Pesaro

Carpi-Milan Futuro

Legnago-Campobasso

Pianese-Ascoli

Pineto-Sestri Levante

Spal-Perugia

Ternana-Pontedera

Torres-Pescara

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31 MAGGIO 2020
Focus. Giugno da apripista. Va pianificata la programmazione. Evitando gli errori passati...

Ormai si entra nel mese decisivo. Il mese di giugno fungerà da apripista. Il prossimo 4 giugno infatti si riunirà il Consiglio Federale per decidere su tante questioni scottanti. Per la serie A c'è già la data di una probabile ripartenza (il prossimo 20 giugno). Stesso discorso si profila per la serie B (stessa data di partenza), con campionati che dovranno terminare categoricamente il 20 agosto. La situazione più spinosa riguarda la serie C. La Lega Pro aveva proposto la stagnazione delle classifiche, con il blocco delle retrocessioni e la promozione delle prime tre classificate (Monza, Vicenza e Reggina), più una quarta squadra che sarebbe dovuta salire in serie B con la formula del merito sportivo (graduatoria che portava alla premiazione del Carpi). Tutto bloccato perchè il Consiglio Federale di maggio ha bocciato questa ipotesi ratificata dal presidente Ghirelli in accordo con la maggior parte delle società di serie C. Adesso il direttivo della Lega Pro proporrà di fare disputare playoff e playout, retrocedono in serie D le ultime in classifica, mentre non cambierà nulla per le prime tre classificate che saranno promosse in serie B. Proposta che tuttavia ha creato non poche polemiche tra qualche società di serie C, a partire dal Ravenna che accusa che questa decisione sia contraria ad ogni principio di fairplay (cozza cioè contro l'etica sportiva e sanitaria), e si sono accodate anche il Rimini e il Fano, con una protesta a livello ufficiale da parte dei calciatori. Pertanto si attendono giorni di suspence. Per questo motivo il mese di giugno è cruciale per le sorti della terza serie, per dissipare tutti i dubbi e per risolvere questo piccante contenzioso. Ma dopo la decisione definitiva del Consiglio Federale, si aprirà la strada per programmare il futuro. Da quel momento in poi si può già pianificare la prossima stagione. Tra l'altro, mentre alcune compagini saranno impegnate in campo per disputare gli spareggi, in casa Gubbio c'è anche lo spazio e il tempo per programmare il tutto a tavolino. Una situazione che va colta al volo per non incorrere nei soliti errori che ci sono stati nelle ultime stagioni in fase di mercato estivo: aspettare gli ultimi giorni per stilare una strategia di mercato, c'è il rischio di ritrovarsi a prendere calciatori solo all'ultimo momento e di fretta. Un esempio? Vedasi la telenovela del centravanti della scorsa estate che doveva essere Sarao, poi Gondo e solo per il rotto della cuffia si è ingaggiato Sorrentino in una operazione che si può definire letteralmente "last minute". Programmare significa prendere in tempo le decisioni. C'è un motto che dice: «Chi prima arriva, meglio alloggia». D'altronde in casa Gubbio ci sono da affrontare diverse situazioni complesse. In scadenza ci sono 15 calciatori (tra prestiti e fine rapporto contrattuale) che sono in successione: Ravaglia e Zanellati; Coda, Maini e Zanoni; Benedetti, Lakti, Meli, Bove, Malaccari, Megelaitis e Ricci; infine Dubickas, Juanito Gomez e Tavernelli. Sotto contratto risultano invece in nove, ma in attesa di sapere se avranno ancora un futuro in rossoblù: Cinaglia, Bacchetti, Konate, Rafa Munoz, Filippini, El Hilali, De Silvestro e Sbaffo. Serve lungimiranza, non il pressappochismo. Oltretutto va sfruttata una maggiore esperienza accumulata da Giammarioli (vedi parentesi alla Cremonese) e da Torrente (con il Gubbio era all'esordio tra i prof) rispetto a dieci anni fa. La bravura, la pratica, l'ingegno, l'arguzia, con logica vanno di pari passo con l'esperienza. L'esperienza è l'insegnante più difficile. Prima ti fa l'esame, poi ti spiega la lezione.

28 MAGGIO 2020
Giammarioli: "Già idee chiare. Io e Torrente le esporremo al presidente. Su Lakti, è presto..."

Quattro chiacchiere con il direttore sportivo Stefano Giammarioli. Doveroso partire dal funerale intimo di Simoni, dove Giammarioli era presente: "Presenza doverosa. Per via del Covid-19 è stato purtroppo un funerale ristretto. Il mio gesto importante anche per la nostra città. Penso che in un contesto di totale normalità ci sarebbe stata tanta gente, pure tanti eugubini". Alcuni giorni fa, in una nostra intervista all'ex presidente Fioriti, è venuto fuori come era nata l'idea di portare Simoni a Gubbio. Conferma? "Ma sì. Mi era venuta questa idea, ci fu un incontro con Simoni e non lo sapeva nessuno. Dopo un paio di colloqui lo convinsi, così chiamai Fioriti dicendogli che avrebbe dovuto parlarci: all'inizio era incredulo il presidente, ma io gli consegnai il numero di telefono e gli dissi di chiamarlo direttamente. Da quel preciso momento è nata la trattativa finita bene". Così nacque la triade (Simoni-Giammarioli-Torrente) con risultati che tutti sanno: "Certo, si formò una triade con una intesa perfetta. Ma tutto l'ambiente, dalla società ai tifosi, era bello compatto. La figura di Simoni era determinante perchè era servita per limitare le consuete chiacchere superflue: sapeva tenere tutti a bada". Lo stesso Fioriti ha aggiunto che della serie B ha un rammarico: non essere riusciti per poco ad ingaggiare Maran come allenatore. Lei che ne pensa? "Andai per davvero per due volte a parlarci a Vicenza. La terza volta accettò di avere un incontro qui a Gubbio, ha dormito due notti in città, ed era venuto anche per visionare gli impianti sportivi. Riuscì a farlo conoscere alla società e tutti rimasero entusiasti di questa figura. Lo spessore di Maran come allenatore si vedeva solo parlandoci. Purtroppo poi gli arrivarono altre offerte importanti appena due giorni dopo (tra cui quella del Varese ndr). Lo chiamò successivamente anche il Catania in serie A (dove ha stabilito il record di punti degli etnei toccando quota 56), e con questo vi ho detto tutto". In questi giorni noi di Gubbiofans abbiamo intervistato anche l'attaccante Bazzoffia, ci ha detto che ci fu pure un interesse della Samp. Questa è una notizia, davvero? "Ok, vi racconto una cosa simpatica. A fine partita con la Sampdoria in serie B giocata a Gubbio, l'allora diesse doriano Sensibile ebbe un contatto telefonico con il figlio che gli chiese la maglia di Bazzoffia. Quando mi chiese la maglia rimasi stupefatto. Da lì ho capito che c'era un interesse, facile che parlarono con il calciatore". Torniamo all'attualità. Come pensa che finirà questo campionato? "Credo che alla fine si faranno solo i playoff. Probabilmente ci saranno anche alcune retrocessioni dirette. Però si stanno creando troppe polemiche. Fare delle previsioni non è facile, dietro ci sono tanti interessi e pressioni". Mentre il Gubbio come si muoverà questa estate nel mercato? "A livello professionale, nel mio ruolo non ci si ferma mai. Perciò ho visionato anche tanti calciatori in video. In questo momento tuttavia è prematuro fare una programmazione. Per ora, pertanto, c'è solo un pour parler". Capiamo che ci sarà anche tanto da lavorare perchè molti calciatori vanno in scadenza (ben 15), da Gomez a Coda, non è vero? "Come no? Anche Tavernelli o Megelaitis, per dirne alcuni. Chiaro che con Torrente mi sono già visto e abbiamo parlato: abbiamo delle idee molto chiare. Tutto questo va affrontato con il presidente perchè si dovrà integrare con il budget e con le esigenze aziendali. Ma ribadisco, le idee sono molto chiare e le esporremo a Notari". Le sirene di mercato per Lakti da Pescara in serie B, che ne pensa? "Ora il mercato lo fanno soprattutto i giornalisti. A parte la battuta. Ancora è presto".

27 MAGGIO 2020
Da meteora a Gubbio, al centro dell'attenzione adesso: Minnozzi in gol, lo cerca ora il Carpi

Vi ricordate Matteo Minnozzi? Non sappiamo se qualcuno lo tiene in mente. Ma era l'estate 2015, il Gubbio proveniva dalle ceneri di una cocente retrocessione nei dilettanti, in una situazione calda che si trascinò per tutto l'arco estivo quando c'era la speranza (poi sopita) di un possibile ripescaggio in Lega Pro. Una squadra che doveva essere costruita daccapo per provare a risalire la china dove fu chiamato Magi. Dall'Ascoli giunse in prestito un giovane attaccante, classe 1996, appunto era Matteo Minnozzi. Poche le apparizioni, tre da titolare con Gavorrano, con il Sansepolcro e nel derby di Gualdo contro il Gualdocasacastalda. Qualche scampolo di partita da subentrato, con una unica rete segnata nella trasferta di Ponsacco. Poche presenze (otto in tutto) ed un solo gol realizzato. Così che a dicembre 2015 fu ceduto al Castelfidardo. Poi ha ricominciato dall'Eccellenza marchigiana prima tra le fila del Montegiorgio e poi con il Porto d'Ascoli dove si fece notare con 28 reti (in 20 presenze), infatti nel 2018 viene ingaggiato dalla Sambenedettese in serie C, ma non ha fortuna (solamente tre presenze con gli adriatici). A novembre del 2018 va a Tolentino segnando 13 reti in 22 presenze in Eccellenza e arriva la promozione in serie D. In questa stagione si fa notare ancora realizzando 14 reti (in 22 presenze). E a quanto pare si è fatto notare di nuovo. Adesso si è scatenata una vera asta. In particolare c'è un forte interesse da parte del Carpi, società presente nel girone del Gubbio. Il direttore generale degli emiliani è Stefano Stefanelli, di Pergola, ex attaccante di Vis Pesaro, Fano, ma ha giocato pure a Gubbio dal 1999 al 2001 con Donati e Dal Fiume in panchina. L'interesse concreto viene scritto a chiare lettere dal quotidiano marchigiano «Corriere Adriatico», notare il link. Una notizia che era stata scritta anche dal portale web Tuttoc.com in queste ultime ore. Mentre nel girone ci sono già alcune ufficialità: il Modena ha prolungato per un'altra stagione il contratto al tecnico Michele Mignani che a giugno va in scadenza, rinnovato il rapporto anche con il vice Simone Vergassola. Mentre a Piacenza lascia il ruolo di allenatore Arnaldo Franzini dopo cinque stagioni sulla panchina dei biancorossi.

26 MAGGIO 2020
Fioriti: "Simoni ha lasciato il segno. In C1 fu calcio spettacolo. In B, se ci fosse stato Maran..."

La scomparsa di Simoni, l'evento ha avuto un vasto eco. Quando era a Gubbio, a quei tempi, come presidente c'era l'imprenditore Marco Fioriti. Ebbene, oggi, proprio con l'ex patron, parliamo di Gigi e come arrivò a Gubbio: "Abbiamo vissuto anni indimenticabili insieme. Non per me, ma per tutta la città di Gubbio. Un uomo che ha lasciato il segno, prima dell'allenatore c'era l'uomo straordinario che è venuto a Gubbio con l'umiltà che lo ha sempre contraddistinto nella sua vita. Non arrivò per i soldi, ma solo perchè aveva sposato la nostra causa e il progetto. Ci teneva al rapporto con le persone e da subito c'è stato feeling. Persona semplice, ma con la dote di essere un grande comunicatore: bastava guardarlo in faccia e sapeva trasmetterti le sue idee e con la sua pacatezza in tre anni ha sempre cercato di tenere le fila di tutto. Ha sempre lavorato sempre per un obiettivo, per noi nel quotidiano è stato un crescendo continuo dal punto di vista professionale. Lui faceva il direttore tecnico ed io ero il presidente, entrambi avevamo un ruolo strategico. Fu davvero il nostro valore aggiunto". Ma come è nata questa pazza idea di ingaggiare Simoni? "Non avrei mai creduto che potesse succedere. Era il personaggio dei sogni. A Gubbio abbiamo avuto Fulvio Pea (ragazzo straordinario) che conosceva bene Simoni e poi lo conobbe pure Giammarioli. Lo stesso Giammarioli un giorno mi disse se c'era la possibilità di portarlo a Gubbio ed io risposi: «Che domande sono? Magari fosse, ma non ci credo». Tutto nasce da una telefonata durata quattro ore, dopo che Giammarioli aveva già spianato il terreno. Trovammo l'accordo che non fu economico e lui voleva portare avanti una missione: gli dissi che si sarebbe innamorato di Gubbio e degli eugubini (che sanno trascinarti), e lui è stato esemplare perchè non si tirava mai indietro quando ogni persona lo incontrava. Era diventato uno di noi, tanto per essere espliciti". E l'ex presidente racconta il suo percorso nello specifico: "Il primo periodo non fu roseo, con la Giacomense (nel 2010 ndr) ci fu la svolta: poco prima in hotel a Ferrara mi disse che c'era bisogno di parlare con la squadra, così andai insieme a lui con Giammarioli e Torrente chiudendoci in una sala quaranta minuti prima della partita. Da quel momento è scattata la molla con l'escalation di vittorie verso la promozione ai playoff a San Marino. In serie C1 poi ci fu un approccio drammatico con la cinquina di Cremona, però poi con una squadra giovane facemmo davvero un campionato straordinario giocando un calcio spettacolare. Si creò una mentalità vincente in tutta la struttura, dall'allenatore al direttore, tracciando la strada verso una stagione memorabile. Non avevamo nemmeno le risorse, noi facevamo campionati sempre con somme molto basse. Ma Simoni già aveva predetto tutto contro l'immaginario generale perchè alla presentazione disse: «Non sono a Gubbio per fare la comparsa, ma per vincere». Eppure siamo stati pure capaci di contestarlo alla fine dell'anno della serie B. Voglio dire che al di là della retrocessione, la stagione in serie B non si dimenticherà mai per gli eugubini. Forse potevamo fare il grande salto. Due errori ci furono fatali: la scelta di prendere Mastronunzio a gennaio; mentre in estate dovevamo prendere Maran (e non ci accordammo per una stupidaggine), invece la scelta ricadde su Pecchia (e il vice Porta) ma si rivelò sbagliata. Un peccato perchè con la salvezza si poteva fare un altro tipo di discorso. E vorrei aggiungere...". Prego, dica? "Proprio in questi giorni ho fatto delle considerazioni: sono nel Gubbio da 16 anni, negli ultimi sei anni sono consigliere. Ho avuto momenti molto belli, ma abbiamo combattuto tante battaglie. Non sono mai scappato. Sono sempre lo stesso di quando i tifosi mi chiamarono a casa mia per acquistare il Gubbio, eppure in serie B gli stessi mi insultarono. Eppure si è mantenuta la continuità nel professionismo: ho messo passione, entusiasmo e sacrifici economici. Poi c'è stato un passaggio di consegne nel ruolo di presidente, tanti banditi si erano fatti avanti e invece ho preferito dare tutto a Sauro Notari: autentico eugubino doc altrettanto passionale, tiene molto all'onore della piazza e bisogna dirgli solo grazie per quello che fa: nel suo operato viaggia in autonomia, ma io sono sempre al fianco del presidente".

25 MAGGIO 2020
Bazzoffia: "Simoni era un secondo padre. Mi voleva la Samp. Giocavamo ad occhi chiusi..."

Come non ricordare il maestro, Gigi Simoni. E come non ricordare che a Gubbio aveva un pupillo. Ci ricordiamo che aveva un debole per Daniele Bazzoffia. L'attaccante umbro lo ricorda così: "Simoni mi aveva visto la prima volta in serie C2 e ha creduto subito in me. Ancora mi ricordo che il primo giorno che arrivò a Gubbio ci fu una amichevole con la Berretti, feci bene la partitella e mi buttò subito nella mischia la domenica seguente (il 1 marzo 2009 ndr) a San Marino dove perdevamo per 2-0 e nella ripresa ribaltammo il risultato sul 3-2. Piano piano rigiocai visto che prima con Beoni avevo avuto poco spazio. L'anno dopo volevo restare ma il diesse dell'Arezzo, era Ceravolo, non mi fece rimanere in rossoblù perchè mi voleva mandare a Catanzaro. Nel 2010 invece ritornai a Gubbio grazie a Simoni e Giammarioli. Che dire Gigi mi stimava molto. Feci una bella annata, a parte l'infortunio, ma devo dire che Simoni e Torrente ci credevano sempre in me. Mi ricordo un aneddoto...". Prego dica? "C'era un periodo che sbagliavo spesso i gol, Simoni mi stimolava di continuo. Mi dava sempre tanti consigli, mi diceva di cercare di piazzarla e di stare tranquillo. Ogni martedì mi aspettava agli allenamenti, non si spiegava come dopo belle progressioni non riuscivo a centrare la porta. Che dire, Gigi ha fatto davvero tanto per me. In serie B mi sono tolto questo peso perchè giocavo più esterno, ero più un assist-man piuttosto che una punta centrale: mi restava più facile e andai benissimo. E lì Simoni mi coccolava per davvero". In che senso? "Ancora ricordo un episodio: in un raduno pre-partita parlava con tutti i calciatori per dire cosa dovevano fare in campo, quando è arrivato il mio turno mi lasciò per ultimo e mi disse davanti a tutti: «Bazzoffia sa già tutto, sta facendo tutto bene e lasciamo stare così». Sono cose che mi sono restate dentro. Mi aiutò in un'altra occasione...". Ovvero? "Mi ritrovai in scadenza di contratto ed io mi confidavo sempre con Simoni: avevo tante richieste dalla serie A, tra le quali dal Chievo, Sampdoria, Catania, pure dal Reading dell'Inghilterra. Lui sapeva anche tranquillizzarti e così restai". Che dire, la sua partita più bella nella serata con vittoria sul Torino per 1-0 dove Bazzoffia fu l'assist-man di Ciofani? "La più bella partita in vita mia, Simoni era in panchina e nessuno pensava che potessimo vincere. Una serata bellissima con una cornice stupenda". Ora, che cosa si sente di dire a Simoni che è volato in cielo? "Persona fantastica, gentile con tutti, sempre parole buone e tanti consigli per ognuno di noi. Era un allenatore, un dirigente, ma soprattutto è stato un secondo padre nello spogliatoio". Ultimamente abbiamo ricordato l'anno della promozione in serie B, tutti dicono che era una famiglia, vero? "Sì, sì. Noi giovani come tanti bambini, i nostri fratelli più grandi erano Farina, Briganti, Sandreani e Boisfer. Come tante brave pecorelle che seguivano i pastori Torrente e Simoni. Che dire, ci ritrovavamo ad occhi chiusi, con una facilità nel giocare e creare mai vista". Ora a Gubbio ci sono di nuovo Giammarioli e Torrente: "E già parti con un diesse e allenatore di rilievo, con loro due si parte avvantaggiati perchè c'è sintonia. Sono un'arma in più e sono sicuro che faranno benissimo. Ma che dire di Juanito Gomez? Ancora vola, attaccante di qualità pazzesca".

24 MAGGIO 2020
L'ultimo saluto al "maitre a penser" e le sue parole sagge: gentiltecnico fuori dal comune

Maestro, padrone, signore. Un maitre. Ma l'espressione più adatta è maitre a penser. Che tradotto in maniera testuale è il maestro di pensiero. Una persona di grande prestigio che con le sue idee e il suo modo di fare ha esercitato una forte influenza culturale nell'ambiente calcistico. Una guida morale e intellettuale, oltre che un allenatore e un dirigente. Quel volto gentile del calcio italiano. Pure Ronaldo lo ricorda così oggi: "Un direttore d'orchestra, con quel sorriso, con la sua voce sempre calma, con i suoi consigli preziosi". Una vita da protagonista, ma sempre nel rispetto degli avversari e con un forte legame per le società con le quali ha lavorato. Di certo è stato uno degli allenatori più amati, grazie alla sua sensibilità e ai modi gentili, nell'autenticità di porsi nel modo giusto anche nei momenti più difficili. Cose che non si dimenticano. Come non dimenticano i tifosi di Gubbio che allo stadio in sua dedica hanno esposto uno striscione con scritto: «Uomo vero. Umile di vecchi valori. Gigi Simoni sempre nei nostri cuori». D'altronde i suoi risultati sono alla portata di tutti. Gigi Simoni (con la carica dirigenziale da direttore tecnico in rossoblù) ha vinto due campionati, compreso l'approdo impensabile in serie B. Nell'ultima apparizione a Gubbio, nel giugno 2016, disse ai nostri microfoni: "A Gubbio nel nostro piccolo abbiamo fatto ottime cose, abbiamo lavorato bene perchè ci è stato permesso di lavorare bene e i tifosi veramente ci hanno sempre sorretto. Per me resta uno dei momenti della mia carriera più belli. Nel mio lavoro non conta evidenziare le categorie o le squadre. Mi ricordo dell'Inter e della vittoria in Coppa Uefa, ma mi ricordo anche di San Marino dove con il Gubbio si è vinta la serie C2, come ricordo volentieri quando mi trovavo a Carrara o Mantova. Perciò Gubbio è stato un periodo importante per la mia carriera, una realtà vera dove c'è il contatto con la gente e per questo vorrei ringraziare Giammarioli". Ma andando indietro nel tempo abbiamo ritrovato nel nostro archivio news le ultime parole di Simoni, prima di lasciare Gubbio, datate 8 giugno 2012. Disse testualmente: "Qua a Gubbio ho passato degli anni magnifici. Con Giammarioli c'è stato un rapporto splendido: siamo stati sempre assieme. Peccato solo l'ultimo episodio che non deve inficiare il passato perchè Gubbio ha raggiunto vertici mai raggiunti: diciamocelo, la serie B era un sogno. Forse in serie B dovevamo avere un atteggiamento diverso: la crescita non era delineata perchè abbiamo vinto troppo in fretta la Lega Pro. Abbiamo fatto tanti errori ma ha sbagliato anche la società che ha cambiato sei allenatori e poi non siamo stati neanche fortunati durante la stagione. La città di Gubbio mi ha trattato come un principino e mi ha criticato solo quando ho sbagliato. Mi sono affezionato e resterò sempre legato a Gubbio. Statemi tutti bene, qui sono stato bene". Ciao Gigi, grazie di tutto, grazie di cuore.

22 MAGGIO 2020
Addio a Simoni il gentiluomo. Giammarioli: "Gli devo tutto". Torrente: "Fuoriclasse di uomo"

Ne abbiamo conosciuta di gente perennemente con la puzza sotto il naso, condizionata da una certa irrefrenabile spavalderia, così spocchiosi e presuntuosi. Purtroppo è capitato anche nel nostro piccolo, nella Gubbio Calcio. Invece un giorno abbiamo conosciuto un uomo, con una carriera invidiabile alle spalle, che si è presentato a Gubbio con una semplicità disarmante. Un professionista vero, con tanti risultati ottenuti. Abbiamo avuto la fortuna di conoscere l'uomo, di una saggezza incredibile, che mai ci saremmo aspettati. Purtroppo è un giorno triste perchè se ne è andato Gigi Simoni, all'età di 81 anni: era stato colto da un ictus lo scorso giugno, ha lottato per mesi, alla fine si è spento, in punta di piedi, nella semplicità che lo ha sempre contraddistinto. Per questo raccontiamo un aneddoto, che ci siamo tenuti dentro il cuore in tutti questi anni. La sua gentilezza era immane anche verso i bambini: un giorno mi trovai allo stadio con mia figlia che aveva appena 4 anni, lui si girò e mi chiese se poteva accompagnarla in campo, così la prese con tenerezza per mano e ci rimase tutto il tempo durante gli allenamenti. Un gesto con una genuinità spontanea: non nego che rimasi colpito. Credo che non ci sia altro da aggiungere. Il Gubbio perde un pezzo di storia. Con Simoni nel ruolo di direttore tecnico, il Gubbio è riuscito a vincere due campionati di fila, portandolo in serie B. Poi nella cadetteria lo stesso Simoni è stato anche allenatore della squadra eugubina e si ricorda ancora la storica vittoria sul Torino per 1-0 con rete di Ciofani. Tanti ricordi, tanti flash. Ma ecco cosa dicono alcuni protagonisti di quella magica avventura con Gigi Simoni. Abbiamo contattato il direttore sportivo Stefano Giammarioli e ci dice: "Lo sanno tutti: gli devo tutto. Il mio rapporto con Gigi non era solo lavorativo, ma esisteva un rapporto umano e personale, familiare e confidenziale. Abbiamo passato tanti anni insieme tra Gubbio e Cremona, mi ci ha portato lui. Per me è stato un onore portarlo a Gubbio, una grande soddisfazione per me e per la città. Almeno la mia città ha potuto conoscere qual è il calcio vero. Pertanto gli devo tutto a livello di professionalità. Mi ha insegnato davvero tanto. Ora mi resta difficile aggiungere altro". L'allenatore Vincenzo Torrente invece ricorda così Simoni, ci dice testualmente: "Un fuoriclasse come uomo. Un giorno triste. Per me è stata davvero una persona speciale. Ha sempre creduto in me come allenatore e mi ha dato pure l'opportunità di allenare nei professionisti. Un uomo dallo spessore umano incredibile, al di là del ruolo di allenatore o di dirigente che ricopriva. Un vero signore. Credo di avergli dato delle belle soddisfazioni, soprattutto a Gubbio. Lui mi disse un giorno che io ero riuscito a farlo emozionare e divertire, e facemmo un qualcosa di straordinario". L'ultima apparizione a Gubbio di Gigi Simoni ci fu nel giugno 2016, una serata speciale, nel Gran Galà del Calcio Eugubino.

21 MAGGIO 2020
Lakti, il Pescara bussa alla porta della Fiorentina. Serie C, è scontro tra Figc e Lega, ma...

Toc toc. Chi è? Apri la porta. Se il campionato è fermo, non di certo si sono fermate del tutto le idee e le trattative. Cominciano a farsi avanti anche delle proposte. In queste ultime ore c'è interesse verso un nome in forza nei rossoblù. Si tratta del mediano Erald Lakti che, va precisato, si trova a Gubbio con la formula del prestito dalla Fiorentina. Pochi giorni fa sul centrocampista albanese si era interessato il sito Tuttomercatoweb.com quando ha tirato fuori la notizia che il Pescara sta osservando il calciatore viola. Notizia che viene confermata dal portale web Firenzeviola.it e a quanto pare la società adriatica ha bussato veramente alla porta della Fiorentina. Tutto questo si evince dalle parole pronunciate dal direttore tecnico dei pescaresi, Giorgio Repetto, intervistato proprio dal sito viola. Su Lakti, afferma alla precisa domanda: "Non lo conosco molto bene come calciatore. So che c'è un interesse da parte del nostro club nei suoi confronti, ma non lo sto seguendo io". Perciò, che ci sia stato già un approccio è tutto vero, e il Dt dei biancazzurri tuttavia ha aggiunto che c'è un interesse verso un altro calciatore dei viola, ovvero il terzino Gabriele Ferrarini, attualmente in prestito alla Pistoiese. Pertanto ci sono sirene per il giovane Lakti (classe 2000) per un probabile salto di categoria, dopo questa prima esperienza tra i professionisti con il Gubbio in questa stagione, con l'interesse della formazione dei delfini allenata da Nicola Legrottaglie. Intanto tiene banco la polemica dopo il responso del Consiglio Federale che cozza fortemente con il volere della Lega Pro: ormai è scontro aperto tra Gravina e Ghirelli. Stanno volando pure stracci. Ci sono 53 società (su 59) che all'assemblea di Lega Pro avevano votato per lo stop del campionato. Ma a quanto pare, il Consiglio Federale, ha ceduto alle pressioni di otto società di C che hanno inviato delle lettere direttamente alla Figc per far proseguire il campionato. Una situazione che ha creato una spaccatura forte perchè molti presidenti si sentono calpestati da una decisione presa dall'alto che va controcorrente verso una votazione condivisa. Umore che rispecchia quanto detto pure dal patron del Gubbio, Sauro Notari, ai nostri microfoni mercoledì sera (vedi intervista a seguire). Del resto una ripresa comporterebbe problematiche non di poco conto. I contratti in scadenza a giugno verrebbero prolungati fino al 31 agosto (compresi i prestiti) e molte società non vogliono accollarsi un esborso ulteriore. Inoltre c'è un problema logistico sanitario: secondo una stima della Lega, adesso servirebbero 55000 tamponi e 20000 test sierologici per i club di terza divisione. Non si esclude uno sciopero generale. Una forte presa di posizione proviene dai medici di serie C contro la Figc, all'Ansa hanno dichiarato: «Protocollo irricevibile, pronti ad iniziative clamorose». Piccola apertura negli ultimi minuti del presidente Gravina verso la Lega Pro: «Si riprenderà solo se i protocolli saranno attuabili. Altrimenti avanti solo con playoff e playout». Così riporta Tuttomercatoweb.

20 MAGGIO 2020
Notari: "Al via? Improponibile. La linea condivisa dei presidenti va rispettata. Senza medici..."

Quando si dice che non c'è coerenza. Un paese dove ognuno contraddice l'altro. Il Consiglio Federale, dopo la riunione appena conclusa, ha diramato la decisione di fare riprendere i campionati di serie A e B, ma anche di serie C, da concludere il 20 agosto. Quindi si cerca la regolare prosecuzione dei tornei professionistici. Solo, qualora, la ripresa non sarà possibile, si cambierà format. Ma il presidente della Lega Pro, Ghirelli, fa sapere che conta il parere dell'assemblea dei presidenti di serie C, perciò non è intenzionato a fare ripartire tutto. Regna il caos. Allora, noi, sentiamo il parere del presidente Sauro Notari. Ecco cosa ci dice a riguardo: "Per me una ripresa è improponibile. Sono inoltre convinto che il campionato ufficialmente non riparte. Ognuno può dire ciò che vuole, ma sono dell'idea che non si riprende. Questo è quello che penso io, poi si vedrà". Ma se arrivasse un ordine per tornare a giocare? "Lo ribadisco, sono del parere che non si gioca". É venuto fuori che potrebbe essere modificato pure il mercato estivo e per le società la garanzia fideiussoria sarà di un importo di 350 mila euro, ma lei che ne pensa? "Posso essere d'accordo su tutto, ma c'è un però...". Prego, dica? "Dobbiamo essere tutti d'accordo e si deve proseguire con le dovute precauzioni, con una linea uniforme per tutti. Per andare avanti, compreso il discorso delle fideiussioni, deve esserci condivisione. La decisione va presa da tutti e non da poche persone. Dico questo perchè forse qualcuno non ha capito quale siano le reali problematiche del 95% delle società di serie C. Non mi va davvero che qualcuno metta avanti i propri interessi. Così non si va da nessuna parte. Perciò, il campionato di serie C non può riprendere". In poche parole è d'accordo con il presidente Ghirelli che contraddice Gravina, giusto? "Assolutamente, sono d'accordo con Ghirelli: si è portata avanti una linea in assemblea ed è la stessa linea che ho sempre sostenuto. Perciò è inutile dire che si ricomincia, ci devono essere le basi. C'è stato già un voto e si è votato che non ci sono i presupposti per ricominciare: perciò il 90% delle società pure adesso sono del parere di fermarsi, solo quel 10% vorrà riprendere ma solo per interessi economici e per raggiungere un obiettivo". Il dottor Corbucci, in una nostra intervista, ha precisato che seguire un protocollo così articolato costerebbe ad una società addirittura fino a 400 mila euro: "Appunto, il tutto non è gestibile. Onestamente tutti i medici sono impegnati pure per combattere il coronavirus adesso. Il dottor Corbucci oltretutto ha dichiarato che vuole dimettersi in caso di ripresa in questa fase. Perciò, di conseguenza, mi dicano cosa dovrei fare. Si può andare avanti senza medici? Mi fanno perdere la partita a tavolino? Voglio dire, si ricomincia se è tutto a posto, ma qua non esistono le premesse. Ed io, d'altronde, resto fermo sulla mia posizione. Penso che saremo in tanti come presidenti".

19 MAGGIO 2020
Bartolucci: "Ancora oggi, parliamo quel linguaggio. Quella squadra costruita in laboratorio..."

Quando si dice che viene riconosciuta l'umiltà nel fare. L'esempio è quello di vedere il terzino destro Giovanni Bartolucci votato nella Top 11 della squadra rossoblù dai tifosi. Ma Giovanni, che ne pensa? "Da non crederci. Un bellissimo regalo. Come miglior terzino della storia del Gubbio. Non so neanche di meritarlo. Questo però significa di aver dato qualcosa alla città, ho dato il meglio della mia carriera calcistica. Probabilmente ha influito di aver giocato con la squadra che poi è finita in serie B. Inoltre si era creato con me un ottimo rapporto con tutto il popolo eugubino". Forse è stata premiata anche la persona: diligente, generosa e mai fuori dalle righe? "Penso di essere stato premiato pure per questo, non lo nego. So che le persone eugubine mi volevano bene non solo per come giocavo ma anche per la persona che ero. Fa piacere". Quella squadra della promozione era forte. Tutti dicono che il segreto era la vostra unità stile familiare, conferma? "Non è un caso che si è fatto un gruppo whatsapp tra di noi". Ci è stato detto dai suoi ex compagni, bello no? "Assolutamente sì. Ma posso aggiungere che lì è venuto fuori di tutto". In altre parole? "Sono venuti fuori tanti post con tutti i gol e le azioni di quella splendida stagione. Curiosamente è venuto fuori il linguaggio che si parlava proprio quell'anno". Ma davvero, a distanza di nove anni? "Sì, vero, e pure adesso ci si ricorda cosa si doveva fare in campo". No, questo è incredibile, come è possibile? "Eppure sì, è tutto vero. Tutti quanti noi che abbiamo vissuto quella esperienza ricordiamo ancora tutto. Pensare che altri calciatori poi hanno giocato in altri palcoscenisci e hanno avuto altri allenatori. Eppure, tutti ancora si ricordano che in quella situazione si doveva fare questo e in un'altra quest'altro. Questa è magia". Beh, qualcosa di inusuale lo è, giusto? "Una magia, lo ribadisco. Ma il merito è stato assolutamente del mister Torrente, in primis, che ha dato tantissimo. Ma credo che noi ci fidavamo talmente tanto del mister che, qualsiasi cosa ci diceva, noi la facevamo: l'ho sentito anche poco tempo fa e glie l'ho detto. Se ci avesse detto di buttarci sotto un ponte, noi eseguivamo l'ordine. Questa è stata la chiave di tutto: c'era un faro guida, una voce dalla quale tutti noi ci fidavamo ciecamente. Mister Torrente ci diceva una cosa e tutto il gruppo compatto era disponibile ad eseguire. Questo succedeva al 120%. La fiducia che riponeva in noi l'allenatore, su tutti, ha fatto il resto. Persone che avevamo fame, eravamo serie, con un obiettivo univoco: livello di professionisti molto alto direi. Questo ci rendeva coesi, al di là che ognuno poteva avere un carattere diverso. Non si vedeva l'ora di andare a mangiare tutti insieme. Con un ambiente sano intorno, staff, addetti ai lavori, società, tifosi e pure voi giornalisti: io mi sentivo tutelato in ogni momento. Il popolo eugubino è verace: mi sentivo a casa, non mi sono mai sentito un estraneo". E il calciatore più forte? "Non è facile scegliere. Lamanna, Gomez, Sandreani (intelligente e tattico), Briganti, dovrei fare una lista infinita. Era la squadra perfetta, sembrava veramente creata in laboratorio".

18 MAGGIO 2020
Corbucci: "Sport di contatto continuo. Costi e responsabilità, così no. In caso, mi dimetto..."

Tempo di protocolli, tempo di un futuro incerto per la serie C. La pandemia stravolge tutto il palinsesto. Parliamo con il dottore della Gubbio calcio, il professor Giangiacomo Corbucci. Sentiamo innanzitutto cosa pensa di questo protocollo molto contestato, che ne pensa? "In teoria, in linea di massima, il protocollo potrebbe essere valido. Però non è applicabile in Lega Pro". Per una questione di costi o di fattibilità? "Ci rientrano entrambe le questioni. Infatti se qualcuno vuole applicare in maniera corretta il protocollo, come minimo viene a costare da 300 ai 400 mila euro". Davvero, così tanto? "Eh sì è, ma è normale. Vari ritiri, alberghi confiscati per un mese, con l'interessamento di 50 persone tra staff e tutti gli addetti. In aggiunta vanno considerate tutte le analisi e i tamponi da fare. Un lavoro enorme e molto articolato direi. A livello logistico poi per la Lega Pro è impossibile". Perciò solo in serie A può essere percorribile? "Ma non credo per tutte le società. Proprio alcuni giorni fa parlavo con dei conoscenti che lavorano nel Brescia e a quanto pare non c'è intenzione ad aderire a quel protocollo. Adesso infatti si sta pensando di rivisitarlo: potrebbe diventare più accettabile. Però c'è un'altra questione che va affrontata...". In altre parole? "C'è una responsabilità penale del medico. Come si fa a prendersi una responsabilità per un discorso così ampio e articolato del genere. Quando si prende il Covid-19 non è possibile stabilire in quale circostanza un tesserato può essere stato contagiato. Tutto un contesto, aggiungo, che va fuori logica". Perciò è d'accordo di fermare tutto adesso, giusto? "Lo dissi in tempi non sospetti, a febbraio". Ce lo ricordiamo, in una nostra intervista tra l'altro, ma ad oggi qual è il suo giudizio? "Mi ricordo ancora quando dicevano che era una banale influenza. Ma neanche per sogno. Tuttavia è pur vero che al momento il virus si sta per quietare un po', probabilmente ha avuto qualche mutazione. Per questo motivo sembra meno aggressivo. Però è sempre contagioso e quindi si deve andare con calma". Sorge spontanea un'altra domanda: in una situazione di distanziamento, come è possibile un gioco di contatto? "Certo: è un gioco di contatto, dai. Tutti gli sport di contatto sono a rischio. Gli sport individuali si possono anche fare, anche senza pubblico, come il tennis. Ma nel calcio no, sport di contatto stretto e continuo". Ultima domanda, provocatoria. Nel caso in cui arrivasse un ordine dall'alto che si debba concludere il campionato in C, anche tra un mese o più avanti, il dottor Corbucci cosa risponde? "Mi dimetto". Prego, può ripetere? "Assolutamente sì, sono pronto anche a dimettermi dal mio incarico. Ma non sarei il solo. Vedo che il dottore Mazzarella del Trapani già si è dimesso per questo motivo. Ognuno la vede a modo suo. Ma questa è la mia opinione. Per me è una questione anche di etica professionale".

17 MAGGIO 2020
Focus. Calcio e... quella triste esultanza con il gomito. Il calcio che verrà dopo la pandemia

Come è strano il calcio, ma soprattutto come sarà. Questa pandemia ha cambiato le carte in tavola e per un periodo di tempo non vedremo più quel calcio che tutti hanno ammirato. Un assaggio, un reale assaggio, ci arriva dalla Bundesliga. Il campionato tedesco è ufficialmente ripartito. Con nuove regole è davvero tutto surreale. Allucinante. Basta vedere alcune immagini che ha pubblicato La Gazzetta dello Sport. Controllo selettivo e categorico con il termo-scanner prima dell'entrata allo stadio, tutti equipaggiati tassativamente con mascherine, calciatori, ma pure gli steward sugli spalti. Entrata in campo per il pre-riscaldamento con mascherine, pure i cameramen a bordocampo. L'unico momento di respiro quando si entra effettivamente in campo per giocarsi la partita. Ma anche qui, in questa fase, preventivamente, va eseguito un protocollo: vanno sanificate le panchine con uno spruzzino apposito, così come il pallone che viene sterilizzato con cura. Postilla: i pochi giornalisti che occuperanno la sala stampa, tutti muniti di mascherina e distanziati. In panchina, i calciatori seduti distanziati (con un seggiolino vuoto e uno occupato) e coperti (con mascherina). L'incredibile realtà che ci potrebbe aspettare si vede sul rettangolo di gioco. Pochi contrasti, tackle praticamente aboliti, contrasti di gioco che in molti evitano nel limite del possibile. Quando tutti sanno che il bello del calcio è proprio questo: l'agonismo, l'energia di recuperare un pallone, la foga di fare ripartire un'azione, il contrasto aereo o la scivolata che mostrano la caparbietà di un calciatore. Il culmine, al momento di una segnatura: lo sprigionamento dell'esultanza senza abbracci, al massimo ci si sfiora con un gomito e tutti distanziati. Un pegno triste da pagare, questo succede per non fermare un campionato. Per non parlare che si gioca senza spettatori, senza quel cuore pulsante che sprigiona gioia ed emozioni, che è da stimolo per ogni calciatore che entra in campo. In pratica viene a mancare l'essenza del calcio. Questo è il mondo che ci regala ai tempi del Covid-19: viene vietata ogni forma di assembramento, pure in una partita, per quanto complicato va evitato pure in una gara agonistica. Pura fantascienza, a pensarlo solo qualche mese fa. La festa del calcio, finchè la pandemia non si sarà esaurita, deve limitarsi a queste regole feree. Scusate, siamo seri: per noi non è calcio. Giocare nella paura e nel silenzio. Come fa osservare qualcuno, come si fa ad assistere a certe pagliacciate. Innanzitutto le partite senza tifosi sono insignificanti. Oltretutto è inutile evidenziare il fatto delle distanze da rispettare in panchina e poi in campo il pallone lo toccano tutti, tra contrasti e scontri di gioco. In tanti dicono che è una commedia. Non esultare senza abbracci in uno sport di contatto. Tanto vale non giocare, non ha senso. Questo calcio così non ha nulla da dirci. Pertanto è giusto fermare il calcio qui. Tutto rimandato a settembre. Aspettando tempi migliori.

14 MAGGIO 2020
Pascolini: "Mi manca l'adrenalina sul campo. Lamanna il più forte. Ravaglia e pure Zanellati..."

Da un paio di giorni stiamo parlando di portieri. Con chi di meglio possiamo parlarne? Precisamente con Giovanni Pascolini, il preparatore dei portieri, da venti stagioni in rossoblù (con 660 gettoni, un vero record). Partiamo da Eugenio Lamanna, è il portiere più forte allenato, si può dire? "Non è un caso che è finito a giocare in serie A con il Genoa. Questo vuol dire qualcosa. Quindi sì, confermo. Fare il nome di Lamanna oggi può sembrare semplice: ho lavorato con tanti giovani che mi hanno lasciato qualcosa (come Vecchini, Zandrini, Volpe e tanti altri). Ma Eugenio è stato l'apice e ha avuto un grande pregio: con la sua calma, con la sua freddezza e la sua intelligenza è riuscito a calcare grandi palcoscenici". In questi giorni si è parlato di quel biennio favoloso con l'approdo in serie B, tutti raccontano che era come una famiglia, ma era proprio così? "Sicuramente, era così. C'era un gruppo che lavorava, quando parlo di gruppo intendo proprio tutti, dal magazziniere all'allenatore. Tutti con lo stesso intento, con la società che ha supportato questo gruppo. Ragazzi che sapevano cosa fare. L'unità di spogliatoio ha saputo sopperire anche le difficoltà". E in molti ricordano l'apporto di Torrente, è stato fondamentale: è così? "Con Vincenzo, oltre che un rapporto professionale, esiste un legame di profonda amicizia che ci lega. Lo stimo perchè è una persona squisita, non è valida ma stra-valida: se viene messo nelle condizioni di lavorare, può dare molto. Specialmente con una logica di costruzione". Perciò, l'idea di vedere confermati Torrente e Giammarioli per la prossima stagione può essere plausibile? "Penso che spetta alla società dare le linee guida calcistiche in tal senso. Perciò spetta a loro dare le indicazioni del caso". Tornando ai portieri. L'altro giorno ha parlato Federico Ravaglia, un giudizio su di lui? "Ma vorrei fare una premessa. Parlo di Ravaglia ma pure di Zanellati. Inizialmente c'è stato un ballottaggio, posso aggiungere che sono due portieri che a me piacciono tanto. Nel senso che è un piacere poterci lavorare, riescono a capire quando ti proponi, perciò li reputo due titolari. Ma nel calcio ne gioca uno solo. Se un domani Ravaglia dovesse fare carriera andando altrove (con il Bologna in A), vi assicuro che io punterei tutto su Zanellati: entrambi sono validi tecnicamente, tatticamente e potenzialmente. Sono cresciuti tanto, mi hanno dato soddisfazioni". Poi Ravaglia ha parlato che Gomez e Coda hanno portato esperienza e qualità, è così? "Assolutamente sì. Coda lo conoscevo dai tempi di Parma. Con Gomez invece non metto una mano, ma le metto tutte e due sul fuoco: è un ragazzo straordinario e intelligente, averlo conosciuto e averlo ritrovato è stato eccezionale: è sempre umile, al top fa sempre la differenza". Questo momento di lockdown come lo vive? "Il calcio mi manca. Mi manca il contatto con lo staff, con i calciatori, con lo staff sanitario, con i magazzinieri, con tutti. Manca l'adrenalina del campo. Ma la situazione a livello sanitario non è stata rosea e in prospettiva non è molto chiara. Mi trovo d'accordo per lo stop al campionato. La salute delle vite umane c'è di mezzo, perciò tutto il resto passa in secondo piano. Oltretutto il protocollo è difficoltoso da seguire, anche i medici di serie A si pongono forti dubbi, figuriamoci in serie C con dei costi tra l'altro improponibili".

13 MAGGIO 2020
Ravaglia: "Inizio difficile, poi un torneo soddisfacente. Quella parata a Caracciolo. E Buffon..."

Da portiere a portiere. Ieri abbiamo intervistato in esclusiva Eugenio Lamanna (vedasi il precedente articolo). Oggi parla dalle mura domestiche il portiere Federico Ravaglia: "Con mio fratello gemello siamo cresciuti amando il calcio guardando Buffon e Del Piero, ovviamente io seguivo il portiere. Da bolognese per me è stato bellissimo fare la la trafila nelle giovanili con il Bologna. Come quando fui convocato per la prima volta in panchina in serie A contro il Cagliari, una grande emozione. Tuttavia mi ricordo ancora Bologna-Milan quando mi trovai davanti Gigi Donnarumma: volevo chiedergli la maglia, ma poi tentennai, al di là di ciò con lui ci scambiammo in mezzo al campo un abbraccio e questo episodio lo ricordo ancora con grande piacere". Così si esprime tramite youtube per il canale social ufficiale della Gubbio Calcio. Poi Ravaglia ricorda l'avventura in C: "La prima esperienza fuori casa è stata formativa. Esperienza importante nel Sudtirol e posso dire che mi sono trovato benissimo in un ambiente come Bolzano: grandi strutture e impianti, oltre che si sta molto bene in città". Tuttavia un portiere, avrà pure un pregio e un difetto, o no? "Sfrutto al meglio le uscite alte, così sono agevolato tenendo conto della mia altezza. Un difetto quando devo giostrare la palla con i piedi". Dalla scorsa estate è arrivato a Gubbio. Prima in campo si è visto il dualismo con Zanellati. Però, poi, Ravaglia si è ritagliato in pianta stabile il posto da titolare. Giusto? "Sono arrivato carico e motivato. Avevo parlato con il trainer Guidi, mi spiegò il progetto, e quindi sono partito entusiasta perchè sapevo che potevo ritagliarmi il mio spazio giocando con più continuità. Invece all'inizio proprio del campionato è avvenuto qualcosa di diverso. É stato un inizio difficile, soprattutto per via di questa alternanza tra noi portieri. Per fortuna partendo dalla partita contro il Rimini è cominciato un altro vero percorso e così per me è iniziato un altro campionato". Fino allo stop, come considera il suo cammino? "Direi soddisfacente. A livello personale ma anche a livello di squadra. Diciamo che c'è stato un inizio di campionato difficile perchè nelle prime undici partite non si è mai vinto. Però poi siamo stati bravi a tornare in carreggiata e credo che dal girone di ritorno siamo stati efficaci a risollevarci in classifica. Non nego che gli arrivi di Juanito Gomez e Coda ci hanno aiutato tantissimo: abbinano esperienza e qualità. La parata più bella? Quando sono riuscito a neutralizzare il rigore all'Airone Caracciolo, con una doppia parata dopo una prima respinta. Un sogno nel cassetto? Tornare al Bologna e poter giocare in serie A".

12 MAGGIO 2020
Lamanna: "Eravamo una famiglia. Oggi su un gruppo whatsapp. Torrente e Giammarioli..."

Periodo senza calcio, tempo di ricordi e che ricordi. Un altro protagonista, che poi è finito in serie A. Tutti lo ricordano, inevitabilmente. Così parliamo con Eugenio Lamanna. Allora, rievocando ora il nono anniversario di quella promozione in serie B? "Ci sentiamo anche oggi con un gruppo whatsapp tra noi, sempre bello. Abbiamo letto pure l'intervista di Borghese su Gubbiofans, molto bella. Ci crea a tutti noi una bella sensazione. In squadra ci trovavamo come nelle migliori famiglie, tutti ragazzi poi che remavano verso la stessa direzione. Età media bassa, ma era un bel gruppo pure fuori dal campo e questo ci ha aiutato. Per questo saluto tutta la città di Gubbio e soprattutto i miei compagni che solo a ricordarli è sempre un'emozione". Un'escalation di sensazioni, due promozioni di fila, ma è così? "Assolutamente sì. Forse il momento clou negli ultimi minuti con la Paganese (l'8 maggio 2011 ndr) quando tutti noi eravamo trepidanti aspettando il triplice fischio per festeggiare. Momenti emozionanti che ancora oggi sono difficili da descrivere". Due flash, due parate decisive di Lamanna, due rigori neutralizzati al Barbetti: uno nella finale playoff con il San Marino su Cesca (gara vinta 2-0) e uno con l'Alessandria su Artico (gara vinta per 1-0 con tiro-bomba di Daud). Che ne pensi? "Parare un rigore già è speciale, perciò figuriamoci quando avviene in certe occasioni perchè ci hanno portato a dei risultati inimmaginabili. Sensazioni rare come in altre partite, come in quella rimonta contro lo Spezia (per 2-1 ndr). Tanti gesti messi assieme ci condussero verso un successo così straordinario. Ricordo tanti gol, tanti recuperi e azioni difensive, le lotte a centrocampo, ho in mente ogni minimo particolare. Tutti noi ci ricordiamo volentieri tutto, sempre". L'allenatore Torrente fu determinante, fu davvero così? "Al di là che mi portò proprio a Gubbio, a lui devo davvero tanto. Dico questo perchè ci dava sempre fiducia e mi ha permesso di esprimermi al massimo: in quattro anni, pure a Bari, con Torrente sono cresciuto tanto sotto tanti aspetti e mi riferisco al fatto che cominciai a giocare con la palla da dietro. Mi insegnò pure in questo. Grande stima da parte sua verso di me: è ricambiata e non posso che ringraziarlo. Ma la bravura di Torrente di certo non la scopro io". Pensare che Torrente e Giammarioli, ad oggi, sono a Gubbio: "Ed io dico che è una bellissima cosa. Da quando sono ritornati loro, la squadra ha fatto un ottimo percorso. Credo che con entrambi si può fare anche meglio, già dall'anno prossimo: è gente di esperienza e sanno come si fanno le cose. Chissà, può essere l'inizio di qualcosa di bello". Tanti di voi, poi finirono nella massima serie: Juanito Gomez con l'Hellas Verona ha segnato per due volte a Buffon alla Juve; Lamanna con il Genoa ha parato un rigore al bomber Tevez della Juve. Da brividi o no? "Mi ricordo ancora una frase che mi disse Albano Benjamin Bizzarri: «Con il tempo ho imparato a godermi il momento: in qualsiasi categoria ti trovi è speciale». Credo che in quel momento lì, davanti a Tevez, ero entrato per dare il massimo e fui ripagato con tanta gioia in un palcoscenico importante. Un sogno realizzato che mi portavo dietro da bambino: emozione bellissima". Ora Lamanna è al Monza, una società da serie A, con una squadra molto forte, primatocon merito, tutto perfetto, vero? "Sono fortunato di esserci. Quando parlai con il dottor Galliani e con il direttore Antonelli, capii subito di cosa stavamo parlando. Dalle parole ci sono stati subito i fatti: una società con personaggi che non hanno bisogno di presentazioni, come Berlusconi. Migliorie allo stadio e alle strutture sportive in poco tempo, una società amata nel territorio perchè fa davvero tanto e non va mai dimenticato. Poi si è costruita una squadra di calciatori forti, formata di persone per bene. Tutte hanno a cuore in quello che si fa, è bello farne parte. Dedizione massima, una mentalità che poi ha fatto la differenza".

11 MAGGIO 2020
Gubbio: contratti o non contratti, ecco la situazione globale. Legame con nove, in quindici...

In attesa dello stop definitivo del campionato, che deve essere ratificato dal Consiglio Federale dopo l'orientamento della Lega di serie C, facciamo il punto della situazione di quello che può succedere una volta che sarà il momento di progettare il prossimo futuro. Perciò, con la pratica in sospeso, per quanto riguarda anche la possibile conferma di Torrente e Giammarioli, elenchiamo nel dettaglio i nomi dei contrattualizzati in casa Gubbio. Sono legati anche per la prossima stagione con i colori rossoblù nove calciatori. Sono nell'ordine i difensori Cinaglia, Bacchetti, Konate, Rafa Munoz e Filippini, il centrocampista El Hilali, il fantasista Sbaffo e l'attaccante De Silvestro. Tutti questi appena elencati avevano firmato la scorsa estate un contratto biennale. In aggiunta a questi otto, citiamo il centrocampista Bangu che è legato con il Gubbio addirittura fino a giugno 2022 (la scorsa estate infatti il mediano congolese aveva firmato un triennale). Tutti calciatori che fino adesso facevano parte del gruppo di Torrente, tranne Sbaffo che a gennaio era stato girato in prestito all'Arzignano Valchiampo, dove ha totalizzato tre presenze e zero gol prima dello stop forzato dei campionati. Nella scorsa estate del 2019 c'erano altri calciatori che avevano firmato contratti biennali, ma a gennaio sono stati ceduti definitivamente: stiamo parlando dell'attaccante Sorrentino che è finito al Renate (contratto fino al 2022), il mediano Cenciarelli che è stato ingaggiato dalla Sambenedettese, oltre agli attaccanti ceduti come Cesaretti (che si era legato al Gubbio con un annuale, poi finito alla Cavese), Manconi (girato in prestito alla Giana Erminio dal Perugia) e Battista (ceduto a livello definitivo alla Vibonese). Per il resto sono in scadenza di contratto 15 calciatori per legami diversi. In pratica a giugno scadranno i prestiti dei portieri Ravaglia e Zanellati (rispettivamente con Bologna e Torino), del difensore Zanoni (era del Modena), dei centrocampisti Lakti e Meli (della Fiorentina) e con l'attaccante Dubickas (del Lecce). In scadenza di contratto (senza vincoli con altre società) ci sono invece i difensori Coda e Maini, poi i centrocampisti Benedetti, Bove, Malaccari, Megelaitis, Ricci, per finire gli attaccanti Juanito Gomez e Tavernelli. Ecco tutto. Quando si tornerà a parlare di calcio vero, di tattica, di possibili trattative future, di strategie di calciomercato, saranno questi i primi nodi da affrontare.

09 MAGGIO 2020
Notari: "Per me stop e... non ne voglio sapere nulla. Il futuro più avanti, ora solo supposizioni"

Dopo l'assemblea della Lega con tutti i presidenti di serie C, parliamo a tutto campo con il patron dei rossoblù Sauro Notari. All'unanimità si è deciso che il campionato si ferma qui. Vero? "Assolutamente sì. Su 59 votanti ci sono stati 52 favorevoli allo stop, sei astenuti ed uno contrario. Su tutti i punti c'era questo accordo, mentre sull'ultimo punto, quello che riguarda la quarta promozione ho deciso da parte mia di votare per il merito sportivo. Mi è sembrato giusto perchè se si è votato per lo stop al torneo, è altrettanto logico fermare pure degli eventuali playoff. Allora tanto vale di finire i campionati sul terreno di gioco. Credo che sia impossibile giocare in certe condizioni e oltretutto vedo poca chiarezza". In altre parole? "Pure il governo non è chiaro. Un giorno si dice che si vuole fermare, un altro giorno si vuole riaprire. A livello istituzionale vedo ancora troppa confusione. Non ci sono le idee chiare, sotto tanti punti di vista. Pertanto portare avanti certi discorsi è difficile". Da come ha detto lei, c'è stato pure un voto contrario allo stop dei campionati. Non è così? "Sì, pure sei astenuti. Di questo, con tutta sincerità non capisco: qualcuno evidentemente ha cambiato idea, forse entrano in ballo altri interessi, però la situazione è questa e certe cose non le ritengo accettabili soprattutto perchè certe società si trovano in regioni dove il virus ha colpito più profondamente". Sulla quarta promozione, molte le voci discordanti, giusto? "Sì, ma qualcuno non vuol capire che c'è un problema sanitario. Ci sono tante di quelle società in serie C che non sono in grado di seguire certi protocolli. Capisco pure che ci possono essere degli interessi economici soprattutto dalle Leghe di serie A e B che spingono, ma conta la salute. Attenzione: si rischia di fare come la pandemia della Spagnola degli anni '20 dove i decessi furono maggiori in una seconda mandata del virus. Pure la Ternana nella nostra regione vuole dare battaglia per poter tornare a giocare. Ribadisco, io non sono d'accordo e rimango coerente sulla mia idea iniziale. Non me la sento di andare in nessun campo e in nessun albergo: non mando nessuno al macello. Lo reputo un discorso fuori luogo, da fuori di testa. Se poi ci sarà una forzatura da parte del Consiglio Federale di ripartire, io personalmente non mi prendo nessuna responsabiltà". Cioè? "Sono dell'idea che saranno loro che si dovranno assumere le responsabilità. In quel caso alzo le mani, mi metto da parte e loro faranno ciò che vogliono. Con i presupposti di oggi, io non vado avanti e non ne voglio sapere nulla". Perciò tutti i calciatori del Gubbio resteranno a casa loro? "Sì sì, tutti a casa loro. Restano a Gubbio solo Munoz che ha preferito restare in Italia perchè la situazione in Spagna con il virus non è semplice, e il capitano Malaccari perchè è sposato con una ragazza eugubina". É presto di parlare di futuro, ma una domanda esce fuori: con Torrente e Giammarioli ha già parlato di progetti? "No no". Perciò, vuole aggiungere qualcosa a riguardo? "Ci sono delle supposizioni. Ci siamo lasciati bene e speriamo di ripartire bene da dove ci siamo lasciati. Oggi come oggi di calcio non ne voglio parlare. Adesso mi preme soprattutto che si superi questa situazione, ci sono anche dei tesserati in C che sono stati colpiti tutt'oggi dal virus e che stanno lottando per sconfiggere questa brutta bestia del coronavirus. Pertanto è inutile parlare di futuro, nemmeno ne ho voglia. Quando ci sarà la risposta definitiva dello stop del campionato, ci penseremo". Ma c'è una idea? "In linea di massima Torrente e Giammarioli dovrebbero essere confermati. Più avanti, ne parleremo al momento opportuno".

08 MAGGIO 2020
Nove anni fa... si tocca il cielo con un dito. Rievocando l'8 maggio 2011. Ricordi e le foto

Titolammo:«Sìì... è Serie B. Piegata la Paganese». Sono passati nove anni esatti, era domenica 8 maggio 2011. Con uno stadio gremito in ogni ordine di posti: 4200 paganti sulla carta, ma incasso mai comunicato, per dire che senz'altro saranno stati allo stadio in cinquemila. Che dire, giorno storico. A magnificient day. Il Gubbio batte per 3-1 la formazione campana. In rete Boisfer che apre la pista dopo una azione corale (tutta di prima) iniziata da Daud, proseguita da Gomez e Sandreani che ha fornito l'ultimo passaggio verso il mediano francese che un tiro a fil di palo, con il piattone destro, insacca in rete. Inizia l'apoteosi al 33'. Poi è una danza, solo un giro di lancette (è il 34') e arriva il raddoppio: con il solito calcio champagne, Galano che serve Gomez, che fa tutto da solo, salta gli avversari come birilli e insacca la sfera sotto il sette. Tutto magico. La ciliegina sulla torta nella ripresa con la rete di Gomez, stavolta su rigore, procurato da Bazzoffia. Inizia la festa. E cosa dissero i protagonisti. Basta scrutare il nostro archivio news. Le frasi celebri di Gigi Simoni, allora direttore tecnico: "Emozione continua con una città mobilitata. Vale come se avessi vinto la Coppa Uefa come avvenne con l'Inter. L'ambiente è stato ottimo: la società, l'allenatore, gli stessi calciatori e inoltre il pubblico ci è stato sempre vicino anche quando perdevamo qualche partita di fila. C'è stato un ottimo lavoro ma piuttosto credo che ci sia stato un vero miracolo. In carriera per mia fortuna sono riuscito a vincere un qualcosa di più prestigioso. Però questa vittoria rimarrà sempre un evento particolare, una cosa diversa, una cosa di cui andare orgogliosi". Mentre il direttore sportivo Stefano Giammarioli disse: "Siamo passati alla storia, che dire questo pubblico è stupendo". Il commento del tecnico VIncenzo Torrente: "É un miracolo sportivo. Basta scorrere tutti i nomi di tutte le squadre che abbiamo affrontato. Abbiamo vinto un campionato contro avversarie molto importanti. Ma in particolar modo abbiamo vinto con grande merito perchè i risultati sono arrivati davvero con il bel gioco. E quest'anno (2011 ndr) è stato ancora più bello. L'anno scorso (2010 ndr) abbiamo conquistato la Prima Divisione tramite i playoff; invece quest'anno siamo andati in serie B direttamente dalla porta principale. É stupendo. La passione genuina che esiste in questa città è unica nel suo genere. Una passione della gente spontanea e cristallina. Basta vedere anche cosa è successo nel dopo partita fino in tarda serata in città. É stata una festa per tutti. Così deve essere il calcio e così va vissuto il calcio".

07 MAGGIO 2020
La serie C resta al palo. Campionato sospeso, così si è deciso. Ora spetta alla Figc decidere

Ora è pressochè certo. Non si riparte. Il campionato di serie C resta in sospeso e di norma dovrebbe terminarsi qua la stagione seguente. Un'assemblea tra tutti i presidenti di serie C in videoconferenza con il presidente Ghirelli ha portato ad una decisione unanime. La questione: i campionati di serie C non ripartiranno e il discorso vale per tutti e tre i gironi. La stagione 2019/2020 in pratica si può adesso dichiarare a tutti gli effetti conclusa. Ovviamente questa è una proposta che sarà inviata al Consiglio Federale che dovrà esprimersi in maniera definitiva. Si cerca di arrivare ad una soluzione condivisa. L'Assemblea ha messo sul piatto anche la promozione d'ufficio delle tre capoliste del girone A, B e C: in pratica così si ritroveranno in serie B dalla prossima stagione il Monza, Vicenza e Reggina. Si sta valutando anche il blocco delle retrocessioni nei dilettanti e si propende di bloccare i ripescaggi dalla serie D. Non sono invece in pericolo le nove squadre capoliste proprio della serie D. Ci sarà ancora da discutere per decidere la quarta promossa: in tal senso ci sono visioni discordanti, probabilmente la discussione si protrarrà a lungo. Adesso entrano in gioco alcune prerogative per decidere, appunto, la quarta promozione per la cadetteria: il primo aspetto è quello di premiare il merito sportivo mentre il secondo aspetto che va in discussione è di disputare un playoff anomalo dove deve essere garantita la massima sicurezza a livello sanitario. Su quest'ultimo punto, però, in molti stanno storcendo la bocca. D'altronde il campionato è stato fermato in virtù anche dal fatto che a certe condizioni è praticamente impossibile rispettare un regolamento sanitario stringente e capillare per tutte le società di serie C, tant'è che c'è stata una netta presa di posizione di tutti i medici sociali di ogni squadra con un preciso input: il protocollo è inattuabile e nessuno si vuole prendere le responsabilità. Pertanto, in caso di playoff, seppur ristretto, potrebbe comportare dei rischi. Proprio per questo motivo la maggioranza dei presidenti propende di attuare la prima ipotesi, quella del merito sportivo. Questione che sicuramente surriscalderà il dibattimento. Adesso bisognerà vedere come si muoverà la Lega di serie B e quella dei Dilettanti. L'orientamento è stato tracciato, ma la decisione finale spetta alla Figc.

06 MAGGIO 2020
Maini: "Mi manca lo spogliatoio, rivoglio la normalità. Coda uomo spogliatoio. Potevamo..."

Il difensore Marco Maini, tramite il canale You Tube per il canale ufficiale della società, parla lontano dal Barbetti chiuso nelle mura domestiche: "Finalmente dopo il 4 maggio sono riuscito a fare un giro in bicicletta qua sui colli bolognesi. Fino a questo momento stavo studiando perchè mi sono iscritto all'università in scienze motorie, poi per passare il tempo guardo il cinema e tanto divano. A livello calcistico mi ricordo tutta la trafila con il Bologna quando fui convocato in prima squadra: per me, da bolognese, era come andare al Real Madrid. In serie C prima cominciai ad Ancona, poi mi catapultai nell'avventura con la Lucchese e mi condusse Baldini che avevo avuto già a Bologna. Dopo di chè era subentrato Galderisi, con lui mi trovai molto bene e se adesso sono a Gubbio lo devo senz'altro a lui: d'altronde fu proprio Giuseppe a chiamarmi in rossoblù nel gennaio dello scorso anno". E spiega che quello è stato un momento di svolta e dice perchè: "Era un momento non facile per me perchè dopo una retrocessione con il Santarcangelo mi sono ritrovato catapultato nei dilettanti, per questo motivo ringrazio ancora oggi Galderisi perchè mi ha chiamato a Gubbio". Ma ecco una constatazione di amarezza: "Non nego che mi sta mancando tanto il rapporto quotidiano con lo spogliatoio. Stare in gruppo è veramente bello. Ormai da oltre due mesi siamo relegati in casa, mi auguro che tutto questo finisca il prima possibile. Mi piacerebbe rivivere la normalità". Cita un uomo spogliatoio: "Importante l'arrivo di Andrea Coda, sinceramente è un personaggio che si fa sentire, una persona che ha peso. Ma ci sono altri ragazzi con i quali è un piacere scherzare come Bacchetti, Cinaglia o Filippini". Un accenno sull'attualità: "Siamo partiti in campionato un po' così così. Però la squadra era totalmente nuova e non ci conoscevamo tanto tra di noi. In inverno abbiamo cominciato a carburare e stava andando tutto bene. Ci trovavamo in una ottima condizione ed ora potevamo dare del filo da torcere a tutti. Tutti noi vorremmo tornare a giocare, la priorità è la salute".

05 MAGGIO 2020
Giacometti: "Grazie tifosi per i voti. Avrei voluto giocare con Di Felice. Ma Cipolla e Parisi..."

Il calciatore con più presenze in maglia rossoblù. Per quattordici anni in maglia eugubina. É stato tra quelli votati nella Top Undici dai tifosi. Stiamo parlando di Alessandro Giacometti. Che ne dice? "Non nego che sono rimasto sorpreso. Fa molto piacere. La lunga militanza ha premiato: 409 presenze solo in campionato, 450 in partite ufficiali. Sono rimasto in rossoblù tanti anni perchè ho ricevuto affetto e stima. Ho avuto diversi presidenti, direttori sportivi e allenatori insomma". Appunto chi ricorda di più come diesse? "Cito Sfrappa e dico perchè: con lui un grande percorso fino ai professionisti con due promozioni, mi ha dato fiducia nella mia rinascita sportiva. Poi vorrei menzionare Crespini perchè lo reputo tutt'oggi, al di là della sua grande competenza, un direttore sportivo di un'altra categoria, pure superiore alla serie C". Mentre come allenatore? "Diciamo che a livello di risultati mi ricordo Acori, Alessandrini e Galderisi. In particolar modo cito Acori perchè con lui avevo stravinto il torneo di serie D e grazie a lui per la prima volta mi sono affacciato al professionismo: mi diede fiducia in questa nuova dimensione da capitano". Un'amarezza? "Non aver disputato la finale di ritorno dei playoff a Rimini nel 2003". La partita più bella? "Quella in casa contro la Fiorentina sempre nel 2003, quando marcai il cannoniere Riganò e la partita finì 0-0. Fu una partita perfetta, o quasi. Quel quasi lo dico perchè se in quell'occasione Cipolla fosse riuscito a segnare quel rigore nel finale ci sarebbe stata l'apoteosi. Però ci fu una prestazione perfetta corale da parte di tutta la squadra". Cipolla, un grande, vero? "Mi ricordo che fu una grande scoperta del diesse Crespini: giocava nei dilettanti, ma quello fu l'esempio di quanti calciatori bravi giocano pure nelle categorie inferiori. Tutti se lo ricordano a Gubbio, è palese che è stato uno dei più grandi attaccanti degli ultimi decenni che sono passati in rossoblù. Tuttavia come ex compagno di squadra vorrei citare anche Parisi: in base alle sue grandi qualità, credo che nella sua carriera abbia raccolto troppo poco. Il calcio talvolta è strano". Nella Top Undici, come coppia centrale difensiva è con Borghese, un commento? "Non so come sarebbe andata a finire nel concreto, lascio tutto nell'immaginario dei tifosi. Di sicuro Borghese ha lasciato un segno importante: fu affidabile ed era giovane, in quella stagione toccò il top perchè segnò anche diversi gol risolvendo gare importanti e portando punti pesanti. Con quella sicurezza, sicuramente, mi sarei trovato bene". Però di questa Top Undici, con quale calciatore ti sarebbe piaciuto giocare insieme? "Con Candido Di Felice: ero ancora piccolino, volevo diventare un vero calciatore e all'epoca proprio il fantasista aquilano faceva davvero dei numeri che tutti noi ricordiamo. Sarebbe stato fantastico giocare con Di Felice in campo. Voglio dire, per ricordarmelo ancora dopo tutti questi anni, qualcosa vorrà dire". Adesso invece c'è la coppia Giammarioli e Torrente, un suo giudizio? "Ripetersi non è mai facile, ma è il mio augurio. Ma dal punto di vista mio, da vecchio addetto ai lavori, posso dire che si vede che è una coppia affiatata. Sono di grande livello: per il Gubbio di questo momento sono entrambi il top". Perciò ci punterebbe pure per il prossimo anno? "Il presidente Notari è stato bravo a scegliere riportandoli a Gubbio. Quindi rispondo assolutamente sì: una coppia di assoluta affidabilità, esperta e molto competente".

04 MAGGIO 2020
Torrente: "Studio alcuni calciatori, ma la base c'è... servirà qualità ma niente stravolgimenti"

Eleven home, eleven sports. Il portale web d'eccellenza della terza serie che trasmette le partite in diretta in streaming, concede ampio spazio al tecnico rossoblù Vincenzo Torrente, intervistato dalla bellissima Jolanda De Rienzo. Ecco cosa dice l'allenatore: "Qualcuno rimarrà scontento se si dovesse fermare qui il campionato, ma la salute è la priorità. In tal caso è giusto che salgono le prime (Monza, Vicenza e Reggina) perchè hanno meritato dimostrando continuità. Altresì sarà complicato decidere per la quarta promozione. Farei un mini-playoff con le seconde e con la miglior terza classificata dei tre gironi, giocando su un campo neutro. Al massimo della sicurezza, però. Capisco tuttavia che non sarà per niente facile. Il protocollo visto è inattuabile in serie C, capisco i medici che non si vogliono prendere certe responsabilità". Peccato lo stop per un Gubbio che stava facendo bene: "Sì, ho preso una squadra in corsa e non è stato facile: all'inizio ho trovato grandi difficoltà, ho cercato di dare una certa identità alla compagine. Soprattutto ho cercato di dare una mentalità diversa, però non è stato semplice perchè la squadra non è stata costruita dal sottoscritto. Per fortuna da gennaio la mentalità è stata acquisita, con una certa continuità di prestazioni e risultati. Sette risultati utili, cosa non da poco. Purtroppo ci siamo fermati sul momento più bello". Ma c'è un segreto? "Con i giovani serve un educatore perchè è basilare per la crescita. Con i più grandi invece ci sono altre prerogative perchè bisogna sapere cogliere il vissuto di ognuno. Per questo motivo non è facile amalgamare 25 ragazzi in rosa. Un allenatore si aiuta con le sue idee ed io cerco di insegnare le mie. Cioè si mette in campo la propria passione e la professionalità". Che ci dice di Juanito Gomez? "Sono legato, abbiamo vinto due campionati insieme direi storici. Ha sempre dato un grande contributo, prima giocando da esterno e poi da punta centrale. E lì ci fu quella mia intuizione, fu la fortuna nostra: fece 18 gol, fu determinante per la promozione in serie B. Quest'anno poi c'è stata la possibilità di riprenderlo: da gennaio è tornato il Gomez che conoscevo, è un calciatore straordinario che è sprecato per la categoria nonostante l'età di 35 anni". Il Vicenza? "Ha confermato di essere un'ottima squadra, allenata da un bravo allenatore, con una tifoseria calorosa che può fare la serie A. Meritano il primato". Ma il suo futuro? "Sono legato con un contratto fino al 2021, ma credo che adesso sia prematuro parlarne. Sono tornato per riprovare a riscrivere la storia, insieme ai tifosi. Questa è la mia motivazione primaria. Bisognerà vedere in atto le potenzialità economiche che saranno messe sul piatto. Il presidente Notari lo sa e in questi cinque anni ha sempre provato di riportarmi a Gubbio. Ovvio che so che il presidente vuole creare un progetto ambizioso. Sarebbe troppo bello rivivere un'impresa. Da parte mia sto studiando alcuni calciatori pure di serie D, io personalmente già ci sto lavorando. Una rosa che va migliorata con calciatori di qualità, ma una base credo che già ci sia, perciò niente cambiamenti estremi". Un sogno riavere al fianco Gigi Simoni? "Magari. Certamente è una persona che mi ha dato tanto. Un maestro e un grande saggio. Mi ha insegnato la semplicità del calcio, talvolta molti allenatori lo vogliono complicare".

03 MAGGIO 2020
Focus. Un domani tutto da scrivere. Futuro: in ballo la conferma di Giammarioli e Torrente

Quel problema... ineluttabile. In primis della politica che non ha saputo pensare al domani. Parliamo di modernità, di tecnologie, poi basta un virus che ci mette a terra. Parliamo di democrazia, di libertà individuali, di diritti, di dignità, poi in un battibaleno si finisce in dittatura (da due mesi a questa parte). Una politica che non ha saputo fronteggiare a dovere una pandemia. Quando chiunque nel mondo si è era già prodigato a dire che doveva essere messa sul conto. Purtroppo, in particolar modo in Italia, ci si muove quando ormai il fatto è compiuto: vedasi terremoti (non si fa mai prevenzione), vedasi ponti che cadono come il Morandi (si rifà nuovo solo quando ci sono dei morti) e vedasi per ultimo questo virus (quando c'erano state le avvisaglie con la Sars e la Spagnola degli anni '20). Senza dimenticare quello che può comportare una crisi epidemica a livello economico. Un problema della politica che non sa pensare al domani. Nessuno si era preparato, nonostante strumenti moderni rispetto al passato, anzi negli ultimi dieci anni si sono fatti tagli importanti alla Sanità, alle Scuole, e via dicendo, per stare poi dietro ai parametri di una Europa che al momento del bisogno ti ha voltato le spalle. Tutte cose che si pagano e si stanno pagando con terapie intensive strapiene, con tanti deceduti, con tanti alunni che non possono andare a scuola perchè le classi sono sovraffollate. Di conseguenza si mette a terra un intero paese (bar, ristoranti, negozi di vario genere che chiudono) e chi viene privilegiato sono sempre i "soliti" (o i "raccomandati") ai quali lo stipendio (pure sontuoso) non manca in maniera continuativa. Istruzione, lavoro e salute: vanno sempre garantite nei paesi occidentali e in una vera democrazia. In Germania e in Usa, la classe dirigente ha stanziato sui conti correnti di ognuno circa dieci mila euro a fondo perduto per tutti i cittadini, in Italia invece arrivano briciole e alcuni emolumenti non sono andati ancora in porto. Però quando si devono pagare le tasse oppure pagare le bollette, tutti devono essere precisi nei pagamenti. Tutto questo succede perchè il potere e la politica non riescono più a pensare. Politici che pensano solamente ai propri interessi, solo al proprio orticello: non è solo questione di una classe dirigente qualitativamente scadente, da valutare anche che c'è una governance che non è stata votata alle urne. In democrazia non esiste. Probabilmente è colpa di quei cittadini che ancora non distinguono la realtà dalla ipocrisia: troppi con il prosciutto agli occhi. D'altronde è un marasma anche lo sport. Già, in altre nazioni, si è deciso di chiudere i campionati. In Italia non è così. Un giorno si riapre, un giorno si chiude, forse, chissà, vedremo. In serie C difficilmente si ripartirà. Una nota del Viminale spiega che a partire dal 4 maggio saranno consentite le attività degli atleti di discipline non individuali, evitando però l'assembramento. Pertanto saranno consentite anche le attività dello sport di squadra. Non sarà il caso del Gubbio che - secondo le informazioni in nostro possesso - non farà rientrare nessun calciatore nell'impianto eugubino fino ad ordine contrario. Tutti i medici sociali (delle 60 società di Lega Pro) sono contrari alla ripresa. Non è un caso che il presidente Ghirelli ha preso atto, esternando quanto segue (al Giornale di Vicenza, poi ripreso da Tuttoc.com): "Sarà il consiglio federale a decidere, poi si dovrà discutere sul meccanismo per la quarta promozione e trovare una soluzione unitaria sarà quasi impossibile. Di sicuro si dovrà cercare di arrivare a una decisione che crei meno dissensi possibili e sia ben ancorata alle regole federali". Così facendo Monza, Vicenza e Reggina potrebbero essere promosse in serie B d'ufficio. E poi è tutto da vedere anche il discorso in casa rossoblù. Il Ds Giammarioli è in scadenza di contratto (a giugno) mentre per quanto riguarda il tecnico Torrente esiste un'opzione di rinnovo per la prossima stagione in caso di salvezza. Tuttavia la società - secondo indiscrezioni - sta valutando una conferma per entrambi.

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