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news]
• 30
MAGGIO 2018 Deciso
lo staff: Sandreani e la lista dei suoi collaboratori.
Due nomi utili: Gerevini e Brentan
Manca
solo l'ufficialità. Ma tutto lo staff tecnico
è già deciso. L'allenatore sarà
Alessandro Sandreani. Perciò è stata
rinnovata la fiducia al tecnico che ha concluso
il campionato in questa stagione, in sella nelle
ultime sei partite. Nel segno della continuità
anche per lo staff tecnico. Pertanto si va verso
la conferma di Giovanni Pascolini come preparatore
dei portieri, Luca Palazzari nel ruolo di preparatore
atletico, Enea Corsi come collaboratore tecnico.
Così è stato deliberato su decisione
del direttore sportivo Giuseppe Pannacci in piena
sintonia con il presidente Sauro Notari. Bisognerà
vedere adesso se ci saranno altri volti che saranno
inseriti in società: tutte ipotesi che al
momento non hanno trovato concretezza. Ma le strategie
di mercato sono iniziate e in certe situazioni è
bene prendere le cose in tempo. Muoversi quanto
prima per trovare gli elementi giusti per formare
il nuovo Gubbio della prossima stagione. In considerazione
del fatto che Gubbio non è una grande realtà
(società sana, ma c'è una concorrenza
spietata) e quindi non si può permettere
il lusso di tentennare (in mezzo agli squali in
mezzo al mare): nel mercato girano tanti calciatori
che potrebbero essere appetibili a chiunque, e non
esistono esclusioni di colpi. Perciò è
meglio calibrare bene gli obiettivi, senza lasciare
nulla al caso, per non ritrovarsi poi di fare in
fretta e furia (come è successo in passato)
negli ultimi giorni di mercato per completare la
rosa. E noi indichiamo due nomi appetibili che potrebbero
sposare davvero la causa del Gubbio, che sta cercando
gente motivata (pure dalle categorie inferiori),
che ha fame di emergere e che allo stesso tempo
però ha già un vissuto concreto nella
categoria. In questa stagione si è messo
in luce Gianmarco Gerevini, classe 1993, nel Matelica
in serie D. Il calciatore bresciano ha totalizzato
25 presenze (e un gol). Con una esperienza passata
nel calcio professionistico. Due stagioni nella
serie B portoghese con le squadre di Olhanense e
Atletico Cp Lisbona. Nella serie C italiana invece
ha giocato con l'Ischia Isolaverde e anche due stagioni
in serie C1 con il Viareggio. É cresciuto
nelle giovanili del Brescia. É un playmaker
di centrocampo, ambidestro, ovvero che si avvale
bene del piede sinistro e del piede destro. Un metronomo
qualitativo in mezzo al campo e tra l'altro è
in scadenza di contratto. Un calciatore che può
essere utile in virtù del fatto che in uscita
ci sono diversi calciatori in quel ruolo: oltre
a Giacomarro (in scadenza), potrebbe partire pure
Ricci. Infatti il golden boy rossoblù si
è legato al Gubbio fino al 2020 ma potrebbe
finire altrove (sirene dalla categoria superiore):
perciò Gerevini potrebbe essere il sostituto
naturale di Ricci o quantomeno potrebbe tornare
utile come una reale alternativa a centrocampo.
Segnaliamo anche un terzino destro, sempre del Matelica:
si tratta di Gabriele Brentan, classe 1998, in passato
al Padova. In questa stagione ha totalizzato 26
presenze (e un gol): calciatore di corsa, di personalità,
che sa già il fatto suo. Visto che Kalombo
è destinato verso altri lidi, ci si potrebbe
fare un pensierino. Bruciare i tempi, prima che
ci arrivino gli altri.
• 29
MAGGIO 2018 Marchi
nel mirino del Monopoli, lo rivela il suo diesse.
In entrata sondaggio per Palermo
La
rivelazione. Parla Alfio Pelliccioni, il direttore
sportivo del Monopoli, che è stato ospite
a Rtv San Marino nella trasmissione "C Piace"
condotta da Faetanini. É stato premiato come
migliore diesse deIla serie C. Il direttore sportivo
della squadra pugliese è stato in passato
al Portogruaro e con sè aveva Ettore Marchi.
In trasmissione non usa peli sulla lingua e parla
del capitano dei rossoblù in questa maniera:
"Per alzare l'asticella mi piace Ettore
Marchi. Quando lo presi a Portogruaro non lo conosceva
nessuno. Anzi faceva l'allenamento a San Marino
e non aveva squadra. Lo prese poi la Triestina che
ce lo diede in prestito a noi. Con Ettore siamo
andati in serie B. Lo chiamo tutti gli anni e lui
mi ha risposto: «direttore, mi dispiace, ma
sono più in alto». Adesso è
in pari categoria, però si trova a casa sua.
Se farò un nuovo tentativo? Già fatto!
Lui ha detto che rimane a Gubbio. Però sia
chiaro, il mercato, non finisce certo oggi (...)".
Lascia quindi uno spiraglio aperto per ottenere
Marchi. Anzi, fa capire che farà di tutto
per averlo al Monopoli. Una notizia che ovviamente
rimbalza in
maniera preponderante in casa Gubbio. Lo stesso
Pelliccioni poi ha dato un consiglio per ottenere
i risultati: "Puntavamo alla salvezza e
invece siamo arrivati quinti. Belle soddisfazioni.
Si vince con la continuità come era già
avvenuto a Portogruaro con tre anni di continuità.
Serve pertanto sempre un progetto serio e la programmazione perchè
la continuità alla fine paga". Intanto
escono altri nomi possibili in entrata. Uno riguarda
un centrocampista del Sassuolo: si tratta di Andrea
Mandelli, classe 1997, la scorsa stagione in prestito
in serie D al Crema. Notizia che viene data dal
portale informativo Tuttoc.com. Poi il sito web
Tuttomercatoweb.com
svela che nel mirino dei rossoblù ci sarebbe
pure un attaccante: si parla dell'italo-marocchino
Badr Eddin El Ouazni,
classe 1991, autore di 21 gol in 26 partite in serie
D con la maglia dell'Ercolanese, ex Taranto e Rieti.
Ma sulle sue tracce ci sarebbero anche Vibonese
e Giana Erminio. Inoltre, dopo quello di Briganti,
si lavora per ottenere un altro clamoroso ritorno:
si tratta di Simone Palermo, classe 1988, in questa
stagione tra le fila del Ravenna da gennaio. Prima
si trovava alla Virtus Entella in serie B, in precedenza aveva
giocato nella Cremonese. Con il Gubbio ha
giocato nella stagione 2012-2013 con Andrea Sottil allenatore.
Chiaro però che si dovranno incastrare diverse situazioni
per poter
raggiungere questo obiettivo. Il Gubbio prima deve liberarsi di alcuni contratti in essere
onerosi e non sarà un'impresa così
facile. Ex rossoblù. Fulvio Flavoni è
il nuovo preparatore dei portieri della Ternana
e quindi lavorerà nello staff rossoverde
guidato dal tecnico Luigi De Canio.
• 28
MAGGIO 2018 Voci
di mercato: Luperini, Dhamo, Bussaglia, Cucchietti,
Del Favero, Briganti e... su Volpe
Nomi
che trapelano come possibili acquisti. In primis
un calciatore che era stato già cercato nella passata stagione. Si tratta in pratica di
Gregorio Luperini, classe 1994, in forza nell'ultima
stagione alla Pistoiese. Può fungere come
interno sinistro e interno destro di centrocampo
formato da una linea a tre, ma può fungere
da centrale metodista. Nell'ultima stagione ha collezionato
34 presenze (e 5 gol) con la maglia arancione della
Pistoiese. Nella passata stagione invece 25 presenze
e un gol sempre con la Pistoiese. In precedenza
il calciatore pisano aveva giocato con il Pontedera,
una parentesi con la Pro Vercelli in serie B, è
cresciuto nelle giovanili della Sampdoria. Ma non
finisce qui. Il Gubbio sta sondando il terreno di
alcuni calciatori che in questa stagione hanno giocato
con il Santarcangelo, che è appena retrocesso
nei dilettanti dopo aver perso i playout con il
Vicenza. Innanzitutto piace molto l'attaccante Andrea
Bussaglia, classe 1997, che può fungere su
tutto il fronte avanzato nel ruolo di esterno di
attacco ma anche come centravanti. Una punta interessante
che si è messa in luce proprio nell'ultima
annata, con 33 presenze (e 6 gol). Il calciatore
fanese era andato a segno pure a Gubbio, con il
Santarcangelo che si impose per 2-1 al Barbetti.
Ma l'attaccante dei gialloblù è appetito
pure da altre società, perciò la concorrenza
non manca. Un altro nome, un altro giovane sempre
dei romagnoli: parliamo di Aleksandros Dhamo, classe
1998, che funge da centrocampista centrale naturale.
Si tratta di un calciatore che è nato ad
Atene (quindi greco), ma di origine albanese. Tant'è
che è stato pedina nella nazionale
Under 17 dell'Albania. Il centrocampista si trovava
in gialloblù in prestito dal Cesena. Sempre
dal Santarcangelo si sta seguendo con attenzione
la pista di un possibile ritorno: ci riferiamo
a Marco Briganti, classe 1982, ruolo difensore centrale.
Il calciatore di Città di Castello è
conosciuto a Gubbio perchè è stato
partecipe alla promozione in serie B con Torrente
e poi ha giocato anche in cadetteria con la maglia
rossoblù. Dopo Gubbio ha indossato le casacche
di Monza, Cremonese e Como. Briganti era già
stato contattato in estate nella passata stagione,
ma poi non si fece più nulla. Questa pista
però potrebbe dare i suoi frutti solo se
la società riuscirà a liberarsi di
alcuni calciatori esperti nello stesso ruolo già
contrattualizzati. Capitolo portiere. Giacomo Volpe
è in scadenza di contratto: la società
sta cercando di rinnovargli il contratto, ma la
strada sembra assai tortuosa. Infatti l'estremo
difensore piemontese è seguito da altre società:
durante la stagione si era parlato del Carpi, addirittura
adesso si parla di una indiscrezione che porta al
Perugia. Il Gubbio allora si sta cautelando pensando
a qualche sostituto. Si sta sondando il terreno
per ottenere un giovane portiere: due strade portano
in Piemonte. In primo luogo si sta pensando a Tommaso
Cucchietti, è un classe 1998, del Torino.
Si trovava in prestito alla Reggina. In secondo
luogo si parla invece di Mattia Del Favero, classe
1998, della Juventus. Nell'ultima stagione ha giocato
nella Primavera bianconera.
• 27
MAGGIO 2018 Ricci:
"Stagione positiva per me. Complicata per
la squadra. Sto bene qua, ma ricevute offerte"
É
il golden boy del Gubbio. Si è ritagliato
il giusto spazio al primo anno tra i professionisti.
Sono molte le squadre che lo stanno seguendo in
categoria superiore. Ma intanto il Gubbio lo ha
voluto blindare: un contratto pluriennale in rossoblù,
legame fino al 2020. Stiamo parlando del playmaker
Luca Ricci, un classe '99, che dice: "Ma
sì, sono stato bene a Gubbio. A livello individuale
è stata una esperienza molto positiva. Sarei
contento di restare ancora in rossoblù. Ma
è chiaro che alcune chiamate le ho già
ricevute. Perciò ci sono diverse situazioni
da prendere in considerazione. Attendo notizie sia
per quanto riguarda quale sarà il nuovo progetto
e sia per quanto riguarda se si dovessero sviluppare
delle opportunità importanti favorevoli per
il sottoscritto. Aspettiamo e poi vediamo".
Tutto vero, nel senso che Ricci proviene da una
stagione senz'altro positiva. Non si può
dire lo stesso della squadra che ha penato e non
poco in tutta la stagione. Ma che ne pensa? "Sì,
è così. É stata una stagione piuttosto complicata.
Di sicuro non ce lo saremmo mai aspettati all'inizio.
Siamo partiti male con Cornacchini. Con Pagliari
ci siamo rimessi un po' in sesto, ma poi siamo ricaduti
in un periodo negativo e avaro di risultati. Mostravamo
una certa debolezza che a tratti trovavamo immotivata.
Per fortuna che alla fine con Sandreani siamo riusciti
a sterzare la stagione. Anche se nell'ultima giornata
abbiamo perso a Padova e quindi la salvezza è
arrivata grazie anche a qualche risultato favorevole altrove". Sì, ma nello
specifico a bocce ferme cosa può essere successo?
"Non saprei dirlo. Di certo i risultati
e un avvio difficile non ci ha aiutato. Siamo stati
sempre ad inseguire in tutta la stagione. Di certo
c'è stato un problema di mentalità.
Ma soprattutto ci è mancata una certa maturità".
Al di là di questo, con tutti gli allenatori
che ha citato, ha trovato (con quasi tutti) il suo
spazio. Un giudizio? "Cornacchini ha avuto
coraggio: mi ha dato la prima possibilità nei professionisti,
però aggiungo che sono rimasto dispiaciuto
in quanto dopo la partita di Vicenza non sono stato
più impiegato. Con Pagliari sono stato rimesso
in pista, mi ha dato consigli ma non sono mancate
nemmeno delle discussioni, come capita spesso nel
calcio. Con Sandreani c'è fiducia già
da tempo perchè lo avevo avuto
nelle giovanili: lui crede nelle mie possibilità
e poi c'è un rapporto che va oltre il lato calcistico".
Breve news. Alla fine il Vicenza si salva dopo la
lotteria dei playout. All'andata aveva vinto 2-1
in casa. Nel ritorno è uscito indenne dal
campo del Santarcangelo impattando per 1-1: gol
di Giacomelli (81') per i vicentini e pareggio finale
innocuo di Piccioni (95'). E adesso si potrebbe
profilare una incredibile fusione tra Vicenza e
Bassano. Infatti il patron dei bassanesi Stefano
Rosso è intervenuto dicendo che può
essere una opportunità per tutta la provincia.
Un'idea che tuttavia fa molto discutere. Ora si
attendono i reali sviluppi.
• 25
MAGGIO 2018 Rewind.
Si può dire? L'avevamo previsto. Si fa i
conti sempre con la realtà, viene a galla...
Basta
riavvolgere il nastro. Basta tornare indietro nel
tempo. Basta scrutare le news del sito perchè
poi diventa una prova lampante. Avevamo previsto
che sarebbe stata una stagione difficoltosa, mentre
al di fuori si viaggiava alto e si sognava. Come
dire, un sesto posto era da buttare e si poteva
fare senz'altro meglio. Ma guardate cosa avevamo
scritto il 31 maggio 2017, il giorno dell'addio
di Magi. Ecco alcune frasi: «Magi in due
stagioni ha raccolto tutto quello che c'era da raccogliere,
una promozione in serie D al primo colpo
(prima già gli era successo con la Maceratese),
ma il vero miracolo c'è stato quest'anno
con un sesto posto e playoff centrati alla prima
esperienza
in Lega Pro (era impensabile ad inizio stagione quando
si puntava al massimo alla salvezza). Adesso è
chiaro che
ripetersi con certi numeri non è facile».
In quell'editoriale aggiungemmo anche: «Nel calcio (soprattutto
italiano) contano solo i risultati. E il trainer pesarese
li ha portati. Ma conta anche una seria programmazione.
In queste due stagioni il progetto ha funzionato
sfiorando la perfezione. Mentre ora la programmazione per il futuro
ancora non si conosce: non è trapelato nulla,
non si conoscono quali sono gli obiettivi immediati
e in questo senso qualsiasi allenatore chiede garanzie.
Per lavorare, per costruire, per progettare,
servono prima di tutto delle basi e pure delle garanzie.
Si fa presto a parlare o straparlare. E succede questo
perchè in molti non conoscono tutte le dinamiche
o le sfaccettature che esistono nel calcio. Spesso
chi giudica non ha nemmeno tutti i parametri necessari
per poterlo fare. Spesso qualcuno si sente bravo
e al di sopra di tutto. Qualcuno pensa addirittura che si possono
fare le nozze con i fichi secchi. Ma non è
così. Non si deve mai perdere la cognizione
della realtà. E qualsiasi allenatore che
arriverà lo sa già».
Lo avevamo predetto, già a maggio. Siamo
stati buoni profeti. Perchè poi per davvero
prima Cornacchini, poi Pagliari e alla fine pure
Sandreani, hanno dovuto penare e non poco sulla
panchina rossoblù in questa stagione. Occorre
volare basso. Occorre stare sempre con i piedi ben
saldi per terra. Talvolta, nel proporre dettagli
costruttivi, veniamo tacciati di essere esagerati,
dei pessimisti (o peggio, dei gufi). Però
i veri conoscitori di calcio (che almeno si reputano
tali), in particolare, devono comprendere che solo
attraverso la conoscenza di tutti i dettagli (comprese
le critiche) riescono a realizzare un lavoro qualitativo,
duraturo e perfettamente funzionale. D'altronde
quando si costruisce ci vuole tempo. Ci vuole pazienza.
A smobilitare ci si mette un attimo. Adesso c'è
una nuova stagione da costruire. Che serva da lezione
la stagione passata. Non si affrontino le cose con
superficialità. Lo ha ribadito anche capitan
Marchi nell'intervista al nostro portale: "Ripartire
dagli errori, servano da lezione. Certe cose devono
insegnarci qualcosa, altrimenti è tempo perso".
E anche l'ex bomber dei rossoblù Zoppis ha
lanciato un messaggio chiaro con le sue frasi dal
nostro portale web: "Bisogna isolarsi da tanti falsi suggerimenti.
Il tifoso deve fare il tifoso. La società
deve dare la dimostrazione che
la sua amministrazione sia perfetta: dare sempre
un segnale di organizzazione e chiarezza".
• 23
MAGGIO 2018 Primi
nomi, Piacentini e Migliorini. Ma il Gubbio prima
deve fare i conti con molteplici nodi
Chiaro
che il Gubbio si sta muovendo sotto traccia. Chiaro
inoltre che qualche calciatore è già
finito sui taccuini come possibile acquisto. Sull'asse
con il Sassuolo potrebbe arrivare un difensore dalla Primavera
neroverde: si tratta di Matteo Piacentini, classe
'99, in tal caso potrebbe approdare con la formula
del prestito. Così scrive il portale web
Tuttoc.com, rivelando in anteprima questa indiscrezione.
Ruolo è un difensore centrale, è nativo
proprio di Sassuolo e ha fatto tutta la trafila
nel settore giovanile del patron Squinzi. Il secondo
nome rivelato dallo stesso portale web è
quello di un centrocampista: si tratta di Andrea
Migliorini, classe '88, che ha disputato l'ultimo
campionato in serie D con il Messina. Tuttavia ci
sarebbe anche la concorrenza del Pro Piacenza che
vorrebbe aggiudicarsi le prestazioni proprio del
calciatore veneto. Migliorini è un mediano
metodista, nell'ultima stagione 23 presenze (e due
gol) con il Messina in serie D. In passato ha vestito
le casacche di Delta Rovigo e Mestre in serie D,
mentre in serie C ha giocato nel Pordenone. Una
esperienza nella massima serie slovena (Kuka Loper)
e pure australiana (Melbourne Heart). In serie C1
vanta esperienze pure in serie C1 con Spal e Pro
Patria. Un calciatore esperto in categoria. Ovviamente
è presto per parlare di fatti concreti e
reali trattative. Infatti tutte le questioni sono adesso
in fase embrionale. Dapprima la scelta dell'allenatore
(da ufficializzare): scelta che tuttavia è
ricaduta nel proseguire con Alessandro Sandreani.
Di seguito la scelta dei calciatori. Sono tredici
elementi in scadenza di contratto: per un possibile
rinnovo l'unica chance riguarda il centrocampista
Malaccari e si tenta di non lasciarsi sfuggire dalle
mani il portiere
Volpe (quest'ultima strada appare più difficile
da percorrere). Per il resto potrebbero lasciare
tutti Gubbio: Kalombo potrebbe finire al Trapani
(possibile proposta per un biennale), poi per il resto
appare improbabile la conferma di Cazzola, Giacomarro,
Valagussa, Libertazzi e Sampietro, oltre ai vari
Ciccone, Jallow e Battaiola. Il Gubbio inoltre possiede
undici calciatori sotto contratto, ma la società
è intenzionata a rivedere alcuni legami contrattuali:
secondo alcune indiscrezioni si parla di fare trovare
una nuova sistemazione a due difensori, cioè
a Piccinni
e Dierna. Verso la conferma il resto della lista:
Marchi, Lo Porto, Casiraghi, Pedrelli, Paolelli,
Bergamini, Paramatti e De Silvestro (quest'ultimi
due di ritorno rispettivamente dal Pro Piacenza
e Siracusa, dove si trovavano in prestito gratuito
da gennaio). Mentre
per il difensore Fontanesi si farà il possibile
per un
tentativo per rinnovare un prestito con il Sassuolo
anche per il prossimo anno. Playoff. Impresa della
Feralpisalò che vince per 3-1 sul campo dell'Alessandria
e ribalta il risultato sfavorevole dell'andata di
2-3 (a segno Raffaello, Guerra e Ferretti). La Sambenedettese
vince per 3-1 con il Piacenza ribaltando il 2-1
dell'andata (doppietta di Miracoli e Rapisarda).
Avanti pure la Reggiana che impatta per
1-1 in casa con la Juve Stabia (all'andata finì
0-0). Passa inoltre la Viterbese che vince a Pisa
per 3-2 (in rete l'ex difensore rossoblù
Rinaldi). E vince il Cosenza per 2-0 a Trapani (a
segno l'ex rossoblù Tutino).
• 22
MAGGIO 2018 Zoppis:
"Io dg? Un colloquio sì, ma è
finito tutto lì. Ma ho quattro idee per il
cambiamento..."
É stato
una colonna del Gubbio di fine anni '80. Eugubino,
attaccante, famoso per quel gol risolutore nello
sparegio del Curi del 1987 contro il Poggibonsi
e per quella corsa sotto la curva rossoblù
festante davanti a ventimila spettatori. Stiamo
parlando di Rosario Zoppis. In questo periodo è
rimbalzato il suo nome come possibile nuovo direttore
generale del Gubbio. Lo chiediamo al diretto interessato,
cosa c'è di vero? "C'è stata
questa idea da parte della Gubbio Calcio, è
trapelata, sono nati dei colloqui, con scambi di
vedute e di idee. Ma è finito tutto lì
e li è rimasto. Questa è la situazione
di come è andata". Da uomo di calcio,
che idee ha in serbo se un giorno dovesse tornare
in pista? "Se avessi del potere potrei dettare
delle linee guida. Farei senz'altro alcuni cambiamenti".
Quali? "In primo luogo interverrei nel settore
giovanile. Deve essere in mano interamente alla
Gubbio Calcio, non diviso con tante realtà
sparse in quà e là. La società
deve mettere a bilancio pure i costi del settore
giovanile. Si deve fare una scelta di giovani come
si faceva una volta. Io sono entrato a giocare nel
Gubbio perchè giocavo in periferia con l'Us
Victoria e qualcuno mi aveva visto: mi hanno voluto
fortemente. Si deve partire da una selezione. Fondamentale
è il ruolo dell'osservatore. Più risorse
economiche al settore giovanile intese come bilancio,
come costo, strutture e organizzazione, allenatori
e selezionatori. Ridare smalto ai ragazzi del comprensorio.
Servono persone che riescano ad individuare dei
giovani talenti per dargli la possibilità
di crescere". Poi, altre idee? "Il
discorso del pubblico è un fulcro centrale.
Il tifoso oggi come oggi detta legge, decide lui
chi comprare o chi vendere. Gradirei che il tifoso
torni a fare il tifoso. Il tifoso deve incitare
e poi solo alla fine fischiare. Chiederei a gran
voce l'aiuto da parte del pubblico. Deve sapere
aiutare e incoraggiare sia la squadra che la società,
piuttosto che criticare l'operato. Cioè prima
farei finire un lavoro e aspetterei la fine per
criticare. Ti sei salvato per un punto? Giustamente
arrivano le critiche. Ma non subito alla seconda
giornata, non ha senso, come è successo,
e chiedere di mandare via l'allenatore. Spetta alla
società semmai prendere questa decisione.
Bisogna isolarsi da tanti falsi suggerimenti. Cambierei
anche le tariffe dei biglietti. La Giornata Rossoblù
non si dovrebbe pagare. Gli accessi alle tribune
devono essere meglio tenuti, come va curato lo stadio.
Una società deve dare la dimostrazione che
la sua amministrazione sia perfetta: deve dare sempre
un segnale di organizzazione e chiarezza, per portare
più gente allo stadio". Sul piano
tecnico? "L'ideale è lavorare con
gli eugubini. Avere al fianco un direttore sportivo
come lo è stato Stefano Giammarioli. Avere
al fianco un Giuseppe Pannacci che è un amico
e una certa esperienza ormai ce l'ha. Oppure un
tecnico come Renzo Tasso che a mio avviso è
stata data una possibilità troppo limitata.
O avere un Marchi calciatore che è un fiore
all'occhiello. Ricreare l'eugubinità. Partendo
dal presidente come Notari che ha tanta passione:
è lui che mette i soldi e quindi è
giusto che decida lui". Ma il calcio è
cambiato rispetto al passato? "Sì.
Ai quei tempi c'era amicizia, tra tifosi e calciatori:
i supporters li sentivamo amici. L'ingresso dei
procuratori ha rovinato il calcio. Una volta c'erano
gli osservatori e si sceglievano i calciatori con
una selezione reale. Le società ora si affidano
troppo ai procuratori. Le società invece
devono avere degli osservatori che ci capiscano
di calcio e che abbiano un ottimo fiuto. E un esempio
è Giammarioli, in questo ambito è
molto bravo. Sanno individuare un elemento valido,
fanno di tutto per averlo e così sbagliano
meno un acquisto. Meno spazio ai procuratori. Non
è utopia".
• 21
MAGGIO 2018 Marchi:
"Contento per me, ma stagione difficoltosa:
ripartire dagli errori, servano da lezione"
É
il capitano del Gubbio. É colui che si è
preso sulle spalle una squadra in un campionato
difficoltoso. Ha lasciato l'impronta segnando tra
l'altro 13 reti in maglia rossoblù. Parliamo
di Ettore Marchi che delinea un bilancio stagionale:
"Sono contento a livello personale perchè
al di là tutto mi preoccupava la mia condizione
fisica. L'anno precedente avevo avuto dei problemi,
uno dietro l'altro. Da questo punto di vista invece
ho avuto la fortuna di stare sempre bene. Sul campo
di conseguenza sono così riuscito a fare
quello che sapevo fare". Da più
parti, anche degli addetti ai lavori, hanno affermato
che Marchi è stato l'artefice della salvezza
del Gubbio. Ma il diretto interessato cosa pensa?
"Se ho fatto bene è perchè
sono stato messo nelle condizioni di farlo. Da soli
non si riesce mai a fare niente. É innegabile
tuttavia che abbiamo avuto delle difficoltà
di squadra. Non siamo mai riusciti a dare una certa
continuità di risultati, basta fare un'analisi
in tutto l'anno. C'è stata solo una parentesi
a dicembre dove in tre partite casalinghe avevamo
fatto sette punti (con Bassano, Padova e Vicenza
ndr). Perciò c'è stato un continuo
rincorrere. Pertanto il valore di certi calciatori
sono venuti a meno". Giustamente Marchi
ha rimarcato che è stata una stagione complicata.
C'è un motivo ben preciso? "Prendo
spunto sempre dai fatti. Bisogna dire sempre le
cose chiare, altrimenti si rischia di dire stupidaggini
oppure di buttare del fumo negli occhi. In una stagione
sono cambiati tre allenatori, anche a livello di
età, dai più esperti ai giovani rampanti
(e penso a Sandreani), ma la media punti è
rimasta sempre quella. Forse nelle prime cinque
giornate avevamo fatto solo un punto, ma eravamo
all'inizio e c'erano più attenuanti. Diciamo
che evidentemente abbiamo avuto dei limiti. Mi riferisco
assolutamente a noi calciatori come squadra. Quindi
gli allenatori non centrano niente. Quando se ne
cambiano tre, significa che ci deve essere la responsabilità
nel dire che questa squadra ha fatto di meno di
quello che poteva fare. Non siamo mai riusciti a
cambiare passo in campionato. Lo dimostra anche
il fatto come poi è arrivata la salvezza.
Nelle ultime cinque partite è stato difficile
perchè abbiamo avuto diverse gare in trasferta,
ma in quel caso almeno abbiamo dato la dimostrazione
di esserci come squadra. Credo infatti che da queste
situazioni si deve uscire con il bicchiere
mezzo pieno. Nel senso che si può creare
qualcosa in futuro solo se non si dimentica quello
che si è fatto in passato. Se si chiude tutto frettolosamente
e si riparte, secondo me è un errore".
Che gli errori servano da lezione, giusto? "Esatto.
Certe cose ci devono insegnare qualcosa, altrimenti
è tempo perso. Mi riferisco a livello di
squadra". Salvo colpi di scena, si ripartirà
da Sandreani allenatore. Che ne pensa? "Me
lo auguro. É un allenatore con il quale si
è iniziato già un percorso, si conoscono
i metodi di lavoro e quello che può fare.
Questo va al di là del rapporto che esiste
con Alessandro. Sarei contento. Sono dell'idea infatti
che ogni volta non si può fare ex-novo, sennò
la strada diventa ancora più difficile".
Per concludere: Marchi è legato ancora al
Gubbio e durante la stagione ha pure resistito alle
lusinghe di altri clubs (tra cui quella insistente
della Samb). Cosa ci può dire a riguardo?
"Quando sono venuto a Gubbio avevo parlato
con il presidente Notari. Gli ho detto subito quello
che pensavo, che va al di là del contratto
scritto. Non mi è passato mai per la testa
di andare via. Ho dato la mia parola al patron e
a me stesso. A meno che mi chiama Notari e mi dice
di andarmene, potrei vacillare un attimo: però,
prendetela come una battuta".
• 20
MAGGIO 2018 Futuro.
Per ora tutto tace... con una ipotesi (remota).
Ma si va avanti con Sandreani trainer
Sono
passate due settimane dalla fine del campionato,
ma ancora tutto tace. Tutto sembra top secret. Bisognerebbe
scomodare Sherlock Holmes, il famoso detective,
il personaggio ideato da Arthur Conan Doyle, per
capire cosa cova sotto la cenere. Ma qualcosa si
muove, molto poco, però qualcosa si muove,
pare. In primis però partiamo da un argomento
che comincia a serpeggiare in città. Si parla
di un possibile asse del Gubbio con il Sassuolo,
società di serie A che punta molto alle valorizzazioni
dei giovani. Una chiacchiera che comincia a farsi
insistente, perciò la situazione va affrontata
subito per il bavero. Una collaborazione tra la
società del patron Squinzi e il Gubbio c'è
già in linea di massima, in quanto esiste
un buon rapporto tra le parti e non è infatti
un caso che qualche calciatore ogni tanto viene
trasferito in prestito nel sodalizio rossoblù
(vedi Fontanesi in questa stagione per intenderci).
Al massimo potrebbe profilarsi una collaborazione
sul piano tecnico ma non economico. Ovvero qualche
calciatore giovane dei neroverdi potrebbe essere
parcheggiato a Gubbio per farsi le ossa, e in cambio
la società emiliana potrebbe avere la prelazione
su qualche calciatore eugubino emergente. Ma siamo
nella sfera delle ipotesi. Una ipotesi peraltro
remota. Tuttavia non è previsto nessun tipo
di accordo come era avvenuto con il Parma (quella
sinergia tecnico-economica che fu sottoscritta alcune
stagioni fa e poi tramontata). Perciò al
momento sono solo voci che si rincorrono e in questo
preciso istante non trovano nemmeno elementi di
fattibilità. Chiaro che dall'oggi al domani
può cambiare tutto, il calcio spesso ci regala
tante sorprese. Ma al momento è solo un pour-parler
e questo aspetto va chiarito subito. Dare false
illusioni o notizie frammentarie non portano mai
giovamento, come abbiamo già scritto giorni
fa. Proprio per questo motivo ribadiamo la necessità
e la consapevolezza che va al più presto
ripristinata una comunicazione chiara, cristallina,
limpida verso la città, perchè poi
si creano ambiguità e malintesi. Di conseguenza
è chiaro che il Gubbio è orientato
a fare i conti con le spese (fatte in questa stagione,
peraltro con scarsi profitti visto la classifica)
e vorrà ridimensionarle. Ma per fare questo
ci sarà la necessità di sfoltire qualche
elemento sotto contratto nella categoria "over".
Si tratta di una priorità, ma non sarà
una strada così semplice da percorrere. Di conseguenza
si parlerà di possibili rinforzi che quest'anno
potranno essere focalizzati soprattutto sulla valorizzazione
di giovani con la formula del minutaggio (per fare
cassa). D'altronde lo spettro di un inserimento
delle seconde squadre di serie A in serie C non
aiuta. Insomma, le questioni in ballo non sono per
niente poche e ancora vanno chiarite. Come è
da chiarire il futuro del quadro societario: si
è parlato di un possibile allargamento dirigenziale
con l'inserimento di un direttore generale (sondaggio
per Zoppis, ma per ora è solo un pour-parler)
e di un addetto degli arbitri di esperienza. Tutte
proposte che però sono ferme sul tavolo,
quindi vanno lette e approfondite. L'unica certezza
è rappresentata dalla scelta dell'allenatore.
Una piena fiducia nel proseguimento per la prossima
stagione con Alessandro Sandreani. Ma dovrà
essere ammesso al corso di Coverciano (se ne saprà
di più nei giorni a venire). Un summit tra
le parti in maniera informale già
c'è stato e l'orientamento è quello
di proseguire insieme.
• 17
MAGGIO 2018 L'editoriale.
Dal "morso del lupo" e ripristinare l'effetto
simpatia. Che serva tutto da lezione
Colpiscono
le parole di Stefano Giacomelli, capitano del Vicenza,
come riporta Tuttoc.com, frasi che sono state rilasciate
al Giornale di Vicenza: "Sono convinto che
in condizioni normali questa squadra avrebbe lottato
per i primi posti. Purtroppo sappiamo tutti come
è andata, non abbiamo rispettato le aspettative,
con un finale davvero pessimo per i risultati".
Frasi che fanno riflettere soprattutto se si guarda
la classifica. In condizioni normali il Vicenza
non sarebbe mai stato ultimo. Come del resto non
lo sarebbe mai stato il Modena se non avesse avuto
tutti quei problemi (economici) che poi lo hanno
portato alla radiazione dal campionato. Entrambe
le squadre avevano in possesso un organico di un
certo spessore. In condizioni normali avrebbero
lottato per altri traguardi. E se andiamo a fondo,
in condizioni normali la classifica sarebbe stata
ben diversa. Infatti ci sarebbero stati due playout
(poi ridotto ad un solo spareggio che si terrà
tra Santarcangelo e Vicenza). In condizioni normali
quindi il Gubbio si ritroverebbe nei playout guardando
la classifica corrente perchè si posizionebbe
di preciso al quint'ultimo posto. Ovvero la stessa
posizione alla conclusione del campionato nel 2015,
quando finì nei playout e retrocedette nei
dilettanti dopo aver perso lo scontro playout contro
il Savona. Se poi guardiamo addirittura le penalità
in essere la situazione sarebbe stata più
drammatica. Senza alcuna penalità la classifica
sarebbe così: Santarcangelo a 38 punti (in
coabitazione con Fano e Ferrmana), Gubbio a 36 punti,
Teramo e Vicenza a 35 punti. Insomma, questa stagione
deve servire da lezione. La paura è stata
tanta (di non farcela). Quando "si sente il
morso del lupo" si deve fare attenzione: per
la prossima stagione vanno evitati certi errori.
Si parte da un presupposto. Essere umili nel lavoro,
non pretendere di sapere tutto ed essere presuntuosi.
Ognuno si prenda le proprie responsabilità.
Ognuno svolga il suo ruolo senza prevaricare l'altro
in maniera più aperta e trasparente possibile.
Non creare false illusioni o inopportune aspettative.
Comunicazione cristallina, limpida e comprensibile
verso tutti (stampa, tifosi e non). Va tanto di
moda il vocabolo "vogliamo il bene del Gubbio"
o "il Gubbio è della città".
Ma non deve restare sulla carta, deve portare i
fatti. Deve tornare l'effetto simpatia in una piazza
che ha avuto un calo vertiginoso di spettatori in
una stagione (pari al 18% rispetto all'anno scorso).
Sul piano tecnico va fatta un'analisi globale. C'è
un rendiconto da fare. Si dice spesso che nel calcio
chi più spende più vince. Ma non è
così. Basti pensare che in questa stagione
il Gubbio ha speso il 30% in più rispetto
all'anno scorso (con Magi) ma non ha dato i frutti
sperati dell'anno scorso. Anzi, l'anno scorso si
è arrivati ai playoff contro ogni più
rosea aspettativa. In questa stagione invece il
Gubbio ha rischiato l'osso del collo. Cosa sta a
significare. Che è più logico dire
quindi chi spende meglio vince. Quando si parla
di programmazione si intende anche trovare le giuste
pedine in un gioco di squadra. Da ricordare sempre:
i risultati non vengono mai a casaccio. C'è
da tenere conto anche del mercato di riparazione.
Per il Gubbio quest'anno è stato un flop.
Mentre le altre si rinforzavano, il Gubbio è
stato alla finestra. É arrivata solo una
pedina che ha giocato inoltre con il contagocce:
solamente una partita da titolare per Daniele Bazzoffia,
a Ravenna, da gennaio a giugno. Stesso discorso
dicasi di Battaiola (titolare a Padova): ma è
arrivato come secondo di Volpe al posto del partente
Costa. Riflessioni che vanno prese in considerazione
con serietà e che non vanno buttate immediatamente
nel cestino.
• 16
MAGGIO 2018 Cornacchini:
"Responsabilità mia, ma serviva pazienza.
Peccato Casiraghi e volevo Ragnacci"
A
ruota libera e senza mezze misure. Diretto nel suo
pensiero. Ha parlato l'ex tecnico dei rossoblù,
Giovanni Cornacchini, esonerato dopo cinque giornate
nella stagione appena conclusa. Era ospite nella
trasmissione «C Piace» di San Marino
Tv (Rtv Sm) lunedì sera, condotta da Palmiro
Faetanini. L'allenatore fanese ha parlato della
sua esperienza non fortunata a Gubbio. Ha iniziato così:
"Intanto voglio ringraziare lo stesso la
società che mi ha dato l'opportunità
di allenare. In particolare parlo del presidente
(Notari ndr) che ha fatto tanto e meritava una salvezza
anticipata. Non arrivare all'ultima giornata per
salvarsi. Qualche errore da parte mia chiaramente
c'è stato. Ma soprattutto sulle scelte". Ovvero?
"Mi dispiace anche dirlo. Parlo di un calciatore
che io ho voluto assolutamente: mi riferisco al
Casiraghi della situazione. L'ho allenato ad Ancona
e quindi è un buon calciatore. Mi sono reso
conto che nel momento in cui tu lo vuoi e invece
questo ti fa soffrire un po' (viene o non viene),
in certi casi devi mollare alla fine. In questo
caso qualche scelta l'ho sbagliata. Questa è
una di quelle. A livello fisico c'è stato
qualche infortunio di troppo. Quando fai delle scelte
sbagliate e fai degli sbagli così importanti
poi ne paghi le conseguenze. Come quella che ho
pagato io, sono riuscito ad allenare solo cinque
partite in campionato". Ma crede che il
precedente campionato con Magi alla guida, quel
Gubbio che è arrivato ai playoff, cioè
una delle più belle sorprese della passata
stagione, abbia in qualche modo influito creando
delle aspettative grandi nella piazza e nella società?
A questa domanda articolata, Cornacchini ha risposto
così: "Ma quel Gubbio di Magi ha
fatto molto bene. Probabilmente quest'anno la squadra
ha fatto meno in base alle qualità che poteva
avere. Però sono successe tante cose. Quando
si fanno delle scelte con calciatori che avevano
giocato poco l'anno prima. Pensavo e ritenevo che
era solo questione di tempo. C'erano giocatori importanti
come Marchi che erano partiti con delle difficoltà.
Marchi per questa categoria è un lusso, di
sicuro uno degli attaccanti più forti che
ci sono nella categoria. Se il Gubbio si è
salvato deve molto a lui. Però all'inizio
ha fatto fatica perchè l'anno prima aveva
giocato molto poco (alla Reggiana ndr). Ad esempio
Pedrelli l'ho voluto io: la stessa cosa, aveva giocato
molto poco. Insomma ci sono stati dei calciatori
che per un motivo o per un altro hanno avuto delle
difficoltà. Sapevo di tutto questo e avevo
già accennato la cosa". Quindi l'errore
è stato quello di scegliere troppi «suoi»
calciatori? "Ma io ho scelto solo due o
tre calciatori. La realtà è che ho
voluto Marchi perchè è di categoria
superiore. Poi Pedrelli idem, ma ha avuto problemi
fisici. Ho portato Cazzola perchè è
un calciatore importante. Ma altri calciatori già
c'erano. Non ne ho portati tanti. Ma non rifarei
alcune scelte. Non sono riuscito infatti a portare
tutti i miei collaboratori, tranne Tasso (Renzo,
il vice ndr). Mentre volevo portare Ragnacci (preparatore
atletico ndr) ma non ci sono riuscito. Ma la responsabilità
è la mia e ho pagato". Chiude
così Cornacchini: "Ribadisco, posso
solo parlare bene del Gubbio società: disponibile
e solida. Ma è una società che non
ha avuto pazienza. Ne ho sentite tante sui moduli.
A me piace una squadra che faccia più moduli
e cambi in corsa: un pensiero che ho da tanti anni.
É una mia idea di calcio. E con me Casiraghi
ad Ancona faceva tutto: calciatore duttile e umile.
Però me lo sono ritrovato diverso. Ora la
mia idea di calcio resterà sempre, mentre
certe scelte non le farò più".
• 13
MAGGIO 2018 In
attesa di lumi... la situazione in toto dei calciatori:
11 sotto contratto; 13 sono in scadenza
Gubbio,
quali scenari futuri. Ancora non c'è nulla
di certo. Ma di certo a giugno scadranno dei contratti
mentre in essere ci sono diversi legami contrattuali
che si protrarranno per il prossimo anno. Facciamo
un quadro completo come è la situazione attuale
del Gubbio alla fine della competizione sportiva
di questa stagione. Per il prossimo anno sono legati
ancora 11 calciatori, pari al 47% della rosa totale
attuale. In lizza troviamo in pratica Lo Porto,
Piccinni, Dierna, Paolelli, Pedrelli, Paramatti
(che rientra dal prestito con il Piacenza), Bergamini,
De Silvestro (che ritorna dal prestito invece con
il Siracusa), Fontanesi (che è di proprietà
del Sassuolo, però esiste un opzione per
un rapporto prolungato per il prossimo anno), Marchi
e Casiraghi. Sono
invece 13 i calciatori in scadenza a fine giugno:
nell'ordine elenchiamo Volpe, Kalombo, Burzigotti, Ciccone
(è a fine prestito con la Cremonese), Giacomarro, Malaccari,
Battaiola (fine prestito sempre con la Cremonese),
quindi Cazzola, Valagussa, Sampietro, Bazzoffia, Libertazzi
e Jallow (che ritorna all'Ascoli). Da valutare invece le
sorti
del baby Ricci che si è ben comportato in
questa stagione e per questo motivo potrebbe essere ceduto
ad una società di categoria superiore: un'ipotesi
plausibile ma per il momento è tutto da decifrare.
Inoltre c'è un ulteriore eventualità:
il ritorno in rossoblù di Conti e Fumanti
(ora in prestito al Fabriano Cerreto), Schiaroli
(in prestito al Montevarchi) e potrebbe essere integrato
in prima squadra l'attaccante Tavernelli (aveva
fatto già alcuni spezzoni in partita l'anno
scorso con l'era Magi). Situazione non da scartare
visto che con ogni probabilità sarà
confermato alla guida del Gubbio l'allenatore Alessandro
Sandreani e i calciatori appena
elencati sono stati già allenati dall'allenatore
di Cantiano. Ovviamente entriamo nel mondo delle
ipotesi. Ma ecco la tabella completa della situazione
attuale del Gubbio.
Ma per quanto riguarda i calciatori in scadenza
la situazione è questa. Tra i papabili che
potrebbero avere una chance di rinnovo ci sono Malaccari
(pure il calciatore gradirebbe di restare) e Valagussa.
Per il resto è difficile che rimangano Volpe
(c'era stato un interessamento del Carpi) e Kalombo
(quest'ultimo è seguito con insistenza dal
Trapani). Sugli altri nomi è tutto da vedere
o da decifrare. Per il momento infatti è tutto top
secret. D'altronde prima deve arrivare l'ufficialità
di chi sarà l'allenatore del Gubbio della
prossima stagione. Per adesso solo un pour-parler
sulla conferma di Alex Sandreani alla guida dei
rossoblù. Ma al momento sembra la pista di
certo più percorribile, salvo cambiamenti
di pensiero. In attesa di lumi, questa è
la situazione.
Breve news dalle giovanili. La Berretti di
Bove, dopo il successo di 5-2 sulla Fermana, ha fatto un balzo verso una possibile qualificazione: è
salita a quota 8 punti in classifica nel girone 3, che comprende oltre alla
già citata Fermana, Livorno, Pisa e Siena. In caso di arrivo a
pari punti si tiene conto della differenza reti, del maggior numero di
reti segnate, del maggior numero di reti segnate in trasferta ed
eventualmente del sorteggio. Cioè accedono ai quarti la prima classificata e
le due migliori seconde dei sei raggruppamenti. Soddisfazioni sono arrivate anche dalla squadra under 15 di Passeri, che
al "Cambiotti" ha impattato 2-2 contro la Viterbese
qualificandosi così adesso al turno successivo. Per i
rossoblù, il prossimo ostacolo che ci sarà di fronte è il Bisceglie.
• 11
MAGGIO 2018 Classifica
(variata) dopo la fine del campionato e l'incognita
delle seconde squadre in C
In
Italia non c'è mai una logica. Tutto è
possibile. Pure l'incontrario di tutto. Il campionato
è finito, ma cambia la classifica. Ma più
che altro cambia lo scenario. La Corte Federale
d'Appello infatti (a cinque giorni dalla fine del
campionato) ha accolto il ricorso della Procura
Federale e ha inflitto due punti di penalizzazione
al Santarcangelo. In pratica è stato ribaltato
il giudizio di primo grado che era avvenuto appena
una settimana fa. Che stravolge la partita playout.
Infatti il Santarcangelo (per via di questa penalizzazione)
scivola a quota 35 punti in classifica in coabitazione
con il Teramo. Cosa significa. In base alla classifica
avulsa si salva il Teramo: negli scontri diretti
in campionato sono venuti fuori due pareggi, perciò
hanno avuto ragione gli abruzzesi per la migliore
differenza reti. Ora il Santarcangelo dovrà
giocare i playout (al posto del Teramo) contro il
Vicenza in programma il 19 e il 26 maggio. Un torneo
strano questo di serie C. Colpi di scena che non
mancano di certo. Ma soprattutto che non mancheranno
prossimamente. Ci sono importanti novità.
In serie C saranno previste per la prima volta le
seconde squadre. Cosa significa? Società
importanti di serie A potranno schierare delle seconde
squadre che verranno inserite nella terza serie
italiana. L'organico delle 60 squadre rimarrà
intatto in tutta la serie C e quindi potrebbe cambiare
il regolamento dei ripescaggi. Cioè nella
graduatoria ci sarà spazio anche per le seconde
squadre della massima serie. Ovviamente c'è
chi pone dei seri punti interrogativi. Soprattutto
si tocca un nodo centrale che caratterizza spesso
le squadre che giocano in serie C. Ovvero tante
società minori lavorano molto sulle valorizzazioni
di calciatori di serie A, ovvero in molti vivono
sulle valorizzazioni e i prestiti. Pertanto sul
minutaggio si dovrà lavorare molto di più
in ogni settore giovanile locale. Il provvedimento
è stato presentato in giornata proprio dal
commissario della Figc, Roberto Fabbricini, che
riporta quanto segue.
Intanto parla il difensore dei rossoblù Leonardo
Fontanesi tramite Zonacalcio.net: "Contro
il Bassano abbiamo ottenuto una vittoria fondamentale
per la salvezza. É risultata decisiva per
staccare la concorrenza. L'arrivo di Sandreani è
stato molto importante perchè il tecnico
ha modificato il nostro impianto difensivo schierandoci
a tre, sistema più congeniale alle mie caratteristiche.
A Gubbio ho trovato una società molto seria,
con una dirigenza competente, mi sono confrontato
con una piazza esigente ma ti lascia sereno e tranquillo.
Per il futuro? Parlerò con il Sassuolo e
decideremo, ma a Gubbio sono stato davvero bene".
• 10
MAGGIO 2018 Tante
neopromosse dalla D con un passato storico: da Rimini
e Pesaro, poi tante sorprese
Il
campionato che verrà. Almeno quello che potrebbe
profilarsi sulla carta. Se verrà adottato
lo stesso orientamento delle ultime stagioni quando
vengono stipulati i gironi della serie C. In quanto
negli ultimi tornei il Gubbio ha avuto a che fare
con la parte nord-centrale posizionata geograficamente
ad est d'Italia. Quindi un'area che comprende Lombardia,
Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto,
Emilia Romagna, Marche e una sola squadra abruzzese.
Veniamo al dunque quindi. Il girone D di serie D
è stato vinto dal Rimini (con 80 punti) davanti
all'Imolese (71) e Forlì (65). Si ricordano
tante sfide accese contro i riminesi, tra cui uno
spareggio molto caldo nel 2003: romagnoli (allenati
allora da Acori) che si aggiudicarono la finale
(di andata e ritorno) ai playoff per accedere alla
serie C1, in un campionato in cui fu vinto dalla
Fiorentina. Da quell'anno manca una sfida con il
Rimini. Ma c'è un'altra sorpresa che arriva
dal girone F: all'ultimo tuffo si è aggiudicato
il trofeo la Vis Pesaro che ha vinto la gara con
il Castefidardo e ha scavalcato all'ultima giornata
il Matelica che è stato sconfitto in trasferta
ad Avezzano. Vis Pesaro che ha chiuso il campionato
a 73 punti davanti al Matelica che così si
è fermato a 71 punti. La sfida contro la
Vis Pesaro è sicuramente più datata,
tra cui la più famosa in uno spareggio a
tre a Senigallia (nel 1986). Quella Vis Pesaro (allenata
da Nicoletti) riuscì a salire in serie C2
perchè ebbe la meglio sia del Gubbio (allora
allenato da Roscini), sia del Riccione (che era
allenato da Zaccheroni). Nella formazione pesarese
all'epoca giocava Mauro Sandreani, padre di Alessandro,
attuale tecnico dei rossoblù. Dal Veneto
invece si registra la sorpresa Virtus Verona (nome
intero è Virtusvecomp Verona) che si è
aggiudicata il girone C a quota 73 punti, davanti
al Campodarsego (68 punti). É la terza squadra
di Verona, dopo l'Hellas e il Chievo: così
adesso gli scaligeri possiedono tre squadre professionistiche.
Pensare che nel 2000 si trovava nella Promozione
veneta. E nel girone B invece ha vinto la Pro Patria
(79 punti), staccata di un solo punto dal Rezzato
(78 punti): poi bisognerà vedere però
se la squadra lombarda potrebbe essere inserita
nel girone B oppure nel girone A. Gli altri gironi
sono stati vinti dal Gozzano (A; squadra nel novarese),
dall'Albissola (E), Rieti (G) e poi Potenza (H).
Mentre nel girone I sarà spareggio tra Vibonese
e Troina (squadra siciliana): si gioca il 13 maggio
al Granillo di Reggio Calabria. Insomma per il prossimo
anno soprattutto in Marche ci saranno diversi derby:
tra Fano e Vis Pesaro il più sentito, ma
anche belle sfide con Samb e Fermana. E in aggiunta
pure il Rimini che abbiamo già citato. Tutte
squadre del litorale adriatico tra l'altro che non
sono così tanto lontane da Gubbio. Possono
tornare perciò alcune sfide (in passato)
che hanno fatto storia.
• 09
MAGGIO 2018 Statistica:
mai così pochi punti in terza serie. Media:
il record spetta a Torrente, segue Magi
Tempo
di numeri. Ad ogni campionato concluso si fa un
bilancio. La matematica d'altronde delinea in maniera
perfetta l'andamento di una stagione. E il nostro
approfondimento lo facciamo a 360 gradi. E il rendiconto
che analizziamo riguarda la terza serie. In questa
stagione il Gubbio ha chiuso il torneo al sedicesimo
posto totalizzando 36 punti. É il minimo
storico. Mentre il maggior numero di punti lo ha
ottenuto il Gubbio allenato da Vincenzo Torrente
nella stagione 2010-2011 che aveva chiuso addirittura
a quota 66 punti (anche se in classifica vengono
segnati 65 punti perchè fu inflitto in quella
annata un punto di penalizzazione). Segue a livello
di punti la stagione passata (2016-2017) con il
Gubbio guidato da Giuseppe Magi: 58 punti conquistati
in tutto. A scalare le stagioni con il duo Bucchi-Roselli
e con Sottil: 40 punti alla chiusura delle ostilità.
E chiude la stagione con Acori (e all'ultima giornata
Bonura) con 39 punti racimolati (ma ci furono i
playout e la retrocessione in serie D). Come media
punti invece la peggiore è proprio questa
citata del 2014-2015: erano state giocate 38 partite
(media di 1,13 punti a partita). Penultima (purtroppo)
per risultato la stagione appena conclusa: su 30
partite giocate una media di 1,20 punti a partita.
Terzultima la stagione 2013-2014: 32 partite giocate
(media di 1,25 punti a partita). Leggermente meglio
la stagione 2012-2013 con Sottil: in 30 partite
giocate una media di 1,33 punti a partita. La scorsa
annata con alla guida Magi furono giocate 38 partite
(media di 1,52 a partita). Lo scettro del primato
spetta ancora alla stagione della promozione in
serie B (2010-2011): in 34 partite una media di
1,91 punti a partita (addirittura). Curiosa anche
la statistica delle vittorie e dei gol (fatti e
subiti). Il record ovvio è sempre di Torrente:
20 vittorie, pari al 59% del totale. Segue poi la
squadra di Magi l'anno scorso: 17 vittorie, pari
al 45% del globale. Il record assoluto negativo
di vittorie (purtroppo) riguarda ancora la stagione
appena conclusa: solo 8 vittorie (su 30 partite),
pari solo al 26% del totale delle partite. Una percentuale
che curiosamente va di pari passo con la stagione
della retrocessione: con Acori solo 10 vittorie
(su 38 partite disputate), pari appunto solo al
26% del totale. In questa stagione travagliata tuttavia
c'è una nota positiva: Marchi ha realizzato
13 reti in rossoblù. In queste annate solamente
l'argentino Gomez Taleb aveva fatto meglio: 18 gol
segnati. Poi si ricordano Daniele Ferretti (nella
passata stagione), Andrej Galabinov (2012-2013)
e Massimo Loviso (2014-2015) con 12 reti siglate
da ciascuno. Per quanto riguarda i gol realizzati
inoltre la statistica dice: la migliore la squadra
di Torrente con 48 gol fatti; la peggiore invece
la formazione di Sottil con appena 32 reti segnate.
A livello di gol subiti la migliore è sempre
quella di Torrente (appena 31 reti subite); invece
la peggiore performance riguarda l'anno della retrocessione
(2014-2015) con ben 51 reti incassate. Ecco la tabella
grafica completa.
Questi numeri sono fondamentali e devono fare riflettere.
Confermano una stagione tutt'altro che soddisfacente.
Se non ci fosse stata l'epurazione del Modena (radiato
a torneo in corso) e se non ci fosse stato il problema
perpetuo economico che ha investito la società
del Vicenza (scivolato nel girone di ritorno fino
all'ultimo posto), le disavventure di classifica
per il Gubbio si potevano fare molto più
serie (e forse irrecuperabili). Numeri da non sottovalutare.
• 08
MAGGIO 2018 Missione
compiuta: le partite della svolta. Ma ora programmare
il futuro evitando certi errori
Missione
compiuta. In versione inglese "mission accomplished".
Una citazione nata come una frase militare che viene
pronunciata al completamento di una missione. In
particolare questa enunciazione venne alla ribalta
nel maggio 2003 quando il presidente americano George
W. Bush annunciava (sulla portaerei Uss Abraham
Lincoln) la fine delle operazioni militari in Iraq.
Missione compiuta per il Gubbio che ad otto giornate
dalla fine aveva l'obiettivo di salvare il salvabile
e fu chiamato il terzo allenatore stagionale Alessandro
Sandreani. A parecchi sembrava una pazzia. Lo ha
detto chiaramente lo stesso Sandreani in queste
ultime ore (in tv su Trg Network): "Sì,
lo ammetto che sono stato veramente un matto ad
accettare la panchina del Gubbio in una situazione
come quella. Avevo solo da perderci. E nove persone
su dieci mi hanno sconsigliato di fare questa scelta.
Ma credo che sia stato un matto pure il presidente
Notari: ha fatto una scelta coraggiosa perchè
provenivo dalla Berretti e non avevo tutta questa
esperienza". Ma l'esperienza nell'ambiente
eugubino ce l'aveva, eccome. Alla fine della stagione
la salvezza è arrivata. Per Sandreani è
sicuramente una vittoria. Chiamato nel momento in
cui nessuno se lo aspettava. In pochi ci credevano.
Aveva fatto tante battaglie in campo con la maglia
dei rossoblù. In panchina è diverso,
è più difficile e più complicato.
Alla prima esperienza tra l'altro tra i professionisti.
In sostituzione di allenatori più navigati
come Pagliari e Cornacchini. Ma l'obiettivo è
stato raggiunto. Alla fine è questo che conta.
La svolta di questa salvezza? Crediamo che sia avvenuta
in due tappe di rilevante importanza. La vittoria
di Fano e la vittoria di Bassano. Alla chiusura
dei conti questi sei punti hanno pesato come macigni.
Due vittorie che in quel momento sembravano insperate.
In primis perchè il Fano proveniva da un'importante
serie positiva di risultati e il Gubbio si impose
con merito per 1-0 con la rete di Kalombo in avvio.
La seconda a Bassano ha avuto poi un sapore diverso
perchè la vittoria è arrivata alla
fine (sempre 1-0) con una punizione magica di Bergamini
dal limite. Gol decisivi, punti cruciali per la
salvezza. Infatti per un solo punto il Gubbio si
è salvato. Questo si dice per dimostrare
che è stato un campionato arzigogolato. Soddisfatti
per la salvezza, ma occhi aperti. Per questo motivo
va programmato il futuro adesso con la testa sulle
spalle. Questa stagione deve servire da lezione.
Altrimenti nel giro di un anno saremo punto e a
capo. Perciò servirà programmare la
prossima stagione con lucidità e scrupolosità.
Servirà abilità, capacità, competenza
e preparazione. Basta
pressappochismo e individualismo nel settore. In un torneo
professionistico non
è permesso. Serve qualità nelle scelte
a livello gestionale. Servirà puntellare la
rosa non pensando solo ai calciatori visti come
numeri, ma serviranno elementi che diano qualche
alternativa di gioco. Occorrerà anche riportare
l'entusiasmo in una piazza ormai sopito. Perciò
va aperto un ciclo nuovo per ravvivare il fuoco
sopito. Ovviamente la medicina o la cura la dovranno
trovare i dottori del settore. Non è nostro
compito. Non ci compete. E non abbiamo nemmeno la
presunzione di metterci bocca. Nel rispetto dei
ruoli e delle competenze. Una regola che dovrebbe
valere sempre. Ma qualche volta non è così
(ahinoi).
• 07
MAGGIO 2018 Focus.
Quel dare per scontato sempre tutto quanto (sbagliando).
Le foto di Padova-Gubbio
Citazione:
"La maggior parte degli esseri umani ha una
capacità infinita di dare per scontate le
cose". Non è una frase qualunque. Ma
è stata detta da Aldous Leonard Huxley, famoso
scrittore britannico dei primi anni novanta. Che
si accompagna ad un'altra citazione famosa: "In
ogni cosa è salutare, di tanto in tanto,
mettere un punto interrogativo a ciò che
a lungo si era dato per scontato". Frase detta
da Bertrand Arthur William Russell, famoso filosofo
e matematico gallese. Esternazioni profonde che
calzano a pennello per il tema che andremo ad affrontare.
Due anni fa era stato dato per scontato che il Gubbio
vincesse il campionato di serie D. Invece non è
mai semplice raggiungere certi traguardi nel calcio.
Serve lavoro sul campo, abnegazione, competenza
di tutte le componenti. Così è stato
e infatti ne abbiamo preso atto: noi avevamo elogiato
tutti quanti (dirigenza, staff tecnico e calciatori
compresi) perchè era giusto farlo. L'anno
scorso si è dato per scontato che il Gubbio
raggiungesse i playoff e qualcuno dice che si doveva
fare di più. Ma non è stato così
facile da matricola raggiungere un sesto posto onorevole
contro squadroni che avevano speso soldoni (e non
chiacchiere): avevamo scritto che era avvenuto un
autentico miracolo raggiungere quell'obiettivo nei
playoff. Invece tutto ciò è passato
(per alcuni, non per tutti) sotto traccia. Si è
minimizzato il lavoro egregio che era stato fatto
da tutte le componenti (nessuno escluso) alla prima
stagione da professionisti, dopo un anno di sofferenza
nei dilettanti. Due anni importanti ai quali non
si è dato il giusto risalto o il giusto peso.
E così è arrivata la smusata. Veniamo
al dunque. Ci ha molto colpito un articolo apparso
sulla Gazzetta dello Sport di lunedì. Si
parla della partita Sudtirol-Mestre e c'è
questo titolo ben visibile: "Sudtirol la piazza
d'onore che chiude da seconda. Anche il Mestre entra
nella storia". Guardiamo la classifica, quindi.
Il Mestre entra nella storia da matricola e viene
elogiato per il decimo posto acquisito per la conquista
pure dei playoff. Il Gubbio l'anno scorso giunse
sesto da matricola e fu criticato. Qualcosa allora
non torna. C'è incoerenza. Qualcuno ci diceva
la scorsa estate: "Vedrai che prenderanno una
smusata". Prima della stagione si parlava che
si sarebbe migliorato il sesto posto, si è
parlato a destra e a manca. Senza capire invece
che nel calcio niente è scontato. Inoltre
nel calcio non ha mai portato dei frutti quella
presunzione di sentirsi il più bravo o più
bello degli altri. Quella presunzione che si era
vista nell'anno della serie B. Ripetendo gli stessi
errori tra l'altro. Furono cambiati quattro allenatori
in stagione (in successione Pecchia, Simoni, Alessandrini
e Apolloni). Quest'anno la situazione è cambiata
davvero di poco (prima Cornacchini, poi Pagliari
ed ora Sandreani). Per fortuna che questa volta
l'esito finale è stato positivo (anche se
parliamo di una categoria inferiore). La salvezza
matematica è arrivata, ma è stata
piuttosto sofferta. Inutile girarci intorno. Anche per
coerenza. Si elogia quando è giusto elogiare.
Mentre adesso è paradossale mettere la testa
sotto la sabbia e non dire: quest'anno alla fine
è andata di lusso. Tutto ciò è
lapalissiano. Questa salvezza alla fine è
come avere vinto un campionato. Avere mantenuto
la categoria è stato un miracolo. Serve quell'umiltà
essenziale per ammetterlo. Servirà per non cadere negli
stessi errori in futuro. Intanto ecco le foto
di Padova-Gubbio. Con la collaborazione di Massimo
Candotti del Padova.
• 06
MAGGIO 2018 Sandreani
a cuore aperto dopo la salvezza: "Non era
nè scontata nè facile. E per il futuro..."
Il
Gubbio tira un sospiro di sollievo. All'ultimo secondo.
Nel senso letterale della parola. Rossoblù
che hanno dovuto attendere anche dopo il triplice
fischio finale di Padova, ovvero dopo il quarto
minuto di recupero, per capire se la matematica
certezza della salvezza era avvenuta o meno. Ebbene
si. Sul campo infatti il Gubbio è uscito
sconfitto da Padova con rete di Capello, dopo un
primo tempo in balia dell'avversaria mentre nella
ripresa c'è stato un accenno di ripresa (scusate
il gioco di parole), ma con un'avanzata sterile.
Per fortuna che un buon risultato è arrivato,
ma da Teramo: infatti gli abruzzesi non sono andati
oltre il 3-3 contro la Reggiana e sono rimasti indietro
in classifica di un punto. Sì, avete capito
bene. Di un solo punto. Così il Teramo dovrà
fare i playout contro il Vicenza. Così il
Gubbio si salva per il rotto della cuffia. Alessandro
Sandreani, il tecnico rossoblù, dopo il match,
analizza ad ampio raggio questa sudata salvezza.
E parla con il cuore aperto: "Una salvezza
importante. Dicasi importante perchè non
era così scontata e non è stato per
niente facile. Quando sono subentrato a sei giornate
dal termine ho notato che esistevano dei meccanismi
di paura condita da una mancanza di personalità.
Perciò evitare la retrocessione non era così
scontato come può sembrare dal di fuori.
La forbice di rischio era molto alta. La squadra
ha dei limiti, si sono visti, però posso
dire che i ragazzi questa salvezza se la sono meritata
tutta. In queste sei giornate da parte mia ho solo
accompagnato questi ragazzi per raggiungere il nostro
obiettivo che era la salvezza". Una dedica?
"Una salvezza che in primis la dedico al
presidente (Notari ndr), alla città e a tutti
coloro che vogliono bene al Gubbio". Mentre
sulla partita dice: "Sono molto arrabbiato
per la sconfitta. Primo tempo male, abbiamo preso
lo schiaffo e lo abbiamo sentito. Nella ripresa
meglio, abbiamo creato ma non abbiamo segnato. Alla
fine ci ha salvato la fortuna. La fortuna aiuta
sempre gli audaci". E il futuro? "Se
dipendesse da me...". Poi prosegue dicendo:
"Dipende dal presidente, dalla società.
Se mi vogliono io sono qua. Posso solo dire che
mi piace portare qualche idea che ho in mente per
costruire la base su cui si può ripartire".
Il messaggio è stato lanciato. Il sasso è
stato gettato nello stagno. Un sasso gettato nello
stagno poi suscita onde concentriche. Bisogna vedere
adesso se queste onde concentriche saranno captate
o recepite dalla società, o saranno prese
altre strade. Di sicuro c'è da programmare
una nuova stagione. Dopo il pericolo scampato (per
un soffio), vanno evidenziati gli errori di una
stagione (da dimenticare), per evitare di ripetere
una annata piena di sofferenze come questa.
• 06
MAGGIO 2018 Padova,
piegato il Gubbio (1-0). Decide Capello. Nonostante
la sconfitta, il Gubbio è salvo
Padova
contro Gubbio. La tattica. Battaiola in porta. Difesa a tre con Fontanesi, Burzigotti
e Piccinni. Un centrocampo a cinque sull'asse
Kalombo, Valagussa, Bergamini, Malaccari e Pedrelli.
E davanti Casiraghi a giostrare tra le linee a supporto
del centravanti Marchi. La cronaca. Al 4' primo
tiro in porta di Marchi che ci prova con una conclusione
radente dal limite, para a terra Bindi. Al 7' Pulzetti
serve in area Candido che penetra in maniera pericolosa
verso la porta, ma Burzigotti salva tutto in extremis.
Al 10' si gira bene al limite Capello e calcia radente
in porta: tiro telefonato ed è facile preda
di Battaiola. Al 18' un corner calciato direttamente
in porta da Candido, un tiro a girare di sinistro
che passa di poco sopra all'incrocio. Al 21' pericolo:
Pinzi serve al limite Capello che fa sponda per
Candido che calcia al volo di destro: tiro potente
fulmineo ma c'è la pronta risposta di Battaiola
che in tuffo riesce a deviare la sfera. Al 24' cross
da sinistra di Contessa, Capello incorna a rete
in avvitamento, palla che termina a lato di poco.
A forza di insistere passa in vantaggio il Padova
con un'azione da manuale (26'): innesca tutto Capello
con un colpo di tacco per servire Contessa che corre
sulla fascia sinistra e serve
sulla trequarti Candido; passaggio di scambio volante
verso
Capello che entra in area indisturbato e di piatto destro insacca
la sfera radente sul secondo palo in diagonale.
É un monologo biancorosso. Infatti al 29' Candido
si beve tre avversari sulla trequarti e prova il
pallonetto di destro dal limite: palla che sibila
di un niente sopra il montante. Ripresa. Al 12'
azione in contropiede di Pulzetti che da centrocampo
si invola verso l'area e smarca il giovane Piovanello,
ma da posizione molto favorevole calcia alto. Al
13' azione importante per il Gubbio: Kalombo serve
al limite Bergamini che fa partire un tiro potente
di destro che si stampa sulla base del palo, a portiere
ormai battuto. Al 24' tiro potente dai trenta metri
di Pinzi, vola Battaiola e in tuffo devia la palla
con la punta della dita. Al 28' annullato un gol
di Jallow su assist di Burzigotti, ma l'arbitro
decreta il fuorigioco. Al 41' c'è Malaccari
che cerca la porta con un tiro di destro, si salva
in angolo Bindi. Tabellino:
Padova - Gubbio (1-0): Padova
(4-3-2-1): Bindi; Salviato, Cappelletti,
Trevisan, Contessa (16' st Zambataro); Serena, Pinzi
(26' st Zivkov), Belingheri (26' st Cisco); Pulzetti
(16' st Bellemo),
Candido (45' pt Piovanello); Capello. A disp.: Merelli,
Burigana, Ravanelli, Russo, Fabris,
Lanini, Marcandella. All. Bisoli. Gubbio (3-5-1-1):
Battaiola; Fontanesi (33' st Bazzoffia), Burzigotti, Piccinni; Kalombo,
Valagussa (10' st Giacomarro), Bergamini (16' st
Ciccone), Malaccari, Pedrelli (33' st Lo Porto); Casiraghi
(16' st Jallow);
Marchi. A disp.: De Vincenzi, Dierna, Paolelli, Sampietro. All. Sandreani. Arbitro: De Angeli
di Abbiategrasso (Cataldo di Bergamo e Martinelli
di Seregno). Rete: 26' pt Capello (P). Ammoniti:
Burzigotti (G). Angoli:
7-3 per il Padova.
Recupero: 1' pt; 4' st. Spettatori:
7257. Risultati:
Ultima Giornata - Serie C - Girone B: Albinoleffe
- Vicenza 2-0 60'
Ravasio (A), 83' Montella (A) Fermana - Fano
0-1 41'
Lazzari (Fa) Padova - Gubbio 1-0 26'
Capello (P) Pordenone - Renate 1-1 2'
De Agostini (P), 82' De Luca (R) Santarcangelo
- Ravenna 1-1 30'
Di Santantonio (S), 71' Maistrello (R) Sudtirol
- Mestre 1-0 5'
Candellone (S) rig. Teramo - Reggiana 3-3 23'
Panizzi (R), 52' Amadio (T), 54' Bobb (R), 64' Bacio
Terracino (T) rig., 84' Napoli (R), 87' Ilari (T) Triestina
- Sambenedettese 1-1 37'
Bracaletti (T) rig., 75' Miceli (S)
• 04
MAGGIO 2018 L'ultimo
atto con mini-ritiro. Out Volpe e Ricci. Sandreani
convoca venti calciatori a Padova
Sarà
mini-ritiro. Come era già avvenuto prima
della trasferta di Bassano. Il Gubbio si gioca tutto.
Serve ogni arma. Si mette in gioco anche la scaramanzia.
Oltre agli squalificati Volpe e Ricci, il Gubbio
deve fare i conti con altri due calciatori fuori
causa: sono Cazzola (per infortunio) e Libertazzi
(per scelta tecnica). Sintetico il trainer dei
rossoblù, Alex Sandreani, dopo la rifinitura
del venerdì pomeriggio, in vista dell'ultimo
impegno di campionato contro il Padova: "Affrontiamo
una squadra forte, che ha vinto il campionato e
vorrà fare bella figura chiudendo nel migliore
dei modi davanti ai propri tifosi. Servirà
perciò tanta personalità. Sappiamo
quanto è alta la posta in palio per noi,
pertanto la squadra si è allenata con l'intensità
massima e le motivazioni sono a mille. Gara importante,
perciò ci vorrà una grande prestazione
perchè per noi è come uno spareggio.
Ma siamo pronti a giocarcela fino all'ultimo minuto".
D'altronde è l'ultimo atto. Concentrazione
e determinazione per tutti i novanta minuti. C'è
da salvare una stagione. Con ciò significa
che si devono limitare i danni il meno possibile.
La salvezza passa per l'Euganeo. Tutto ciò
deve essere bene stampato in testa nei calciatori
che scenderanno in campo. Come dicevamo, quindi
ci sarà la partenza anticipata a sabato.
Probabile la conferma del 3-5-1-1 che è stato
adottatto proprio nell'ultima trasferta vincente
di Bassano del Grappa. Perciò Battaiola in porta
(sarà la prima volta
tra i pali). Una difesa a tre con Fontanesi, Burzigotti
e Piccinni. Un centrocampo a cinque basato sull'asse
Kalombo, Valagussa, Bergamini, Malaccari e Pedrelli.
Infine, davanti Casiraghi a giostrare tra le linee a supporto
del centravanti Marchi. Venti calciatori convocati
dal trainer Sandreani. Portieri: Battaiola e De
Vincenzi. Difensori: Burzigotti, Kalombo, Dierna,
Fontanesi, Lo Porto, Pedrelli e Piccinni. Seguono
i centrocampisti: Bergamini, Casiraghi, Giacomarro,
Malaccari, Manari, Sampietro e Valagussa. Infine
in attacco: Bazzoffia, Ciccone, Jallow e Marchi.
In casa Padova oltre al 4-2-3-1 c'è l'idea
di schierare il modulo 4-3-1-2. In tal caso Merelli
in porta. Difesa a quattro con Salviato, Ravanelli,
Cappelletti e Zambataro. Centrocampo a tre con Fabris,
Pinzi (o Bellemo) e Belingheri. Candido (o Pinzi)
tra le linee a supporto di Capello e Cianci.
• 03
MAGGIO 2018 L'ultima
giornata: per i patavini sarà festa, per
gli eugubini invece sarà vietato sbagliare
A
Padova domenica sarà festa. Comincerà
già all'Euganeo con alcune premiazioni e
al triplice fischio finale la squadra patavina alzerà
il trofeo dei campioni della Lega Pro in una cerimonia
con tanto di podio in mezzo al campo. Il sodalizio
biancoscudato poi si trasferirà in piazza
dei Frutti dove verrà allestito addirittura
un palco per festeggiare l'approdo in serie B. Musiche,
bevande e cibo fino a notte inoltrata. Così
viene spiegato dal portale Padovacalcio.it
e quindi per la "Bisoli band" sarà
un giorno speciale. D'altronde gli euganei hanno
vinto il campionato ed ora si apprestano ad assaporare
la gioia del lavoro fatto sul campo in questa stagione.
La scorsa settimana i biancorossi tra l'altro erano
usciti indenni dal Mapei Stadium: Reggiana in vantaggio
con Cianci al 35', ma nella ripresa c'è stato
un monologo ospite che ha trovato i frutti con il
gol di Candido al 26esimo minuto della ripresa.
Il trainer Bisoli potrebbe riproporre il modulo
4-2-3-1. In porta Merelli. Difesa a quattro con
Salviato, Ravanelli, Cappelletti e Zambataro. Duo
di mediani formato da Mandorlini e Bellemo. Linea
di trequartisti con Fabris, Capello e Sarno. Di
punta Guidone. All'andata ci fu la vittoria del
Gubbio al fotofinish con rete al 49esimo minuto
del secondo tempo di Burzigotti che aveva leggermente
deviato una punizione calciata in area da Bergamini.
Quella rimane l'ultima vittoria in casa del Gubbio
in questa stagione e stiamo parlando di sabato 16
dicembre 2017. Nell'anno corrente infatti lo stadio
Barbetti non ha visto vittorie di marca eugubina.
Perciò in casa rossoblù l'umore è
di tutt'altro tenore. Una stagione in cui qualcosa
è andato di traverso. Si è arrivati
così a questo punto, ci si gioca tutto fino
all'ultimo respiro. Per l'ultima partita del campionato
il trainer Sandreani dovrà fare a meno del
portiere Volpe e del playmaker Ricci, entrambi out
per squalifica. Probabile la conferma del modulo
3-5-1-1. Possibili interpreti. Battaiola in porta
(sarà l'esordio assoluto in maglia rossoblù
tra i pali). Una difesa a tre con Fontanesi, Burzigotti
e Piccinni. Poi un centrocampo a cinque basato sull'asse
Kalombo, Valagussa, Bergamini, Malaccari e Pedrelli.
Davanti Casiraghi a giostrare tra le linee a supporto
del centravanti Marchi. L'anno scorso a Padova venne
fuori un pareggio. Era il 12 febbraio 2017: aveva
aperto le danze Altinier alla fine del primo tempo,
ma all'ultimo tuffo il Gubbio aveva trovato il pari
con un guizzo di Romano. Curiosamente in quella
partita il tecnico Magi aveva adottato il 3-5-2,
uno schieramento simile a quello adottato oggi da
Sandreani da quando allena la prima squadra. Venne
fuori un pareggio. Sia di buon auspicio.
• 02
MAGGIO 2018 Verso
Padova: storia di intrecci, quel brutto precedente
da sfatare e le sanzioni nel girone B
Padova
contro Gubbio. Non è una partita come le
altre. Non solo per il fatto che la squadra eugubina
domenica si gioca un intero campionato per la salvezza.
Ci sono pure dei precedenti, qualcuno che non è
nemmeno beneaugurante. Basta tornare indietro nel
tempo e digitare la data 12 maggio 2012. Il Gubbio
gioca in serie B e a Padova viene sconfitto con
un netto 3-0: in rete in successione Schiavi, Cacia
e Cutolo. Sulla panchina patavina Dal Canto e su
quella rossoblù Apolloni. Diventa la partita
della disfatta. Infatti proprio per via di quel
risultato, in quel giorno, il Gubbio dice addio
alla cadetteria e viene decretata la retrocessione
a livello matematico. Curiosamente proprio in quella
partita mancava il portiere titolare (Donnarumma)
e giocò l'estremo difensore Farabbi. Pure
oggi non ci sarà Volpe e al suo posto giocherà
Battaiola, all'esordio tra i pali in maglia rossoblù.
E non giocò poi quella partita il playmaker
Boisfer: pure adesso mancherà il perno di
centrocampo Ricci. In campo con il Gubbio si trovavano
invece Mario Rui (ora al Napoli) e il capitano Sandreani
(oggi invece alla guida proprio dei rossoblù).
Si possono vedere le immagini di quel match.
Pure in quel campionato il Gubbio vinse in casa
con il Padova con il medesimo risultato di questa
stagione: 1-0 il 10 dicembre 2011 con rete decisiva
di Graffiedi (al 41esimo del primo tempo) e all'andata
di quest'anno sempre 1-0 con rete decisiva nei minuti
di recupero di Burzigotti. Perciò c'è
da sfatare questo tabù all'Euganeo di Padova.
Per scacciare via quella sconfitta che brucia ancora
e per scacciare
via certi brutti ricordi. Ma la partita contro i
biancoscudati regala anche una serie di intrecci.
Mauro Sandreani (padre dell'attuale tecnico dei
rossoblù Alex Sandreani) è stato allenatore
dei veneti in un'importante fase del club biancorosso:
aveva guidato gli euganei nella stagione 1993-1994,
annata in cui ci fu quella straordinaria cavalcata
verso la conquista della serie A dopo 32 anni di
assenza, con lo spareggio che fu vinto sul neutro
di Cremona per 2-1 contro il Cesena. Quel Padova
guidato da Sandreani anche in serie A (1994-1995)
conquistò il 14esimo posto nella massima
serie e si salvò per via di uno spareggio
salvezza di Firenze contro il Genoa il 10 giugno
1995: andarono in vantaggio i patavini con Vlaovic,
ma ci fu la risposta dei grifoni con il timbro di
Skuhravy. I tempi supplementari non cambiarono il
risultato, nei calci di rigore fu decisivo l'errore
dal dischetto di Galante (per i genoani), mentre
dagli undici metri l'olandese Kreek non sbagliò.
Mauro Sandreani è stato allenatore del Padova
dal 1992 al 1996: tra i suoi calciatori allenati
si ricorda anche un giovane Alessandro Del Piero poi
finito alla Juventus. E intanto arriva nella giornata
di mercoledì la sentenza del Tribunale Federale
Nazionale per le violazioni Co.vi.soc. Nel girone
B è stato penalizzato il Mestre di due punti:
scende da quota 46 a 44 punti in classifica. Mentre
il Santarcangelo è stato prosciolto da ogni
addebito (nonostante il deferimento) e quindi la
classifica dei romagnoli resta invariata. Perciò
nessuna penalizzazione per i gialloblù, come
invece qualcuno andava dicendo.
• 01
MAGGIO 2018 Sandreani:
"A Padova per un'altra piccola impresa.
Io, il primo tifoso del Gubbio e la gente..."
Ospite
alla trasmissione "C Piace", in onda su
San Marino Tv (Rtv San Marino), il tecnico dei rossoblù
Alessandro Sandreani. L'allenatore cantianese ha
introdotto così il discorso: "Questo
è un torneo così. Adesso dobbiamo
prendere un punto a Padova. Immaginavamo di combattere
fino all'ultimo minuto dell'ultima giornata. Andremo
a Padova per cercare di fare un'altra piccola impresa.
Mi aspetto una partita contro la capolista e contro
una squadra di qualità. Noi essendo in cattive
acque non bisogna lasciare niente al caso. Perciò
bisogna prepararla con il coltello tra i denti".
Serve un'impresa come a Fano e a Bassano? "Ma
non dimentico nemmeno il pareggio con la Triestina
e il pareggio ben giocato con il Teramo. Questa
è la categoria. La continuità diventa
fondamentale. Secondo me l'exploit di Bassano è
stato un momento molto importante per la nostra
crescita e per la nostra consapevolezza nei mezzi.
Ma è chiaro che adesso bisogna essere al
massimo concentrati per questa partita che è
come una finale". Ma essere profeta in
patria è difficile? "Ma è
un onore essere profeta. Sono il primo tifoso del
Gubbio, a maggior ragione adesso. Questo ruolo di
responsabilità è pure stimolante".
Primo tifoso del Gubbio: ma è proprio questo
il motivo per cui ha accettato di allenare la panchina
eugubina a sei turni dal termine in una situazione
ormai quasi disperata? "Forse, anche. Ma
visto che sono tra gli allenatori più giovani
è anche un senso di responsabilità
molto grande per me". Ok, però perchè
ha detto sì? "É frutto di
un pizzico di incoscienza. Sicuramente. Quella non
guasta mai. Soprattutto a Gubbio. Poi è scaturita
la convinzione di conoscere un po' meglio la rosa
che c'era a disposizione. E conoscendola in questi
mesi, mi ero reso conto che è un gruppo di
ragazzi che hanno dei valori umani importanti. Potrebbe
essere, ed uso il condizionale, un'arma importante
in questo finale di stagione". Lei (dietro
le quinte) ha confidato che «vedere poca gente
allo stadio, poche centinaia di spettatori, mi ha
ferito e mi ha fatto male». Mentre prima le
tribune era piene al Barbetti. Un commento, quindi?
"In casa contro il Renate si è toccato
il record negativo di presenze (660 spettatori ndr).
Ho visto tutto questo in un Barbetti che può
sembrare piccolino da fuori, ma è sempre
stato caloroso. Forse è stato anche questo
uno dei motivi per cui mi sono deciso di accettare
questo nuovo incarico. La situazione è molto
delicata. Anche perchè sono consapevole della
potenzialità del popolo eugubino: sono tifosi
che hanno passione e mostrano veemenza nell'appoggiare
la squadra". Ma Sandreani non si ferma
a parlare solo del Gubbio. Parla anche delle altre.
Dice: "La sorpresa è il Sudtirol:
ha dimostrato fisicità, organizzazione di
gioco e denota inoltre una certa diversità
rispetto a tutte le altre squadre. Un'altra squadra
che può dare molto fastidio è il Bassano
nei playoff perchè va forte". E
il rapporto con papà Mauro Sandreani? "Sono
l'ultimo arrivato, perciò è normale
che chiedo consigli a lui. Soprattutto nei momenti
difficili". Un consiglio anche per accettare
la panchina del Gubbio? "Beh, lì
ho agito di testa mia. Infatti ho la fortuna di
avere un padre che mi lascia libero di decidere.
In un mondo dove spesso i genitori sono invadenti.
Tuttavia ho la fortuna di avere in casa un guru,
perciò chiedo consigli". E per poter
rivedere tutta la trasmissione basta seguire il
link sul sito di San Marino Tv.
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